Il giornale

Tra le invenzioni più importanti, che hanno favorito il nostro ingresso nella modernità, figura sicuramente l'invenzione della stampa, ad opera del tipografo tedesco Johann Gutenberg che, a metà del Quattrocento, mise a punto la tecnica della stampa a caratteri mobili.

L'invenzione della stampa rivoluzionò il modo di trasmettere conoscenze e informazioni. Finalmente esse erano accessibili a un pubblico più vasto e non gestite e manipolate da una cerchia ristretta di eletti. Si diffuse il libro e, più tardi, il giornale. Iniziò un processo di democratizzazione dell'informazione e del sapere che dura tuttora, pur tra contrasti e contraddizioni.

Le prime gazzette a stampa fanno la loro comparsa all'inizio del Seicento. Si diffondono soprattutto nelle capitali commerciali europee e si rivolgono alle nuove classi di mercanti e borghesi. In Italia, le prime gazzette vedono la luce a Firenze e a Genova. Col tempo si arriva progressivamente all'offerta di prodotti più ricchi e articolati, sino ad arrivare al giornale odierno. Già le prime gazzette propongono ben presto annunci commerciali e notizie di utilità spicciola e pratica, non facendo mancare ai lettori nemmeno i pettegolezzi della vita cittadina, ma ospitando anche scritti letterari e scientifici. 
Quanto sia stata importante la stampa nell'evoluzione civile e culturale nel nostro Paese lo testimoniano le esperienze di fogli come "Il Caffè", espressione del miglior Illuminismo italiano e de "Il Conciliatore", così importante per gli  sviluppi del Risorgimento e dell'unità d'Italia.

Tutt'oggi il giornale e la libertà di stampa sono due capisaldi delle democrazie più avanzate. Giornali e giornalisti costituiscono infatti quello che è comunemente indicato come "il quarto potere". 
L'importanza del giornale nella nostra società è tale che un importantissimo filosofo, uno dei pilastri del pensiero occidentale, il tedesco Hegel, scrisse nell'Ottocento: "la lettura del quotidiano è la preghiera del mattino dell'uomo moderno".

Oggi l'offerta di giornali, in tutto il mondo è varia e pressoché in grado di soddisfare qualsiasi tipo di bisogno informativo e culturale. Unici a sfuggire a tale pervasività cartacea sono i regimi dittatoriali, che  avversano la libera stampa, scorgendo in essa un grave pericolo per la loro sopravvivenza e per la perpetuazione del loro ignobile potere. 
In Italia, molti sono i quotidiani, ma numerosi sono pure i settimanali, i mensili, i periodici, che si occupano praticamente di ogni ambito della vita moderna: dalla cucina alle scienze, dalla politica alla cultura, dall'economia allo sport, dall'informatica alla numismatica. 
Grazie a libri e giornali, - e molti sono oggi i giornali che offrono in supplemento libri di qualità a basso prezzo-, la cultura stessa non è più confinata nelle polverose aule universitarie, gestita da accademie e caste sacerdotali, ma raggiunge la casa del cittadino qualunque, spesso presentandosi con una veste dimessa, ma accattivante e un linguaggio semplice, chiaro ed efficace.

Tuttavia la stampa nazionale e internazionale sta vivendo un periodo di crisi, iniziato con l'avvento di nuovi media come la radio e la televisione e acuitosi con la grande rivoluzione digitale degli ultimi decenni e l'affermarsi di Internet. Molte testate faticano a riorganizzarsi e temono di ritrovarsi al più presto con i conti in rosso.

Come sempre, i periodi di crisi rappresentano tuttavia anche una grande opportunità per evolversi, per trovare nuove strade e nuove soluzioni, per mettere sul mercato prodotti migliori.
Già ora i siti internet dei giornali sono tra i più vivaci e cliccati. E le giovani generazioni sembrano prediligere questo modo di informarsi rapido, aggiornato e piacevole. 
I giornalisti si lamentano delle paghe troppo basse e degli scarsi introiti pubblicitari. Malgrado ciò, la professione di giornalista appare ancora una delle più ambite e affascinanti  in assoluto e nuove figure professionali stanno nascendo, in grado di cambiare in un futuro prossimo il nostro modo di informarci. 

L'affermarsi di blog e di siti giornalistici indipendenti sul Web indicano che stiamo andando verso un'ulteriore democratizzazione della diffusione di conoscenze e informazioni, persino verso un'interessante e nuovo sviluppo dell'informazione locale, favorendo al contempo la crescita di un benefico potere dal basso, auspicabile contraltare dei poteri forti costituiti. 
Tramite i forum aperti dalle testate digitali i cittadini possono poi portare testimonianze e dibattere dei più importanti problemi internazionali, nazionali e locali, come mai era avvenuto in passato. 
Si può affermare che mai come oggi il re rischia di apparire impietosamente nudo.

Purtroppo però i quotidiani odierni più diffusi sono talvolta noiosi, si assomigliano troppo, si dilungano eccessivamente nella cronaca del "teatrino della politica",  riportano le stesse notizie e, spesso, persino gli stessi commenti. I lettori contemporanei sembra amino invece un giornalismo più spregiudicato, in grado di aggredire la realtà con inchieste e reportage, capace di smascherare i trucchi, i privilegi e gli abusi del potere. L'aumento della scolarizzazione sembra aver aumentato il numero di potenziali lettori. Non solo, ha senz'altro migliorato la coscienza dei cittadini sempre più insofferenti di vessazioni, arretratezze e malversazioni.

Abbiamo bisogni di giornalisti più coraggiosi e meno asserviti ai padroni di turno e alle loro verità addomesticate. Giornalisti meno faziosi e più autonomi che pubblichino "i fatti separati dalle opinioni", che divulghino anche (e soprattutto ) le notizie sgradite ai potenti. La stampa può e deve diventare davvero il cane da guardia al servizio del cittadino.
La globalizzazione e la rivoluzione digitale, pur con il grande disordine e le nuove ingiustizie che hanno creato, sembrano costituire, con gli opportuni correttivi, la forza dirompente e il pungolo giusto per contrastare gli antichi vizi e pigrizie della carta stampata.

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Pagina aggiornata il 12.01.11
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