Il libro Sono normale? di Sarah Chaney esamina in dettaglio l'evoluzione del concetto di "normalità" nel corso degli ultimi due secoli. L'autrice offre una prospettiva approfondita su come questo termine, in principio limitato all'ambito della matematica (era considerato "normale" un angolo retto), si sia poi trasferito all'astronomia e alla statistica, espandendosi e trasformandosi da ultimo in un concetto carico di implicazioni sociali, culturali e mediche. Il testo esplora come la normalità sia stata associata alla conformità sociale e al desiderio di essere accettati, mettendo in luce come ciò abbia influenzato profondamente la vita di molte persone.
Il saggio della Chaney che, oltre che dalla storia, prende spunto dalle esperienze personali di esclusione patite dall'autrice, inizia dunque soffermandosi sulle origini matematiche della nozione di normalità. Il libro inizia appunto esaminando le radici del concetto di normalità nella matematica, in particolare con la curva di Gauss, per poi analizzare come si sia esteso all'ambito umano.
Altri punti chiave del saggio della Chaney riguardano la normalità come ideale sociale: la ricercatrice del Queen Mary Centre di Londra esplora il desiderio di conformarsi alle aspettative sociali e il ruolo della normalità in questo contesto. La pressione sociale per essere "normali" è uno dei temi centrali del suo saggio.
Prende successivamente in considerazione il rapporto tra normalità e salute, sottolineando come la normalità sia stata associata alla salute, portando alla creazione di definizioni patologiche di "non normalità" e influenzando la medicina.
Infine compie una disamina del pericoloso connubio tra normalità ed eugenetica, abbinamento che apre scenari particolarmente inquietanti: Sarah Chaney esamina il ruolo della eugenetica nell'idealizzare chi è "adatto" o "non adatto" secondo i criteri di normalità di una determinata epoca.
La ricercatrice inglese si sofferma molto a lungo sul rapporto stretto tra la psichiatria e il concetto di normalità, sottolineando il rischio sempre presente di stigmatizzare e patologizzare comportamenti e stili di vita del tutto legittimi, ma in contrasto con l'ideologia dominante.
In conclusione, il libro solleva importanti questioni sulla percezione della normalità e l'importanza di mettere in discussione questo concetto. La storia della normalità dimostra che ciò che è considerato "normale" può variare notevolmente nel tempo e nello spazio ed è spesso influenzato dalle aspettative sociali. L'autrice invita il lettore a riflettere criticamente su come questo concetto influenzi la vita quotidiana e le relazioni sociali.
In definitiva, Sono normale? offre una prospettiva approfondita e stimolante sull'evoluzione del concetto di normalità attraverso due secoli decisivi e controversi di ricerca ossessiva.