I preti pedofili

Il 2010 verrà anche purtroppo ricordato come l'anno in cui è scoppiato il triste scandalo della pedofilia all'interno della Chiesa cattolica. Da parecchi angoli del mondo, dal Canada agli Stati Uniti, dalla Germania all'Irlanda e all'Italia, sono trapelate notizie e accuse circa abusi sessuali perpetrati da esponenti del clero cattolico verso minori. Una materia scottante, cui hanno dato risalto tutti i principali quotidiani del globo: "El Pais" in Spagna, il "Times e il "Guardian" in Gran Bretagna, "Le Monde" in Francia, il "New York Times" e il "Washington Post" negli Stati Uniti, oltre alle immancabili televisioni di tutto il mondo, con dovizia di servizi e interviste.

Uno scandalo talmente torbido, che ha fatto vacillare persino l'autorità del papa, figura forse mai così contestata come in questi mesi. Le polemiche si sono subito allargate anche a questioni religiose contigue, come quella che riguarda il celibato dei sacerdoti e quella che attiene alla persistente esclusione delle donne dal clero. Per arrivare infine a questioni più generali, come il mancato dialogo della Chiesa cattolica con le altre religioni e la presunta incapacità dei vertici ecclesiastici di confrontarsi e capire il mondo contemporaneo.

Hanno molto colpito l'opinione pubblica le interviste televisive rilasciate dalle vittime delle violenze, che hanno espresso il loro dolore e la loro umiliazione, creando in tutti noi un moto di compassione e di solidarietà. Sofferenze, le loro, che reclamano comprensione e una pronta giustizia. Chi ha sbagliato deve pagare. Come parimenti vanno colpite omertà e negligenze. Non è più possibile, né tollerabile, tacere e insabbiare. 
Lo stesso papa Benedetto XVI si è espresso in questa direzione, quando ha invitato la Chiesa irlandese a "fare penitenza, riconoscere ciò che si è sbagliato, aprirsi al perdono, lasciarsi trasformare".

Un papa, Joseph Ratzinger, -ricordiamo-, che, pur discusso, è stato uno dei primi ad intuire la gravità dello scandalo degli abusi sessuali, ed è rimasto ancora uno dei pochi nella società contemporanea a sostenere le ragioni dello spirito, mentre siamo accerchiati da ogni dove dal materialismo e dall'utilitarismo.

Infatti, a dispetto della gravità dei reati portati alla luce negli ultimi mesi, bisogna pur riconoscere il ruolo importante che ancora svolge la Chiesa cattolica in difesa degli ultimi: i poveri, gli emarginati, i malati, i tossicodipendenti, i migranti, i sofferenti. Una missione che le istituzioni religiose svolgono, spesso umilmente e in silenzio, da secoli, proprio attraverso l'opera quotidiana di anonimi sacerdoti.

La debolezza degli uomini, - in fondo, si tratta di una minoranza -, la loro imperfezione, e la loro propensione all'errore e al male, anche quando svolgono il delicato ruolo di ministri di Cristo, non devono quindi, a mio avviso, farci distogliere gli occhi dalle finalità religiose, ma anche umanitarie perseguite dalla Chiesa.

Finalità talmente importanti, anche per i laici, che non si capisce, al di là delle legittime critiche e del comprensibile sdegno, il clima anticlericale che si respira oggi nel mondo, ma specialmente in Italia. Un anticlericalismo un po' datato, che assomiglia un po' all'antiamericanismo di maniera, e che talvolta sembra virare in un inaccettabile fanatismo, eludendo purtroppo sovente qualsiasi argomentazione razionale.

Riferimenti bibliografici:
Cerno, T., "Pedofilia l'inferno italiano" in L'Espresso, anno LVI n.13, 31 marzo 2010, pp. 68-72
Minerva, D., "Scacco al papa" (colloquio con V. Mancuso) in L'Espresso, anno LVI n.17, 29 aprile 2010, pp. 52-56

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Pagina aggiornata il 08.06.10
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