La "sharing economy" o economia della condivisione non rappresenta soltanto un nuovo modello economico, ma prefigura un nuovo stile di vita. Internet e i progressi della tecnologia digitale stanno stravolgendo il nostro modo di vivere, chiedendo a tutti una notevole capacità di reazione e di adattamento al cambiamento.

La cosiddetta "internet delle cose", permettendo una connessione a flusso continuo tra individui e tra individui e cose, genera la possibilità di produrre in modo diverso. L'informazione circola rapidamente, dappertutto, in modo capillare. L'economia del futuro, basata su un'infinità di sensori e di informazioni e dati condivisi, si trasformerà, secondo gli esperti, in un'immensa rete neurale.

La produzione futura dell'energia necessaria ai processi economici non sarà più verosimilmente fornita da combustibili fossili (petrolio, carbone, ecce.), ma si prevede verrà generata da fonti rinnovabili (sole, vento, mare) e prodotta da ogni singolo nucleo familiare nella propria abitazione (per esempio con l'installazione di pannelli solari sul tetto di casa o su superfici esposte al sole) per l'utilizzo personale o per condividere con altri un eventuale surplus di energia stoccata.

Le stampanti 3D permetteranno di produrre, anche a microimprese e a singoli hobbisti, manufatti sempre più perfezionati e soprattutto consentiranno di risparmiare tempo e forza lavoro. Conterà soprattutto la creatività, il lavoro di ideazione, la fase di progettazione di un prodotto e il software, reperibile non di rado in modo gratuito, necessario al funzionamento delle macchine. Soprattutto le stampanti 3D elimineranno qualsiasi spreco di materie prime. Si apre in questo modo la possibilità di liberare tempo nella vita delle persone, che potrà essere utilizzato da ciascuno per coltivare le proprie passioni oppure per interagire con gli altri in iniziative collaborative benefiche per la comunità.

Già adesso molti giovani non considerano più l'auto come uno status-symbol. L'esigenza di spostarsi e viaggiare assume oggi nuove forme. Tramite l'uso di semplici applicazioni informatiche, scaricabili sui nostri smartphone, possiamo trovare facilmente società che ci forniscono vetture con autista (si pensi al successo internazionale dell'azienda americana Uber), privati cittadini che si organizzano per compiere un determinato tragitto insieme dividendosi le spese (car pooling), società di autonoleggio che ci forniscono il mezzo di trasporto da prelevare in un parcheggio per il tempo strettamente necessario alle nostre esigenze(car sharing), senza che ci sobbarchiamo gravose spese di acquisto, manutenzione e assicurazione, che abitualmente gravano su chi acquista un veicolo privato. Si va progressivamente verso un mondo in cui , come ha sottolineato l'economista statunitense Jeremy Rifkin, conterà più l'accesso a merci, beni e servizi che non la loro proprietà.

Tramite la diffusione di informazioni condivise e di applicazioni informatiche, possiamo già ora stabilire qual è il tragitto ottimale da seguire. In futuro sapremo quali strade evitare perché ingorgate dal traffico e in quali parcheggi trovare un posto libero. Molte città, anche piccole, mettono già ora a disposizione dei cittadini, mezzi di trasporto (biciclette, ma non solo), che rispondono alle nostre esigenze di spostarci e di raggiungere la meta desiderata, in modo economico e confortevole, liberandoci dall'onere dell'acquisto del mezzo di trasporto stesso (bike sharing).

La rivoluzione informatica stravolgerà probabilmente anche il mondo dell'educazione, dell'istruzione e della formazione. La più grande e prestigiosa enciclopedia si trova in rete e si chiama Wikipedia. Ogni sua voce è stata redatta e continuamente aggiornata da migliaia di appassionati, non necessariamente accademici come accadeva in passato, che trovano gratificante condividere il proprio sapere con gli altri utenti. Inoltre si assiste oggigiorno a un proliferare di corsi a distanza (e-learning) che consentono a milioni di professionisti di tenersi aggiornati nella propria disciplina di competenza, senza necessità di affrontare faticosi spostamenti per raggiungere aule affollate.
Non solo: sono molte le università di prestigio che mettono in rete i corsi dei loro migliori insegnanti (i cosiddetti Mooc, Massive open online courses) e danno agli utenti la possibilità di acquisire crediti riconosciuti, direttamente da casa. La condivisione in rete di corsi universitari può permettere anche agli studenti lavoratori e ai ragazzi più svantaggiati, magari abitanti in lande sperdute del globo, di accedere alla istruzione scolastica e alla formazione professionale migliori disponibili.

La medicina contemporanea vede sempre più in crisi l'autorità fino a ieri indiscutibile del medico. Si va democratizzando. Molti pazienti usano la rete per scambiarsi informazioni e consigli su malattie, sintomi, cure e cliniche che, oltre a costituire una validissima fonte di auto-aiuto per le singole persone sofferenti, condizionano l'operato degli addetti ai lavori, fungendo anche da stimolo per i professionisti della salute a produrre performance sempre migliori.
Il primo medico che oggi consultiamo, di fronte ai sintomi di una malattia che ci affligge, è ormai il motore di ricerca Google, con risultati spesso tutt'altro che disprezzabili.
Persino il controllo alle epidemie trova valido sostegno nelle informazioni che si scambiano le persone in rete.

La telemedicina poi, tramite la condivisione di dati sanitari, promette nei prossimi decenni di monitorare e curare, a costi inferiori a quelli odierni, milioni di cittadini, aumentandone l'autonomia e la qualità della vita.

Nessuno oggi quasi più si mette in viaggio, prenota o va in vacanza senza consultare i siti specializzati, che spesso raccolgono le recensioni di migliaia di persone. Hotel, ristoranti, bed & breakfast, esercizi commerciali vengono passati al vaglio critico di utenti anonimi, che ne elencano pregi e difetti, orientando di fatto le scelte dei consumatori. Le persone non si limitano a organizzare i propri viaggi su internet , ma si scambiano in rete anche case, appartamenti e persino vestiti.

Il nuovo paradigma generato dall'economia della condivisione ha modificato il nostro modo di divertirci. Condividiamo musica attraverso i servizi di file sharing, video su You Tube, notizie personali attraverso i social media. Ci stiamo rapidamente trasformando da semplici e passivi consumatori in consumatori e produttori, nello stesso tempo, di oggetti, contenuti e servizi, cosa mai avvenuta prima della rivoluzione digitale. Per usare un neologismo inglese, ci stiamo trasformando tutti in prosumers.

Il mondo dell'informatica fornisce un ottimo esempio di intelligenza collaborativa in azione. Molto software attuale, e spesso della migliore qualità, viene prodotto già oggi open source. Si pensi, per esempio, all'apprezzatissimo sistema operativo Linux, ideato dal programmatore finlandese Linus Torvalds e perfezionato di migliaia di esperti ed appassionati, che collaborano al miglioramento del progetto da ogni parte del mondo.

Persino la nostra vita personale, affettiva ed emotiva, le nostre relazioni interpersonali cambiano e potrebbero cambiare sotto l'effetto della sharing economy e della diffusione di internet, secondo modalità che sarebbe troppo complesso descrivere in un breve spazio, ma di cui ha trattato in molti suoi scritti l'economista francese Jacques Attali.

Probabilmente la progressiva affermazione della sharing economy non comporterà soltanto benefici e un più sviluppato senso di appartenenza, responsabilità e generosità, ma anche problemi sociali nuovi. Molti temono una ulteriore precarizzazione del lavoro umano, una maggiore insicurezza diffusa,  l'affermazione del liberismo più sfrenato, una contrazione ulteriore dei diritti dei lavoratori,.

Di certo la sharing economy rappresenta una sfida al capitalismo contemporaneo. Una sfida, ma anche un'opportunità, affinché il capitalismo rapace e fonte di drammatiche e intollerabili diseguaglianze di oggi si riformi e si trasformi in un sistema capace di liberare l'uomo da vecchie schiavitù e di renderlo più libero e soddisfatto.

Riferimenti bibliografici:

Rifkin, J., La società a costo marginale zero. L'internet delle cose, l'ascesa del "commons" collaborativo e l'eclissi del capitalismo, Milano, Mondadori, 2014
Rifkin, J., La terza rivoluzione industriale. Come il "potere laterale" sta trasformando l'energia, l'economia e il mondo, Milano, Mondadori, 2012