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Il nuovo pontefice: papa Francesco

Sono le venti e ventidue del 13 marzo 2013, a Roma, quando Jorge Mario Bergoglio, già arcivescovo di Buenos Aires, si affaccia dalla finestra della basilica per salutare una folla di fedeli festanti, malgrado il freddo e la pioggia. E' stato eletto in sole ventiquattro ore, al quinto scrutinio. Un miracolo di efficienza di cui danno prova i vertici della Chiesa cattolica. Forse il conclave, composto da 115 cardinali, fornisce, con l'elezione del nuovo pontefice, un modello di sapienza millenaria e di governo rapido ed efficiente soprattutto per il vicino Parlamento della Repubblica Italiana, dominato invece, proprio in quei giorni, dalla lentezza, dall'indecisione e dal grigiore.

E' lui, il cardinal Bergoglio da Buenos Aires, il nuovo papa, il primo papa latinoamericano, il primo papa gesuita, dopo che Benedetto XVI ha lasciato il suo incarico, con una decisione sofferta quanto coraggiosa, caso quasi unico nella storia della Chiesa. Un'elezione per certi versi inattesa, ma salutata con grande speranza.

Jorge Mario Bergoglio nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Il bisnonno era italiano, delle campagne vicine ad Asti. In gioventù Bergoglio studia ingegneria chimica, ma, spinto dalla forte vocazione, diventa sacerdote gesuita. Conosce il duro lavoro e la malattia. Insegna teologia, psicologia, letteratura e filosofia. Il suo temperamento semplice e socievole, quanto fermo e deciso, lo induce a schierarsi vicino ai deboli, ai poveri, ad esercitare il proprio ministero nelle favelas argentine, laddove la miseria materiale e morale è più acuta.

L'Argentina, vittima di dittature sanguinose e di crisi economiche drammatiche è la sua palestra di vita, che lo fa maturare come teologo e come uomo. Da vescovo, vive in maniera austera. E' un "vescovo di strada". Preferisce muoversi in autobus invece che in auto, si cucina i pasti da solo. Incoraggia i suoi sacerdoti a mescolarsi tra la gente, ad uscire dalle chiese, a dire messa persino sulle strade se è necessario. Fa costruire case per anziani e per bambini di cui i genitori non possono o non sanno occuparsi, fa battezzare i figli delle madri nubili, visita con regolarità i detenuti, apre dei centri per il recupero dei tossicodipendenti.

"Fratelli e sorelle, buonasera...", sono le prime parole che pronuncia papa Bergoglio, dalla finestra di San Pietro. Questo incipit colloquiale e amichevole condensa il suo carattere e il suo programma pontificio: riportare la chiesa alla semplicità e umiltà delle origini e all'autenticità del messaggio cristiano, liberarsi da formalismi e protocolli che allontanano il clero dalla gente comune e dai loro problemi.

"Sapete che il dovere del conclave era quello di dare a Roma un vescovo", prosegue il prelato argentino, ""sembra che i miei fratelli cardinali siano andati fino quasi alla fine del mondo per prenderlo". Anche queste frasi sono rivelatrici della personalità, della simpatia e del progetto del nuovo pontefice. Il centro della Chiesa, Roma e l'Europa, sono in crisi, forse soltanto la periferia del mondo con umiltà e concretezza riusciranno a salvarle e a rinnovare la fede.

E per sottolineare la sua ispirazione alla semplicità e alla povertà, padre Bergoglio decide di chiamarsi Francesco, in onore a colui che si spogliò di tutti i suoi averi per amore di Cristo.

Già alle sue prime uscite il nuovo papa si è guadagnato il favore popolare. Carismatico e comunicativo, insofferente di ogni ostentata solennità, di ogni cerimonia ampollosa e di ogni simbolo del potere, egli svolge il proprio ufficio in maniera informale, con energia e sobrietà. Non ha paura di dimostrare la propria vulnerabilità e fallibilità di uomo. Non crede nelle gerarchie consolidate, ma ama una Chiesa che vada dal basso verso l'alto. Per lui sono i poveri il tesoro della Chiesa. Crede nella bontà e nella tenerezza, nel perdono e nella dolcezza, nella misericordia e nella pazienza, nell'incontro e nell'unità, nell'armonia tra gli uomini. Si batte per il rispetto della dignità di ogni essere umano. Crede nel dialogo interreligioso, all'insegna del reciproco riconoscimento che permetta di trovare tra gli interlocutori un comune denominatore di fratellanza. Si batte per una Chiesa che torni ad essere un solido punto di riferimento spirituale, al di sopra delle diverse fazioni, indipendente dai poteri temporali, in un mondo attraversato da laceranti conflitti geopolitici e interreligiosi e, soprattutto, da una grave crisi di valori di cui la crisi economica è probabilmente soltanto un riflesso.

In alcuni ambiti della riflessione morale, papa Francesco è un conservatore: egli è contro l'aborto, l'eutanasia e i matrimoni gay. Per lui la Chiesa non deve piegarsi ai facili applausi e alla passiva adesione ai dogmi delle ideologie alla moda.

A papa Bergoglio è affidato il difficile compito di fronteggiare i problemi interni alla Chiesa Cattolica: gli scandali, gli abusi sessuali di cui hanno parlato i media, la crisi di vocazioni, le notizie riservate uscite persino dalle private stanze del precedente pontefice, le minacce scismatiche, le rivalità, le ambizioni personali, l'affarismo, forse la corruzione che allignano nella curia romana.

Oggi, anche chi non crede guarda al papa come a un'autorevole guida spirituale cui chiedere di lenire gli affanni interiori e personali e di contrastare con la forza dei suoi messaggi profondi e autorevoli i disordini sociali e collettivi. Di restituirci pace, serenità e speranza. Ne abbiamo tutti bisogno. Guardiamo a papa Francesco con fiducia e fino ad ora non ci ha delusi.

Riferimenti bibliografici:

Bergoglio, J.M., Rubin, S., Ambrogetti, F., Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta, Milano, Salani, 2013
Tornielli, A.
, Jorge Mario Bergoglio. Francesco. Insieme. La vita, le idee, le parole del papa che cambierà la Chiesa, Milano, Piemme, 2013
The Staff of The Wall Street Journal, Papa Francesco. Dalla fine del mondo a Roma, New York, HarperCollins, 2013
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Pagina aggiornata il 12.06.13
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