Da ormai più di un anno stiamo combattendo contro una
pericolosa pandemia, quella causata dal virus SARS-CoV-2.
SARS sta per "Severe Acute Respiratory Syndrome". Un'epidemia
causata da un virus simile, il SARS-CoV, si verificò, a partire
dalla Cina, nel 2002. Molto più letale dell'attuale pandemia,
la SARS causò 790 morti, ma venne
fortunatamente debellata in breve tempo.
Il virus SARS-CoV-2 appartiene alla vasta famiglia dei
coronavirus. Probabilmente, in origine, ospite di un particolare
tipo di pipistrello della foresta cinese, il
virus si è trasmesso all'uomo tramite l'uso alimentare. Per
inciso, le malattie causate dal salto di specie, dalla
trasmissione di un virus dall'animale all'uomo vengono chiamate
zoonosi.
C'è chi ipotizza che il salto di specie (spillover) sia
stato più complesso e che il virus, prima di contagiare l'uomo,
abbia soggiornato nel corpo di un altro animale, oltre al
pipistrello: il pangolino, un mammifero che
vive in Asia e in Africa, una sorta di formichiere, catturato e
ucciso in alcune aree geografiche a scopo alimentare, oppure
impiegato nella preparazione di rimedi della medicina
tradizionale locale e nel confezionamento di oggetti di pelle
(borse, cinture, portafogli e stivali) da esportare in tutto il
mondo.
Il morbo o malattia che il virus Sars-CoV-2 causa nell'uomo è
denominato COVID-19.
Il virus va incontro a mutazioni e si trasmette da uomo a
uomo tramite goccioline (droplet)
oppure aerosol, che escono dal naso e
dalla bocca di un soggetto contagiato. Oppure si trasmette per contatto,
quando cioè tocchiamo oggetti contaminati dal virus e portiamo
poi le mani alla bocca, al naso e agli occhi.
Bocca, naso e occhi sono appunto le porte
d'ingresso del virus nel nostro corpo.
Per sapere se il nostro organismo ha contratto il
virus si eseguono degli specifici esami microbiologici di
laboratorio: il tampone naso-faringeo, quello
orofaringeo e i test sul sangue.
Tramite questi esami possiamo identificare il genoma
(di regola) o le proteine virali. Tramite i test
sierologici invece possiamo apprezzare la presenza di una
risposta anticorpale.
Di norma la malattia si manifesta, nelle sue forme più gravi, sotto forma di polmonite ed insufficienza respiratoria, ma in verità si tratta di un'infezione sistemica, in grado di colpire molti apparati del corpo umano.
I sintomi di esordio del COVID-19 sono
rappresentati solitamente da febbre, tosse
secca, spossatezza, spesso
accompagnati da raffreddore, dolori muscolari e disturbi del
gusto e dell’olfatto. Al momento non esistono terapie
risolutive, ma si ricorre tuttavia, nei diversi stadi del morbo, a farmaci e procedure che hanno dimostrato di mitigare
la progressione dei sintomi e della malattia.
Il COVID-19 può avere un decorso grave, può portare a morte, ma
c'è da aggiungere che la maggior parte delle persone
contagiate dal virus non sviluppa la malattia oppure la contrae
in forma lieve.
La trasmissione del virus è condizionata dal
comportamento umano. Perciò dobbiamo adottare tutta una
serie di misure protettive, a difesa nostra e
degli altri: l'uso delle mascherine (che devono
coprire bocca e naso), il distanziamento sociale
(distanza di almeno un metro da un'altra persona), il
lavaggio delle mani, talvolta sostituito dalla frizione
con gel idroalcolico, l'uso corretto di guanti
e di altri dispositivi di protezione individuale (DPI),
l'uso appropriato di antisettici e
disinfettanti, l'aerazione degli ambienti,
l'isolamento e la quarantena per i soggetti
infetti e i loro contatti.
Al momento è in corso una campagna vaccinale che dovrebbe
consentire lo sviluppo della cosiddetta immunità di
gregge e che potrebbe portare all'eradicazione della
malattia.
Si spera che in futuro l'uomo e il SARS-CoV-2 possano trovare
una forma di equilibrio e di convivenza e che il coronavirus
responsabile dell'ultima pandemia possa trasformarsi in un
banale virus, come quello del raffreddore.
Tuttavia gli esperti sottolineano i pericoli infettivi che
potrebbero riservarci i prossimi decenni. A fronte di
investimenti sempre più scarsi nel campo della
prevenzione sanitaria, il processo di
globalizzazione in atto, con spostamenti delle persone
sempre più rapidi, frequenti e numericamente consistenti e con
un modello di sviluppo che turba equilibri ecologici secolari,
ci espone a gravi pericoli.
Scrive il quotidiano Il Sole 24 Ore, nel recensire un
libro sulle pandemie presenti e future scritto da un suo
redattore: "Incremento della popolazione, invasione degli spazi
che prima erano della natura e contatto sempre più ravvicinato
con specie animali selvatiche, deforestazione, inquinamento e
cambiamenti climatici ci mettono di fronte a un rischio
crescente e molto probabile di nuove epidemie e ci rendono
sempre più deboli".
Urgono quindi sforzi coordinati da parte di tutte le nazioni per
una gestione globale dei problemi relativi alla salute.
Riferimenti bibliografici:
Losi, M.,
La prossima pandemia, Gruppo 24 Ore, 2020
Quammen, D.,
Spillover, Adelphi, 2017
Quammen, D.,
Perché non eravamo pronti, Adelphi, 2020
Vineis, P.,
Salute senza confini, Codice, 2014
"La prossima pandemia? Ecco il manuale antipanico", Il Sole 24 Ore,
16 luglio 2020