Reduce da un'adolescenza drammatica, una vera e propria discesa agli inferi, contrassegnata da ripetuti tentativi di suicidio e atti di autolesionismo, Marsha Linehan (Tulsa, 1943) ha saputo riscattarsi e ha elaborato una delle terapie più innovative in campo psichiatrico dell'ultimo secolo, la DBT (Dialectical Behavior Therapy). La terapia dialettico comportamentale mira a restituire alle persone un equilibrio fra accettazione e cambiamento dei propri comportamenti disadattivi e utilizza principi della indfulness. Il termine "dialettico" è mutuato dalla teoria filosofica di Marx (che a sua volta si rifece alla dialettica di Hegel). L'obiettivo generale della DBT è quello di aiutare le persone a costruirsi una vita degna di essere vissuta.
La terapia è volta alla cura di un disturbo mentale talvolta grave, noto come disturbo borderline di personalità (BPD). Il trattamento proposto dalla Linehan mira a far acquisire alle persone quelle abilità di vita, che permettano loro di agire nella vita quotidiana in modo equilibrato ed efficace.
La Linehan ha osservato, anche in virtù della propria esperienza di malata, che il ricovero in una clinica psichiatrica non di rado rinforza il comportamento dusturbato del paziente.
Tenace e ostinata la Linehan non si ferma davanti a nessun ostacolo.
"L'idea di dimostrare che tutti avevano torto mi fece andare avanti."La Linehan riesce così a sfruttare al meglio la sua rabbia, rendendola un’emozione costruttiva. Abbandonati i propositi suicidari si impegna con puntiglio a riprendere gli studi interrotti.
Marsha è di origini alto borghesi: il padre è un esponente importante della comunità. Ma, nello stesso tempo, un conservatore, incapace di comprendere le difficoltà psicologiche della figlia. La mamma, insegnante impegnata anche nel volontariato, è brillante e dotata di una bellezza straordinaria. I genitori di Marsha sono molto giudicanti e attendono che i figli si conformino alle loro rigide ed elevate aspettative. L’ambiente familiare nel quale cresce Marsha è carico di pressioni e parco di lodi. Poco malleabile, la ragazza va presto incontro alla disapprovazione dei genitori. In sintesi, la Linehan cresce in una famiglia che assomiglia molto a quello che, nella sua teoria, lei stessa denominerà "ambiente invalidante". Marsha è turbolenta, ma pensa in modo creativo, divergente, anticonformista. Mette in discussione l'autorità.
"Credici, anche se non ne sei convinto" è uno dei suoi motti preferiti.
Si trasferisce a Chicago, tra lo scetticismo del padre. Fa lavori ordinari, di routine, che però la soddisfano. Lavorare le piace. Avverte il bisogno di aiutare gli altri. Ha una vita spirituale sviluppata. Colpita dalle biografie di santi e martiri cristiani, il sabato insegna catechismo.
Nonostante tutto sembri procedere bene, Marsha avverte nuovamente il bisogno di ricorrere ad atti di autolersionismo. Viene prelevata dalla polizia e ricoverata in manicomio, dal quale viene dimessa, dopo molte pressioni di persone influenti amiche di famiglia, con la diagnosi, errata, di schizofrenia.
La sua vita riprende a ritmo convulso: di giorno lavora, di sera frequenta la scuola. Si laurea in psicologia e si iscrive a medicina. Poco dopo si fa "suora laica".
"Se state con qualcuno che si trova all'inferno, continuate ad amarlo, perché questo alla fine sarà trasformativo" costituirà sempre uno dei suoi compassionevoli principi guida.
Si entusiasma studiando le opere di Freud, anche se più tardi lo considererà antiscientifico. Comincia a credere in una psichiatria basata sulle prove di efficacia, sui risultati della ricerca. Poiché capisce che la psichiatria è inadeguata nel comprendere e curare i disturbi mentali piu gravi, abbandona il proposito di studiare medicina e diventa ricercatrice nell'ambito della Psicologia. Consegue un dottorato di ricerca. Si interessa al comportamentismo e in particolare a quelle teorie che considerano il comportamento come frutto dell'osservazione e dell'imitazione degli altri. Perseverante e schietta, Marsha non esita ad esporre le proprie idee, procurandosi numerose inimicizie.
La DBT, la tecnica terapeutica da lei elaborata, è una terapia pragmatica. Insegna a risolvere i problemi quotidiani attraverso l'acquisizione di nuove abilità. Si applica ai soggetti borderline e nella prevenzione del suicidio, ma è utile anche in molti altri casi: "dipendenza da sostanze, depressione, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e disturbi alimentari". In definitiva è in grado di aiutare chiunque a migliorare la propria esperienza di vita.
A Seattle la Linehan studia le tendenze suicidarie e si occupa di terapia comportamentale per la prevenzione del suicidio. In seguito, Marsha si impegna a coniugare scienza e spiritualità. Nel mentre, ottiene finalmente l'agognata cattedra universitaria.
La DBT poggia sui concetti di disponibilità (“fare ciò che è necessario nel momento presente”), accettazione (principio Zen) e cambiamento, sull'irriverenza e sulla sintesi degli opposti (per la Linehan non esistono verità assolute). Favorisce poi l’acquisizione di abilità di tolleranza della sofferenza e di regolazione delle emozioni. Le abilità acquisite vanno consolidate con una pratica costante.
Ribadendo il principio fondamentale, la Linehan definisce la DBT un percorso per costruire una vita che sia percepita come degna di essere vissuta.
Per approfondire il concetto di accettazione, Marsha soggiorna in un monastero buddhista Zen. Qui comprende che l'"accettazione è la libertà dal bisogno di soddisfare i propri desideri".
Nel 1983 pratica meditazione presso il centro Zen diretto dal monaco benedettino Willigis Jäger, figura carismatica di suprema spiritualità, un mistico capace di abbinare cristianesimo, scienza e tradizioni Zen.
Grande rilievo nella DBT ha la mindfulness. L'essenza della meditazione consiste nell'osservare senza analizzare.
In seguito all'esperienza formativa con Willigis, Marsha diventa insegnante Zen e nel 2012 maestra Zen (una sorta di vescovo). La Linehan cerca di trasferire quanto appreso durante il suo training spirituale Zen all'interno della sua terapia comportamentale. Di particolare rilevanza è nella DBT la nozione di "mente saggia". La mente saggia costituisce la sintesi tra i costrutti della mente razionale e quelli della mente emotiva.
Sottoposta a rigorose prove scintifiche di efficacia, la DBT ideata dalla Linehan ha dimostrato di essere superiore ad altri trattamenti nella cura delle tendenze suicidarie e nel disturbo borderline di personalità.
Nel 2018 la rivista Time ha inserito la Linehan in un numero speciale intitolato "I grandi scienziati. I geni che hanno trasformato il nostro mondo"