Nella nostra epoca, almeno nella società occidentale, il denaro è la misura di tutte le cose. Si può dire che il denaro non è più da lungo tempo un mezzo, ma è diventato un fine. Possedere denaro equivale ad avere potere, acquisire uno status sociale elevato, poter esibire uno stile di vita dispendioso che ci elevi sulla massa. E tutta la nostra esistenza finisce così per ridursi alla sottomissione alle leggi e agli standard dell’economia e della finanza.
Il denaro viene a rivestire una rilevanza ancora maggiore in un’epoca di crisi economica, come quella che stiamo attraversando. Le persone e le famiglie tendono a nascondere il proprio impoverimento, ne provano vergogna.
La nostra società consumistica ci induce falsi bisogni, tramite i cosiddetti “persuasori occulti”, i media e la pubblicità. E per soddisfare tali bisogni, che alimentano desideri sempre nuovi, bisogna disporre di molto denaro, per cui siamo costretti ad uno stile di vita alienato e distruttivo: lavorare sempre di più, produrre sempre di più, per consumare in modo parossistico. Un circolo vizioso cui pochi di noi riescono a sottrarsi. Già Socrate, uno dei quattro grandi maestri dell'umanità (insieme a Buddha, Confucio e Gesù Cristo) aveva intravisto il pericolo costituito da questo modo di intendere la vita. Aggirandosi 2500 anni fa per il mercato di Atene, una volta, osservando la merce esposta, disse: "Quante cose di cui posso fare a meno".
Il denaro è comunque importante. La scrittrice e poetessa statunitense Dorothy Parker annotò che la frase "si allega assegno" è una delle piu dolci in tutte le lingue. I ragazzi dovrebbero essere educati pertanto, fin da piccoli, ad attribuire ai soldi il loro giusto valore. A sapere utilizzare il denaro senza sprecarlo, senza contrarre debiti difficilmente ripagabili. L'educazione al vivere deve rivalutare il concetto di risparmio, che va contrapposto a quello di spreco. Risparmio che va esteso non soltanto al denaro, ma deve anche riguardare azioni come il sapere dosare le proprie energie e l’impiego del proprio tempo. Risparmiare diventa forse il metodo più efficace per liberarsi dalla dipendenza dal denaro.
In conclusione, finché il denaro rimane un mezzo, può contribuire al raggiungimento della felicità. Ma, oltre una certa soglia, come dimostrano molte ricerche compiute nell’ambito delle discipline sociali, - e come suggeriscono i saggi di tutte le epoche, a partire dal francese Montaigne (1533-1592) - più denaro può costituire un ostacolo al conseguimento della nostra gioia di vivere e della nostra serenità.
Riferimenti bibliografici: V. Andreoli, Il denaro in testa, Milano, Rizzoli, 2012 M. de Montaigne, Saggi, Milano, Bompiani, 2014 D. Parker, Tanto vale vivere, Milano, Astoria, 2021 G. Simmel, Filosofia del denaro, Milano, Ledizioni, 2019