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La solidarietà

Il mondo contemporaneo esalta la competitività, la sopravvivenza del più adatto, l'affermazione del più forte, il successo del più meritevole. Nella competizione e nel successo, intendiamoci, non c'è niente di male. L'abilità, l'ambizione e l'energia dei migliori sono legittimi e possono portare benefici all'intera comunità, creare ricchezza, bellezza, innovazione tecnologica e progresso per tutti.

La competitività tra gli esseri umani diventa deleteria quando comporta la distruzione dell'avversario, quando il più forte schiaccia letteralmente il più debole, quando il motto latino "mors tua, vita mea" diventa la legge di un'intera società.

Per fortuna il cuore dell'uomo è più complesso di quanto alcune teorie economiche e filosofiche vorrebbero far supporre. L'uomo ambisce ad arricchire, a distinguersi, a conquistare la gloria e il successo, a superare il prossimo, ma è anche capace di solidarietà, di altruismo, di cooperazione.

La solidarietà pare inscritta nello stesso patrimonio genetico dell'uomo. Si manifesta nella sua forma più esplicita quando, dopo una calamità naturale, un'alluvione, un terremoto, una catastrofe, molte persone sentono la genuina necessità di soccorrere e di portare conforto a chi è in pericolo, a coloro che hanno perso tutto, a chi soffre la fame, la sete, il freddo, la malattia.

Ma la solidarietà umana si manifesta anche in situazioni apparentemente più normali, nella vita di tutti i giorni e si tratta di una solidarietà meno appariscente, meno eroica, ma altrettanto moralmente ammirevole.

È un vero uomo (e una vera donna), non solo chi compie grandi imprese o salva vite umane in situazioni di emergenza, ma anche chi si preoccupa concretamente e porge una mano a chi è povero, a chi è rimasto senza un tetto, a chi, per qualsiasi ragione, ha fallito, è caduto e non riesce a rialzarsi, a chi non vede una luce in fondo al tunnel della propria esistenza. Sono tanti, anche in Italia, coloro che, spesso senza vantarsene, fanno beneficienza e i volontari che prestano il loro aiuto, quasi sempre gratuito, in mense, ospedali, carceri, comunità e che cercano di lenire la sofferenza negli infiniti luoghi di dolore di cui è costellata una società apparentemente opulenta come la nostra.

Solidarietà ammirevole è anche quella civica di quei cittadini che si battono per una società più giusta e democratica e solidali sono quelle elite dirigenti che si fanno carico della responsabilità di aiutare i più deboli, gli ultimi, che sentono forte il dovere, quasi cavalleresco, da parte di chi ha, in termini di conoscenza, ricchezza e potere, di aiutare chi non ha.

In un periodo storico che vede l'erosione progressiva dello Stato sociale, il cosiddetto welfare, e in cui una esigua minoranza in tutto il mondo detiene la maggioranza della ricchezza, la solidarietà diventa una delle questioni politiche più urgenti.

Una solidarietà che significa superamento dell'avidità e degli egoismi individuali e nazionali, redistribuzione della ricchezza e maggiore uguaglianza tra gli uomini. Se non sapremo recuperare questa forma di solidarietà planetaria, che deriva dalla consapevolezza di appartenere a uno stesso genere umano e quindi legati a un comune destino, la pace e persino la sopravvivenza della specie umana potrebbero essere in grave pericolo.

(tema svolto da n.l.)

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Pagina aggiornata il 06.06.13
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