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Il mio gatto

Il mio, all'apparenza, è un gatto piuttosto comune, con il pelo grigio e bianco, a chiazze, come se ne vedono tanti. Per me, invece, che conosco la sue vicissitudini, è un animale molto speciale. L'ho adottato che era un cucciolo piccolissimo e malato. La sua mamma gatta non lo voleva neanche più allattare. Eravamo al mare, in vacanza. Lui si è lasciato avvicinare e noi, io e i miei genitori, lo abbiamo preso in simpatia e lo abbiamo nutrito e coccolato fino a che adesso è diventato un gattone dalla mole imponente.

Col mio gatto ho un rapporto particolare. Quando sono triste o preoccupato, la mia piccola tigre sembra capirlo e viene ad accucciarsi vicino a me, sul divano e persino a letto, si struscia un po' e poi si addormenta per ore, manifestando il proprio disappunto se mi muovo o mi alzo.

Il gatto è davvero un animale molto particolare e misterioso. Ha movenze eleganti ed espressioni buffissime. Mio papà sostiene che il gatto è il nostro terapeuta e il nostro maestro d'ozio. Di certo, quando è tranquillo, è una presenza rilassante. Basta guardarlo, o accarezzarne il pelo morbidissimo, per sentirsi più sereni. Quando fa le fusa poi, è irresistibile. Ho letto su una rivista che il gatto viene attualmente impiegato in medicina, addirittura per curare certe malattie di bambini ed adulti.

Queste sue premure, il mio gatto talvolta ce le fa pagare a caro prezzo, come quando gira irrequieto per casa, o si nasconde nei posti più impensati per non farsi trovare. Oppure quando in giardino dà una caccia spietata a merli, passeri e lucertole, o si azzuffa per strada con gli altri gatti del quartiere. O quando reclama del cibo, anche se ha appena finito di mangiare, così, per noia.

Considerato dagli antichi Egizi una creatura sacra, il gatto è senz'altro un animale dalla intelligenza e dalla psicologia complesse. Qualche volta, per saperne di più, sono tentato di procurarmi uno di quei volumi scientifici, tipo "Il comportamento del gatto", scritto da qualche illustre professore di etologia. Ma poi rimando sempre, forse perché vizi e virtù del mio gatto mi piace scoprirli da solo, osservandolo.

Il mio gatto si chiamo Lillo, ma lo chiamiamo con almeno altri quattro o cinque nomi diversi, che lui riconosce perfettamente. Sta invecchiando, ha perso un dente, una volta è stato persino aggredito da un cane, ma mi capita spesso di chiedermi se non piacerebbe anche a me fare una vita come la sua.

(tema svolto da n.l.)

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Pagina aggiornata il 16.08.12
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