Il divario digitale (digital divide)
L'avvento del Personal Computer e lo sviluppo della Rete hanno rappresentato l'evento più significativo degli ultimi decenni, la svolta tecnologica capace di produrre un cambiamento radicale nelle nostre vite. Se si dovesse fissare una data simbolica dell'inizio della rivoluzione digitale, essa può essere fatta risalire all'agosto 1995, quando Microsoft rilascia, allegato al software Windows 95, la prima versione del browser Internet Explorer. Se la rivoluzione digitale,
iniziata ormai vent'anni orsono,
manterrrà o meno le promesse di migliorare il mondo, ce lo sapranno dire soltanto gli
anni avvenire. In un mondo orientato a sviluppare un'economia della
conoscenza, saranno proprio quei Paesi capaci di fare buon uso delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione ad esercitare
l'egemonia sul globo. In questo quadro emerge il problema del digital divide (divario digitale), ossia il problema della disuguaglianza nell'accesso alle nuove tecnologie di comunicazione, in particolare ad Internet. Non tutte le persone che abitano il pianeta hanno, cioè, la stessa possibilità di accedere ai servizi e ai benefici della Rete. I Paesi poveri hanno, per esempio, una minore possibilità di accesso rispetto ai Paesi più ricchi e questo si traduce in un aumento dello svantaggio economico e, in ultima analisi, della povertà . All'interno degli stessi Paesi poi, l'accesso pieno a Internet è riservato ancora principalmente a un'elite istruita e cosmopolita, rispetto alle persone a basso reddito e a bassa scolarità . Accedono al Web più gli uomini che le donne, più i giovani che gli anziani. Da questi dati emerge come in realtà non esista un solo divario, ma molteplici divari digitali. Diversa, per esempio, è l'esperienza di navigazione di chi può accedere alla banda larga rispetto a chi usa la semplice connessione telefonica, così come più completa e appropriata è l'esperienza di chi può usare una connessione da casa, rispetto a chi ha accesso a Internet soltanto al lavoro o da postazioni pubbliche come gli internet-caf é.Gli Stati
autoritari e dittatoriali tendono poi a limitare l'accesso tramite la
censura, oppure permettono alle persone di
consultare soltanto quei siti che veicolano informazioni
propagandistiche favorevoli al regime. Ma la più subdola e forse la più importante differenza
nell'accesso alle nuove tecnologie riguarda i contenuti. Mentre la
maggioranza delle persone, ormai a tutti gli angoli del globo, usa Internet principalmente
a scopo di
divertimento, intrattenimento e svago, soltanto una parte minoritaria
della popolazione lo usa per ampliare
la propria formazione e le proprie
conoscenze o per migliorare le proprie prospettive
lavorative. Il futuro rischia così, da un lato, di consegnare la Rete a grandi e potenti gruppi commerciali, ai manipolatori e persuasori occulti professionali, proprio mentre, positivamente, sul fronte dell'accesso, lo sviluppo della tecnologia mobile (gli smartphone) sembra garantire a fasce sempre più ampie di popolazione del pianeta il pieno accesso alle risorse di Internet. Riferimenti bibliografici: Gates, B., La strada che porta a domani, Milano, Mondadori, 1997 Sartori, L, Il divario digitale. Internet e le nuove disuguaglianze sociali, Bologna, Il Mulino, 2006 Tremonti, G., Lo stato criminogeno. La fine dello Stato giacobino. Un manifesto giacobino, Roma-Bari. Laterza, 1998
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