La vicenda narrata e'ambientata nella Vienna nei primi decenni del Novecento. Rudolf Gordweil è un giovanotto “basso e magrolino” con l’ambizione della scrittura, ma piuttosto renitente a qualsivoglia lavoro o professione. Tira avanti chiedendo prestiti ad amici e conoscenti. Un giorno, in un caffè, la sua attenzione viene attirata da una giovane donna bionda, non particolarmente bella, ma dotata a suoi occhi di fascino. In compagnia dell'amico Ulrich ne fa timidamente conoscenza. La ragazza si presenta come la baronessa Thea von Takko.
La loro relazione diventa ben presto fisica e la ragazza pretende che Rudolf la sposi, nonostante siano soltanto poche settimane che si conoscono. Il giovane, ormai arrivato alla soglia della trentina, si sente fortemente attratto dalla ragazza bionda, ma nello tesso tempo l’idea del matrimonio gli provoca inquietudine.
Di Rudolf è innamorata la bella Lotti Bodenheim, ma il giovane, pur trovandola graziosa, le preferisce la baronessa. Lotti si lega allora sentimentalmente al dottor Mark Astel, un avvocato amico di Rudolf.
Rudolf, nel frattempo, trova un impiego presso il dottor Kreindel, un libraio che ha la mania delle citazioni erudite.
Thea e Rudolf si sposano e la donna manifesta già nei primi giorni successivi al matrimonio un carattere dispotico: tratta il marito come il suo umile servo, gli fa svolgere le faccende di casa, gli dà continuamente degli ordini, esige del denaro, anzi, spende per sé stessa quasi tutte le risorse finanziarie della coppia. E, inoltre, vuole continuare una vita libera come quando non era ancora maritata:
“Dopo il matrimonio Thea gli aveva dichiarato subito, senza troppi preamboli, che lui avrebbe fatto bene a non mettersi in testa l’idea peregrina che il matrimonio avrebbe apportato un qualche cambiamento nel suo modo di vivere… Voleva essere libera, adesso come prima, di fare tutto ciò che le piaceva… e infatti faceva tutto ciò che le pareva.
Un giorno arriva a rifilare al marito, fresco di nozze, un sonoro ceffone. Gordweil, dal canto suo, cerca continuamente di giustificarla, tenta sempre di vedere le situazioni e la moglie sotto la migliore prospettiva possibile.
Gordweil incontra, per le strade della città, Heidelberger, sua vecchia conoscenza, che tutte le volte che lo incrocia sembra volergli offrire la giovane moglie Gustl. La donna seduce Rudolf, mentre il marito li lascia deliberatamente soli in casa.
Rudolf comincia ad avvertire un sentimento di solitudine e di tormento, mentre Thea continua a punzecchiarlo e a insultarlo. Lui si sottomette e più accetta ogni comportamento oltraggioso di lei, più la moglie lo disprezza. Tra i due si è minstaurata un'evidente relazione sadomasochistica. Nonostante le umiliazioni che gli impartisce la moglie, che non esita a tradire il marito con molti uomini, Gordweil continua a sentirsi "votato a creare qualcosa di immenso valore, qualcosa di completamente originale, qualcosa che nessun altro essere umano aveva mai concepito", avverte nonostante tutto la "pienezza del suo essere".
L'uomo perde l' impiego presso la ditta per cui lavora e Thea partorisce un neonato, di nome Martin. Una lettera anonima informa Gordweil che il padre biologico non è lui, bensì l'avvocato presso cui Thea è impiegata, il dottor Ostwald.
Anaffettiva e crudele ai limiti della parodia, Thea, oltre al marito, trascura anche il bambino, per concedersi le innumerevoli avventure extraconiugali di cui, per puro sadismo, racconta i particolari all’incredulo coniuge. Che, tuttavia, oltre al dolore e alla sofferenza per i tradimenti della moglie, esperisce anche una corrente inattesa di piacere:
“senza che lui potesse rendersene conto, il racconto della donna gli infondeva anche un goccio di pungente, strano piacere, quel piacere perverso che è insito nella sofferenza”.
Dopo una breve malattia, il bambino muore. Gordweil, che gli era molto affezionato, ha un collasso nervoso.
Più tardi la moglie lo sbatte fuori casa, mentre Lotti lo convoca per dichiarargli il suo amore e per rendergli conto di tutte le malefatte di Thea. Lotti si offre a Gordweil, ma lui la rifiuta, pur amandola. Il legame luciferino con Thea, che gli psicologi definirebbero traumatico e codipendente, è più forte dei suoi sentimenti verso Lotti.
Respinta dall'uomo che ama, Lotti si suicida con l'arsenico. Gordweil prova rimpianto per la donna che lo amava e si accorge di quanto adesso gli manchi. Attribuisce la colpa di tutte le sciagure che lo hanno colpito a Thea. L’improvvisa ribellione di Gordweil all’ennesimo oltraggio della moglie porta ad un epilogo tragico dell’intera vicenda.
Vita coniugale e un romanzo di valore che si inserisce nell’alveo del decadentismo, mettendo in rilievo le pulsioni intense, contraddittorie e spesso funeste che si nascondono nelle pieghe profonde dell’animo umano:
"ho sentito in te qualcosa di tenebroso, di misterioso, qualcosa di cui forse non ti rendi conto tu stesso".
Essendo un romanzo di oltre 400 pagine tratta di molti temi, come la futilità del divertimento, la pesantezza della costrizione al lavoro, la contrapposizione dialettica tra forza e debolezza, tra salute e malattia, tra maschile e femminile, tra uomo e donna e il sottile erotismo che permea ogni loro rapporto.
Lotti e Thea, i due personaggi femminili piu importanti del romanzo, si frequentano ma si detestano. Rappresentano due tipi di donna diversi, antitetici, l'una l"amore sincero e profondo, l'altra l'amore malato e distruttivo.
Nella relazione matrimoniale, vittima e carnefice, tra Thea e Rudolf, alcuni critici hanno ravvisato un'allegoria della persecuzione dei nazisti verso il popolo ebreo. L'autore dedica nela sua opera principale una notevole attenzione all'approfondimento psicologico dei personaggi. La città di Vienna con le sua atmosfera cosmopolita, rumorosa e gaudente, con le sue strade, i suoi caffè e le sue attrazioni storico-turistiche fa da sfondo all’elegante e lugubre narrazione.
Il romanzo venne pubblicato per la prima volta nel 1929.
L’autore di questa notevole opera letteraria, David Vogel, nacque nel 1891 a Satanov, Podolia (oggi Ucraina). Durante la prima guerra mondiale, si trovò a Vienna e subì l'arresto in quanto considerato nemico straniero. Successivamente, nel 1929, emigrò a Tel Aviv, ma dopo solo un anno decise di trasferirsi a Berlino, per poi stabilirsi definitivamente a Parigi. La sua vita prese una svolta drammatica con lo scoppio della seconda guerra mondiale: prima fu imprigionato dai francesi in quanto cittadino austriaco e poi dai nazisti, essendo di origine ebraica. La sua tragica storia culminò nel 1944, quando fu deportato ad Auschwitz e vi trovò la morte.
David Vogel è considerato uno scrittore di spicco nella letteratura ebraica e viene spesso paragonato a figure illustri come Joseph Roth, Thomas Mann e Franz Kafka.