Il cancro
Denominato come "male incurabile", "brutta
malattia", "un male di quelli" e con altre locuzioni
simili, il cancro rappresenta ancor oggi la malattia più temibile per
gran parte della popolazione del mondo occidentale. Il ricercatore che trovasse
una cura infallibile per i tumori entrerebbe di diritto nella ristretta
cerchia dei grandi scienziati e dei benefattori dell'umanità.
Eppure, pur rimanendo una malattia terribile e spesso mortale, il cancro può tuttavia già oggi essere in molti casi sconfitto. Si calcola che attualmente circa la metà delle neoplasie sia guaribile. Naturalmente a seconda del tipo di tumore e della sede colpita, per cui se è ancora elevata la mortalità nei casi di tumore al polmone e all'esofago, progressi decisivi si sono registrati nella terapia del tumore al testicolo, per i linfomi, per le leucemie infantili e per il tumore della mammella. Il cancro riconosce un'origine multifattoriale. Possono, di volta in volta, prevalere l'età, l'ereditarietà, l'abitudine al fumo di sigaretta, l'alimentazione scorretta, l'inquinamento, l'ambiente di lavoro insalubre, lo stress. Il cancro è comunque sempre da ricondurre ad un'alterazione genetica (mutazione) e ad un errore del nostro sistema immunitario, quello che normalmente ci difende dall'aggressione di agenti esterni. Il cancro consiste nella proliferazione di cellule indifferenziate, che si replicano formando il tessuto canceroso e che attraverso il sangue, la linfa o per contiguità possono raggiungere e intaccare anche altri organi rispetto a quello di origine (metastasi). A parte la prevenzione primaria, basata sull'adozione da parte dell'individuo di uno stile di vita salutare, la prevenzione secondaria si attua attraverso la diagnosi precoce, che permette sempre più spesso di stroncare sul nascere la replicazione delle cellule cancerose e quindi di ottenere la guarigione. Molte intensive campagne di screening, condotte dalla stampa e della televisione, relative ad esempio alla prevenzione del cancro dell'utero, del colon, della prostata e della mammella, trovano appunto la propria giustificazione nel fatto che prima si identificano e si aggrediscono determinati tumori, più speranze di guarigione si hanno. La diagnosi di tumore si avvale di tutte le indagini messe a disposizione della medicina moderna: la radiografia, l'ecografia, la TAC (tomografia assiale computerizzata), la RM (risonanza magnetica), la scintigrafia, l'endoscopia, la laparoscopia, la biopsia, l'esame citologico, la ricerca nel sangue dei biomarcatori (markers) tumorali. La terapia prevede di volta in volta, a giudizio del medico specialista, il ricorso alla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia, alla laserterapia e al trapianto. Qualora per il malato non ci siano speranze di guarigione e il male progredisca, non per questo motivo la persona ammalata viene abbandonata. Se infatti non sempre la medicina, anche quella contemporanea, scientifica, supertecnologica e computerizzata riesce a guarire il malato, egli tuttavia non può e non deve essere abbandonato. Anche quando sembra non ci sia "più niente da fare", al medico e agli altri operatori sanitari spetta il compito di continuare a curare ed assistere la persona ammalata di tumore, alleviare le sue sofferenze, accompagnarla talora ad una morte, la più dignitosa e indolore possibile. A tale scopo si sta sviluppando, anche in Italia, il movimento della medicina palliativa, che individua nel medico palliativista il responsabile di un'equipe di sanitari che si occupano della cura e dell'assistenza del paziente senza più alcuna speranza di guarigione. L'angoscia che il cancro è in grado di evocare in ciascuno di noi è tale che, periodicamente, si affacciano alla ribalta personaggi che, in buona fede, incoraggiati dalla grancassa dei media, dichiarano di aver trovato la cura definitiva guaritrice dei tumori. È successo anche in Italia. Spesso si è trattato di medici o di uomini di scienza, come nel caso di Aldo Vieri e di Liborio Bonifacio, e talvolta di medici provenienti dall'accreditato mondo accademico, come il professor Alberto Bartorelli o il caso clamoroso, - l'ultimo in ordine di tempo -, del professor Luigi Di Bella, la cui cura anticancro tante speranze aveva suscitato nei malati e nell'opinione pubblica sul finire degli anni Novanta. L'Oncologia, ossia quella branca della medicina che si occupa dello studio e della cura dei tumori, è una disciplina giovane, nata alla fine della prima guerra mondiale. Essa sta affinando le proprie conoscenze e le proprie armi e non è irragionevole coltivare la speranza che nei prossimi decenni il cancro sia debellato. Riferimenti bibliografici:
|
| home
|
| temi |
|
Pagina aggiornata il 04.07.10 |