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Il fascismo

Il trentennio, che si estende dalla fine della prima guerra mondiale alla conclusione della seconda, vede succedersi in Europa avvenimenti politici, militari, economici e sociali sconvolgenti. Eventi come la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa, il disfacimento dell'impero austroungarico, l'avvento dei nuovi totalitarismi (comunismo, fascismo e nazismo), la gravissima crisi economica del 1929, la guerra civile in Spagna e infine il secondo conflitto mondiale lasciano tracce indelebili nel tessuto sociale e politico del vecchio continente.

La Germania, ritenuta unica responsabile della prima guerra mondiale, è sottoposta a sanzioni vessatorie da parte delle altre potenze vincitrici. Le condizioni economiche che le vengono imposte sono così onerose da creare le premesse per la bancarotta e l'ascesa del partito nazista di Adolf Hitler, negli anni successivi.

Anche le nazioni vincitrici, ad eccezione degli Stati Uniti, escono dalla guerra malconce. Compresa l'Italia, che vive un dopoguerra pieno di inquietudini. Il primo conflitto mondiale ha comportato, per l'Italia, 600.000 morti e altrettanti feriti. La vittoria, a fronte di sacrifici e fatiche imponenti, non ha portato i benefici territoriali ed economici sperati. Rabbia e rancore serpeggiano in tutte le classi sociali.

Le elezioni del 1919 vedono la vittoria dei partiti di massa, socialisti e popolari. Nel 1920 Giolitti torna al governo per la quinta volta, ma non riesce ad arginare le tensioni che percorrono il Paese. Il 1920 vede sindacati e operai protagonisti nell'occupazione delle fabbriche.

Nelle elezioni del 1921 il nascente partito fascista, fondato da Benito Mussolini, riesce a portare in Parlamento 35 deputati.

Alla guida del governo, Giolitti lascia la mano prima a Ivanoe Bonomi, poi a Luigi Facta, ma la loro azione si rivela inconcludente. In seguito alla marcia fascista su Roma, nel 1922 si forma il governo di coalizione Facta-Mussolini.
Mussolini procede a liquidare progressivamente lo stato liberale, attraverso la violenza e le misure repressive. Nelle elezioni del 1924 i fascisti ricorrono a dei brogli, che vengono denunciati dal deputato socialista Giacomo Matteotti. Un commando fascista procede al suo assassinio.

Anche dopo questo grave episodio, opposizione e monarchia non riescono tuttavia, troppo deboli, divise e incerte, a ripristinare la democrazia. Nel 1925 Mussolini tiene un celebre discorso alla Camera. Inizia la vera dittatura. Mussolini scioglie i partiti, promulga leggi liberticide e manda migliaia di oppositori in carcere o al confino. Nello stesso tempo il partito fascista usa, per creare consenso, i mezzi della propaganda.

Durante la sua ascesa, Mussolini si avvale del sostegno di industriali, commercianti, professionisti, proprietari terrieri, e in genere di tutto quel blocco sociale moderato ostile al cambiamento. Il regime provvede a sospendere le elezioni, abolire la libertà di stampa e introdurre la censura. L'opposizione politica poteva svolgersi unicamente in modo clandestino, con tutti i pericoli del caso. Le organizzazioni sindacali vengono vietate, gli scioperi proibiti, i lavoratori raggruppati in 22 corporazioni. I dipendenti pubblici sono obbligati a sottoscrivere la tessera di appartenenza al Partito fascista, pena il licenziamento.

Sul fronte della propaganda , il regime diede grande importanza al controllo dell'informazione e alla formazione dei giovani, al fine di creare un'opinione pubblica favorevole. Mussolini, che proveniva dal giornalismo, diede grande importanza alla radio (l'EIAR era l'ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e al cinema, con i documentari dell'Istituto Luce proiettati, nelle sale cinematografiche, prima dei film. Venne istituito il Ministero della Cultura popolare (Minculpop). Il regime "fascistizzò" anche il tempo libero degli italiani, con l'istituzione dell'opera Nazionale Dopolavoro, l'Opera Nazionale Balilla (sostituita poi dalla Gioventù Italiana del Littorio), i Gruppi Universitari Fascisti (GUF) destinati a formare la futura classe dirigente. 

La donna, durante il fascismo viene relegata al ruolo di madre (la patria aveva bisogno di molti figli) e "angelo del focolare", esclusa dall'insegnamento e dalla pubblica amministrazione

Nel 1929 i fascisti firmano con lo Stato Vaticano, il Concordato tra Stato e Chiesa, chiudendo una diatriba che durava dall'Unità d'Italia. La crisi economica del 1929 colpisce l'Italia soltanto parzialmente. Il regime vi reagisce investendo denaro in grandi opere pubbliche e adottando misure di politica sociale, che non fanno altro che allargare la sua base di sostenitori. 

Il fascismo crea l'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e trasforma l'economia italiana in un'economia mista, in parte privata e in parte di Stato. Interviene a favore dell'agricoltura con grandiose opere di bonifica di vasti territori. Promuove l'assicurazione obbligatoria per i lavoratori, istituisce la previdenza contro le malattie più gravi e tutela l'infanzia. Organizza le colonie estive al mare e in montagna per le vacanze dei figli dei lavoratori

Durante il Ventennio fascista l'Italia riprende una politica coloniale aggressiva: le nostre truppe invadono l'Etiopia e, nel 1936 viene proclamato l'Impero.

Per questo atto di aggressione di un paese straniero, la Società delle Nazioni commina all'Italia delle sanzioni ,che isolano il fascismo sul piano internazionale. Mussolini allora si avvicina al Fuhrer tedesco Adolf Hitler e dà vita prima all'asse Roma-Berlino, poi al "patto d'acciaio". In questo modo però l'Italia fascista lega pericolosamente le proprie sorti a quelle della Germania nazista.

Nell'ottobre del 1938, a imitazione del nazismo, il fascismo italiano promulga le leggi razziali contro gli Ebrei, in seguito alle quali gli Ebrei vengono emarginati dalla vita civile, sociale e politica, estromessi dalla scuola, dal servizio militare e dagli impieghi statali, con il divieto di contrarre matrimoni "misti". Si diffonde così anche in Italia l'antisemitismo.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, l'Italia rimane neutrale. Mussolini condurrà la nazione in guerra nel 1940, convinto che sarà un conflitto breve e l'alleanza con i nazisti ricca di vantaggi. Purtroppo l'improvvida decisione di Hitler di attaccare la Russia dimostrerà che le sue previsioni erano sbagliate.

Nel luglio del 1943 il regime fascista crolla, Mussolini viene arrestato e la guida del governo è assunta dal generale Pietro Badoglio, che, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’8 settembre firma l’armistizio con gli angloamericani. Mussolini, liberato poco dopo dai tedeschi, fonda la Repubblica Sociale Italiana (o Repubblica di Salò), ultimo disperato tentativo di mantenere in vita il proprio potere. L’Italia è divisa in due, con le forze di occupazione nazista che lentamente si ritirano, sconfitte dalle truppe alleate. La liberazione definitiva del territorio italiano avverrà nell’aprile del 1945. Fatto prigioniero mentre tenta la fuga in Svizzera, Mussolini viene ucciso a colpi di mitra dai partigiani il 28 aprile 1945.

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Pagina aggiornata il 13.06.15
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