Claudio Cordova, Terra venduta. Così uccidono la Calabria. Viaggio di un giovane reporter sui luoghi dei veleni, Laruffa Editore, 2010

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copertinaNavi che affondano misteriosamente al largo di mari e oceani, morti sospette, intrecci di loschi interessi economici e truffe assicurative che coinvolgono multinazionali, aziende locali, servizi segreti deviati, oscuri faccendieri e insospettabili governi. E ancora: rifiuti tossici che finiscono interrati nel letto dei fiumi, accatastati in discariche abusive vicine alla costa, oppure che prendono la via dell'Aspromonte. Materiale tossico non trattato che viene riversato nelle acque marine, ma che può essere pure impiegato per asfaltare strade o come materiale da costruzione, nelle fondamenta delle case e persino nella edificazione di scuole e altre importanti strutture pubbliche, attentando così alla salute di bambini, studenti, gente comune. A tali misteri, spesso soltanto intuiti, seguono faticose indagini che durano anni e insabbiamenti inspiegabili e repentini.

Non si tratta della trama dell'ennesimo noir italiano, ma la puntuale e attendibile descrizione di quello che si cela dietro un'attività oscura, ma redditizia: il traffico e lo smaltimento dei rifiuti tossici e radioattivi. Un traffico lucroso, che ha un costo elevato in termini di salute, per tantissimi, troppi cittadini. Tanto che, negli ultimi decenni, in certe zone della Calabria sono aumentati in modo esponenziale i malati di tumore e le morti per cancro.

A tirare le fila di questi traffici illeciti e miliardari c'è la mafia più potente del mondo, la 'ndrangheta calabrese, che, silenziosa, ma inesorabile, protende i propri tentacoli verso i più svariati settori economici e si sta espandendo geograficamente sia a livello nazionale che internazionale.
Il paradosso è che la mafia calabrese, per procurarsi profitti illeciti, è arrivata addirittura a vendersi la propria stessa terra di origine, la madre terra, superando in crudeltà e cinismo, oltre che in indifferenza verso i più elementari valori morali, la stessa mafia siciliana.

La Calabria è una regione naturalmente vocata al turismo, con testimonianze storiche e paesaggi bellissimi. E tuttavia, per opera dei suoi stessi figli, rischia di trasformarsi e di degradarsi progressivamente nel ricettacolo di rifiuti tossici e veleni, prodotti in loco, ma soprattutto provenienti da ogni dove.

E' questo l'atto di accusa che Claudio Cordova lancia in questo libro, ben meditato e documentato, frutto di una ricerca durata un anno. L'autore, che è un giovane reporter calabrese, ci riporta alla tradizione del grande giornalismo d'inchiesta, quello che risveglia le coscienze e incita gli animi al cambiamento. Un giornalismo coraggioso, che sembra caratterizzare la produzione sempre più energica e vivace degli autori meridionali delle ultime generazioni.

La prefazione, impeccabilmente circostanziata, è di Ferdinando Imposimato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.

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Pagina aggiornata il 17.04.11
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