Eppoi, credetemi, nemmeno quelli dei primi banchi, con la loro arietta perbene, stanno sempre attenti. Anche se fanno sempre sì con la testa e assumono l'espressione concentrata mentre l'insegnante spiega, chissà quante volte pensano in realtà ai fatti propri o guardano semplicemente fuori dalla finestra?
Del resto, a casa, cerco di fare i compiti e di prepararmi con scrupolo alle interrogazioni. Anche perché, se prendo brutti voti, i miei hanno la tendenza ad arrabbiarsi.
Su come sono fisicamente, è meglio sorvolare. Io mi accetto così, anzi, un po' mi piaccio, anche se come quasi tutti sulla fototessera assumo quell'aria tipica da pesce lesso. Non passo ore davanti allo specchio ad ammirarmi e mi considero, per il momento, uno qualunque, uno che le ragazze ancora notano poco, una specie di uomo invisibile.
Più che l'aspetto fisico, mi interessa la personalità della gente. Purtroppo anche qui mi sembra di essere di una medietà deprimente. Mi considero leale e sensibile. Non mi piacciono gli arroganti, i prepotenti, gli egoisti, i ruffiani, i cinici e gli indifferenti. Credo di essere generoso e di dedicare molte energie per gli altri, specialmente se li vedo in difficoltà e bisognosi di aiuto. Però, se mi mettono troppo sotto pressione, allora riesco a dire di no. Avrete già capito che non mi piacciono per niente i manipolatori e gli strumentalizzatori, quelli che che ti trattano da ingenuo opprimendoti con le loro pretese continue.
Mi considero un ragazzo privo di pregiudizi: trovo sciocco discriminare le
persone per la razza, il sesso, l'età o l'estrazione sociale. La gente mi
piace giudicarla per quello che fa.
Per il resto talvolta sono affabile, socievole ed estroverso, ma per la
maggior parte del tempo gli altri mi trovano introverso e riservato. Dei
giorni sono capace di stare lunghi intervalli di tempo senza spiccicare parola, mentre altri
sono invece capace di ridere per ore, se trovo la compagnia giusta. Non ci
trovo niente di strano. Ciascuno di noi è fatto a modo proprio.
Mi interessa molto il calcio, ma anche la musica, le ragazze e i
videogiochi. Ogni tanto leggo persino qualche libro.
Qualche volta mi disturba un po' quell'abitudine fastidiosa che ho preso di torturarmi la coscienza, quasi fossi il personaggio di un romanzo russo dell'Ottocento, di essere critico verso me stesso, di nutrire dei dubbi sulle azioni e le decisioni da intraprendere. Ecco, non so quasi mai quando faccio la cosa giusta. Spero però, maturando, di acquisire una maggiore sicurezza.
Mi sento comunque, nel complesso, a mio agio nel mondo, nel mio almeno. Vivere mi piace. Ho diversi amici, anche se ho scoperto, a mie spese, che non è troppo prudente essere sempre sinceri nel rivelare se stessi agli altri. Abbassare la guardia mette a rischio di rimediare sonori ceffoni. Credo però che le delusioni aiutino a maturare e a fortificarsi.
Forse non è un quadro entusiasmante quello che ho tracciato su me stesso. Ma devo crescere e ho fiducia di diventare un adulto dalla personalità compiuta e affascinante. Prima però, lasciatemi il tempo di capire faticosamente e lentamente chi sono.
(tema svolto da n.l.)