Edoardo Nesi, Storia della mia gente. La rabbia e l'amore della mia vita da industriale di provincia, Bompiani, 2010

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copertina libroDopo il successo di L'età dell'oro, Edoardo Nesi, narratore (e cineasta) toscano nato a Prato nel 1964, ci consegna un nuovo prodotto che mi sembra riprendere il glorioso filone italiano della cosiddetta "letteratura industriale". In Storia della mia gente, ci parla della sua gioventù, trascorsa tra serate alla Capannina a Forte dei Marmi, lettura amorevole dei grandi americani, in particolare di Francis Scott Fitzgerald e ambiziosi vagabondaggi estivi presso i più prestigiosi campus americani. Ma soprattutto racconta la storia dell'azienda di famiglia, il Lanificio T.O. Nesi & Figli S.p.A., dalla sua nascita, nei lontani anni Venti, fondata da nonno Temistocle Nesi, al suo inopinato declino, materializzatosi con la vendita dell'azienda di famiglia nel settembre del 2004. Una vicenda emblematica, simile a quella vissuta da tanti artigiani che, soprattutto nel dopoguerra, con la determinazione, l'intuizione, l'intraprendenza e il duro lavoro, nonché la concomitanza di circostanze favorevoli e irripetibili, avevano saputo creare una fiorente industria, messa in crisi oggi dalla sleale concorrenza cinese.

Un libro che mischia piacevolmente letteratura ed economia e si trasforma ben presto in un argomentato libello contro il liberismo e la globalizzazione senza regole, contro quel pensiero unico che, appoggiato acriticamente persino dai professori di economia delle nostre università, crede, - infantilmente secondo l'autore -, nell'apertura totale delle frontiere come generatore miracoloso e sicuro di benessere.

Nelle pieghe della narrazione il lettore avverte il giustificato, ma non sempre condivisibile livore di chi ha perso una parte di ricchezza e privilegi, che credeva eterni, ma si tratta comunque di un libro vero, che si legge volentieri, che parlando di esperienze concrete e vissute ci racconta la realtà di oggi con più efficacia di un saggio di economia o di sociologia.

Ci spiega cos'è un distretto industriale, come quello tessile di Prato, prototipo di quei distretti industriali che hanno trasformato l'Italia, a cavallo della metà del Novecento, in una potenza economica moderna, come nasce, quali sono i suoi punti di forza, ma anche quali sono le sue innumerevoli fragilità, che la globalizzazione dei mercati e la concorrenza asiatica hanno spietatamente evidenziato, distruggendone il delicato equilibrio e, soprattutto, gettando tanti bravi lavoratori e imprenditori italiani sul lastrico.

Un romanzo autobiografico che rischia di lambire persino i melmosi territori del razzismo, senza tuttavia mai scivolarci dentro. 

Se il compito della nuova narrativa è quella di raccontarci la realtà contemporanea, diciamo che Nesi con questo libro ha centrato pienamente l'obiettivo.

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Pagina aggiornata il 15.06.11
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