L'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche nel 1939 segna l'inizio di un nuovo conflitto mondiale, una guerra voluta dal nazismo e dal suo Fuhrer, che si trasforma in uno scontro non soltanto tra nazioni, ma tra ideologie e sistemi politici contrapposti.

Grazie alla rapidità di intervento e al supporto dell'aviazione, i tedeschi annientano i polacchi, prima ancora che abbiano la possibilità di reagire. In pochissimo tempo, infatti, l'esercito e l'aviazione colpiscono i gangli principali dell'apparato di difesa polacco (aeroporti, nodi ferroviari e stradali, fabbriche ecc.). Si tratta di una nuova strategia militare, detta "guerra lampo" (Blitzkrieg). La Polonia capitola in sole tre settimane.

Nella primavera del 1940, i tedeschi occupano la Danimarca e la Norvegia. Sempre nello stesso anno, la Germania attacca il Belgio e l'Olanda, attirando le forze francesi, che lasciano così scoperto il loro famoso sistema difensivo, la "linea Maginot", un insieme di fortificazioni erette al confine con la Germania. I tedeschi hanno ora spazio aperto per puntare direttamente su Parigi.

Dapprima cauto, a causa dell'impreparazione militare italiana, Mussolini, ritenendo quasi certa una rapida vittoria dei nazisti nella guerra in corso, decide di schierarsi al loro fianco. il 10 giugno 1940 firma la dichiarazione di guerra contro la Francia e l'Inghilterra. Quattro giorni dopo i nazisti conquistano Parigi.

In seguito all'armistizio firmato con la Francia, i tedeschi occupano nel 1940 gran parte del territorio francese, eccetto una piccola frazione, con centro Vichy, affidato al maresciallo Petain e a un governo di estrema destra. Si oppone all'armistizio con i tedeschi il generale francese Charles De Gaulle.

Il piano di Hitler di invadere la Gran Bretagna, invece, fallisce. Al posto del diplomatico e accomodante Chamberlain, ha preso infatti il timone del governo inglese il conservatore Winston Churchill, che tiene nei confronti di Hitler un atteggiamento di grande fermezza. Nonostante i bombardamenti della Luftwaffe (l'aviazione tedesca), gli inglesi non solo oppongono una resistenza strenua, ma riescono ad infliggere ai nemici delle perdite.

Scesa in guerra, l'Italia fascista il 28 ottobre 1940 attacca la Grecia, ma con scarso profitto. La guerra, intanto, si estende in Nord Africa. Per fronteggiare qui l'avanzata degli inglesi, Hitler invia un corpo di spedizione con a capo il generale Erwin Rommel, sopranominato in seguito "la volpe del deserto", che ottiene significativi successi. Nella prima metà del 1941 i tedeschi occupano la Bulgaria e, insieme agli italiani, la Jugoslavia, la Grecia e Creta.

Mentre gli Stati Uniti deliberano di aiutare la Gran Bretagna, Hitler tenta una mossa temeraria: attaccare l'Unione Sovietica, nonostante i due Paesi abbiano firmato, in un recente passato, un patto di non aggressione. Vari motivi spingono il Fuhrer all'audace decisione: la necessità di prevenire un attacco da Est, la speranza di impadronirsi delle ricche risorse agricole e industriali russe, ma soprattutto è spinto dall''avversione ideologica contro il comunismo. Sul fronte russo non si contrappongono dunque due eserciti, bensì due sistemi politici antitetici.

Hitler conta su una rapida avanzata nel territorio russo, ma la resistenza che incontra è maggiore del previsto. Quella che doveva essere una guerra-lampo si trasforma in una guerra di logoramento, che danneggia soprattutto i tedeschi.

Il Giappone, alleato di Germania e Italia avanza conquistando territori in Asia. La tensione con gli Stati uniti sfocia nella dichiarazione di guerra che i nipponici presentano il 7 dicembre 1941. Drammatico è l'attacco aereo, con cui i giapponesi distruggono la flotta americana nella base di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii.

L'inverno 1941-1942 vede ancora i tedeschi in vantaggio sugli alleati: tutta l'Europa continentale, ad eccezione della Svezia, della penisola iberica e della Svizzera è sotto il tallone nazista. Sono centinaia di migliaia i prigionieri deportati nei campi di lavoro tedeschi, mentre gli ebrei vengono condotti nei campi di sterminio di Buchenwald, Dachau, Mauthausen e Auschwitz, dove vengono sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori.

Con gli Stati Uniti a fianco degli Alleati, l'andamento della guerra cambia. Purtroppo, i bombardamenti indiscriminati si infittiscono e non di rado fanno strage di civili. Le città europee, ricche di storia, sono ridotte a cumuli di macerie.

Sul fronte russo l'Armata Rossa riesce ad infliggere una sonora sconfitta alle truppe tedesche del generale von Paulus nella battaglia di Stalingrado. Gli americani avanzano in Africa settentrionale, assumono il controllo del Mediterraneo e sbarcano in Sicilia, assestando un duro colpo al regime fascista e preparandone il crollo. Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo sfiducia Benito Mussolini. Il re Vittorio Emanuele III lo destituisce e lo fa arrestare. Il re affida poi il governo al maresciallo Badoglio che il 3 settembre 1943 firma, a Cassibile in Sicilia, l'armistizio con gli Alleati.

L'Italia è di fatto divisa in due: gli Alleati controllano il Meridione mentre i tedeschi occupano l'Italia centro-settentrionale. Liberato dai paracadutisti tedeschi, Mussolini viene messo a capo della Repubblica Sociale Italiana, con centro a Salò. L'Italia diventa teatro dei primi tentativi di resistenza all'occupazione tedesca, ad opera di cittadini, lavoratori e delle brigate partigiane.

La Resistenza non è un fenomeno unicamente italiano, ma riguarda la Polonia, la Russia, la Iugoslavia e persino la Germania, dove culmina in un attentato ad Hitler nel 1944, represso nel sangue. Spesso i partigiani sono supportati dai partiti politici che i regimi fascisti hanno messo al bando.

Tra l'estate del 1943 e l'inizio del '44 i russi fanno indietreggiare i tedeschi, conquistando ampi territori. Nel frattempo, gli americani bombardano pesantemente la Germania.

Decisivo sugli esiti della guerra è lo sbarco in Normandia delle truppe alleate che avviene, sotto la guida del generale Eisenhower, nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944. Tale azione costringe i nazisti a ripiegare anche sul fronte occidentale e ad abbandonare i territori conquistati.

Mentre i partigiani locali liberano la Jugoslavia e la Grecia, in Francia si insedia il governo del generale De Gaulle, nemico irriducibile dei nazisti. I russi si spingono fino alle porte di Berlino, mentre gli Alleati varcano il Reno il 7 marzo 1945. Mussolini, mentre tenta la fuga in Svizzera, viene catturato e fucilato a Dongo dai partigiani. Quando Berlino cade in mano sovietica, Hitler si suicida.
A Hitler succede l'ammiraglio Doenitz, che firma una resa senza condizioni.

Il Giappone cerca di opporre una ostinata resistenza all'avanzata statunitense nel Pacifico. Celebri diventeranno i suoi piloti kamikaze che si schiantano, con i loro aerei carichi di bombe, contro le navi americane. Il presidente Henry Truman, succeduto al defunto Roosevelt, prende la drastica decisione, dopo un ultimatum respinto, di sganciare ordigni atomici sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki il 6 e il 9 agosto. Il 14 agosto 1945 anche il Giappone si arrende senza condizioni.

Riferimenti bibliografici:

R. Villari, Storia contemporanea, Bari-Roma, Laterza, 1975