
I medici e gli infermieri, i compagni di camera (e di sventura) e i loro familiari. La propria storia clinica come una delle chiavi per esplorare l’esistenza.
Il romanzo di Cordelli è un fiume di divagazioni, ricordi, considerazioni sulla vita. E quasi un trattato di antropologia. Si indagano i grandi misteri della vita e della morte, del sesso e del desiderio, della fama e della famiglia.
Senza una trama ben riconoscibile, con sullo sfondo il rapporto con la figlia e la geografia della Provenza, la narrazione procede frammentaria e piacevole. Petrarca, Van Gogh, Malinowski e Durrell sono i numi tutelari del protagonista. Cui si aggiungono Strindberg, Kleist, Moravia, Boccaccio e Lucrezio.
La scrittura si avvale di un linguaggio brillante e mai banale. Il romanzo di un letterato, tuttavia saldamente ancorato agli eterni problemi dell’uomo e al magmatico fluire dell’esistenza.