Erri (diminutivo di Eraldo), consulente finanziario di trentasette anni e Clementina (Clem), di ventinove anni, di nascosto dai rispettivi coniugi, approdano su un'isola dove intendono vivere pienamente, durante un fine-settimana, il loro amore in boccio. Si conoscono da poco. Sono travolti da un turbinio di emozioni irripetibili che si alternano: lussuria, estasi, pienezza emotiva, felicità, smarrimento, beatitudine, energia esplosiva, eccitazione.
Lei, bellissima nonostante abbia partorito pochi mesi prima, sbucando dall'acqua, dopo averlo schizzato, gli dice: "Ti amo tanto". Erri sente di non meritare tanta felicità. Fanno l'amore in piedi su una spiaggia sassosa. Si sono lasciati alle spalle la realtà di casa, la prosaica realtà della vita quotidiana.
Clementina ama la solitudine, è una "ragazza complicata". Lontano da Clementina, Erri è invaso da un'angoscia profonda, la cui origine risale molto indietro nel tempo, un’ansia intensa che lo attanaglia e non lo molla mai.
Gli amanti convengono di non lasciarsi segni addosso, procurati durante le effusioni amorose, in maniera di non destare sospetti nei rispettivi legittimi coniugi.
Clementina si interroga se quanto stanno facendo sia giusto e opportuno. "Convenienza, piacere fine a sé stesso, curiosità, conseguenze, paura" lambiscono impercettibilmente, a intermittenza, la coscienza di Clem.
Erri è ancora attratto dalla moglie con cui farà sicuramente l'amore al rientro dalla sua avventura. Clem non gli ha quasi mai parlato del marito ed Erri non ne è geloso. Convinto che gli amplessi suoi con Clem sovrastino fino a cancellarli quelli di lei col marito. Da parte sua quindi nessuna "smania di possesso esclusivo", "nessuno spirito di comparazione". Clem invece è infastidita dal pensiero che Erri faccia sesso con la moglie.
Dopo aver conosciuto Erri, Clementina aveva preso a trascurare il marito, era diventata insofferente, riluttante specialmente al contatto fisico. Già da prima del parto Clem si sottraeva sessualmente al marito, che con lei continuava ad essere affettuoso. Erri si interroga sulla gelosia e sul suo significato. Erri conclude di essere geloso della vita di Clem, con marito e figlio e di essere geloso della vita segreta della sua stessa moglie.
Clementina ha la capacità di mentire al marito con disinvoltura. A Erri invece non riesce tanto bene dire le bugie. È turbato quando è costretto a mentire, "in modo da ritagliarsi un'ora o due con Clementina”. Erri appare incerto e insicuro anche quando dice la verità.
Clem si interroga sul posto che occupa nelle gerarchie dell'amante. Che cosa prova quando sta con lei? "Divertimento? Rischio? Amore? Eccitazione? Paura?" Clem avverte in questa avventura fatta per non durare, "il desiderio bruciante di perdersi".
Mentre è al ristorante con Erri, Clementina è raggiunta da una telefonata del marito. Prende nella sua la mano di Erri. Quando ripone il telefono, le sgorgano sul volto alcune lacrime:
"Mentire, tradire, ingannare, non farsi bastare la vita, perché?".
Clem riconosce la sua natura capricciosa. La vita passata e futura le appare vuota di significato. Prova il desiderio di morire. Cosa sarebbe stato della sua vita senza quella persona speciale che era Erri? E chi era Erri?:
"Un nuovo uomo, un amante, un sostituto, una possibile alternativa a suo marito? O piuttosto un'alternativa al suo intero modo di vivere, di pensare. Erano in fondo bastati pochi sguardi e pochissime parole [...] per accettare una nuova condizione, cioè quella di poter fare a meno di un uomo, fare a meno dell'amore, della fedeltà, della sicurezza, del giuramento, fare a meno di tutto ciò su cui si fonda la vita stessa, fare a meno persino di sé stessa, del proprio corpo, potendolo donare o cedere o abbandonare al minimo pretesto, senza darne più ragione a nessuno.”
Erri capisce che è preso da Clem perché gli è estranea, sconosciuta. Una volta conosciuta, il desiderio svanirebbe. Spesso le coppie formatesi in una relazione extraconiugale, diventate legittime non resistono alla prova della quotidianità. Nell'adulterio si appaga il "desiderio bruciante di perdersi", opposto alla stabilità.
Trascorrono la notte nella piccola stanza d'albergo facendo l'amore. È la prima volta che dormono insieme. I precedenti e gratificanti incontri erano durati un tempo limitato, il tempo di una scopata. Tra Erri e Clem c'è attrazione, infatuazione, ma temono che il loro rapporto evolva, temono di innamorarsi. Temono che la loro relazione diventi un ingombro, un tormento, un obbligo. Erri e Clem vivono tutta una ridda di sentimenti:
"ansia, gioia, paura, eccitazione, rimorso, divertimento, disperazione, amore, egoismo, solitudine. L'attesa frenetica che accada sempre qualcosa, qualcosa di nuovo, di imprevisto, una sorpresa più grande, una frase più commovente, un ricordo, un brivido piacevole […]"
Erri e Clementina si erano conosciuti poche settimane prima, ad agosto inoltrato. Avevano fatto l'amore per la prima volta a casa di lui e in seguito numerose altre volte. Clementina scoprì così come era possibile e facile tradire il marito, persino piacevole e forse indolore. L'adulterio è una sorta di fuga dalla vita vera. Una bolla. Una specie di sogno che svanisce all'alba.
Verso la conclusione del loro soggiorno, nottetempo, Clem avverte risvegliarsi in lei sentimenti di dolcezza, amore e gratitudine verso il marito. Non avverte colpa, né rimpianto Ed è grata anche a Erri che le dorme accanto. Erri avverte l'impulso di telefonare a casa e confessare tutto alla moglie. Ma si trattiene e comunque il telefono non funziona. Al rientro Erri fantastica oziosamente su come sarebbe la vita con Clementina al posto della moglie, mentre Clem ritorna perfettamente nella sua routine quotidiana, chiedendosi con scetticismo se ha ancora voglia di rivedere Erri. Consapevole che i momenti magici vissuti in quei due giorni e due notti non si ripeteranno piu, Clem dice addio ad Erri.
Raccontandoci la storia di una coppia clandestina, Edoardo Albinati ci consegna un romanzo breve che fissa le varie stazioni dell'adulterio e ce ne illustra le mille sfaccettature. Dal particolare si sale all’universale, proprio come avviene sempre nella letteratura più autentica.