Naomi Klein, Shock Economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri, Rizzoli, 2007
(titolo originale: The Shock Doctrine, 2007)
S o c i e t à |
In realtà, - ci dimostra la giornalista e saggista americana Naomi Klein -, l'affermazione globale del liberismo, con la sua illimitata fiducia nelle capacità autoregolative del mercato, si è lasciata alla spalle una vistosa scia di sangue e nei paesi che lo hanno adottato come strumento per uscire da gravi crisi economiche, la deregulation spietata dei mercati ha comportato la fine della democrazia, la disoccupazione generalizzata, l'impoverimento di ampie masse di persone, un abbassamento della qualità dell'istruzione e dell'assistenza sanitaria, il dilagare della corruzione, la persecuzione degli oppositori, la violazione dei diritti umani, il ricorso alla tortura e a ogni tipo di abusi e di violenze. Lungi dal portare, come promesso dagli ambiziosi programmi di riforma, benessere alle popolazioni "soccorse", il laissez faire propugnato dagli apprendisti stregoni dell'economia ha arricchito oltre misura soltanto una ristretta cerchia di persone: gli affaristi, le oligarchie al potere, i tiranni e, soprattutto, le grandi aziende che, approfittando dello shock e del disorientamento di intere nazioni, si sono appropriate con costi irrisori di pezzi pregiati, spesso pubblici, dell'economia di vari stati. Secondo l'autrice un preciso filo rosso collega il liberismo allo shock indotto artificialmente e volontariamente e al totalitarismo. Torture e vessazioni, suicidi e violenze, uccisioni e disperazione non costituiscono un sottoprodotto negativo di un processo benefico, ma i mezzi stessi attraverso i quali l'ideologia dell'avidità e del profitto ad ogni costo viene imposta in tutto il globo con la forza. Soltanto sottoponendo le popolazioni vittime ad uno shock terrificante e incontrollabile, soltanto facendo tabula rasa delle istituzioni vigenti e dei diritti dei lavoratori, si potrà poi avere mano libera nell'organizzare l'economia nel modo più profittevole per la ristretta elite dei vincitori. Naomi Klein percorre gli ultimi cinquant'anni di storia e ci sottopone l'analisi delle trasformazioni, spesso involutive, subite da stati come Cile, Bolivia, Cina, Polonia, Argentina, Russia, Thailandia, Corea, Iraq. Argomenta le proprie tesi, ricorrendo a una scrittura di taglio narrativo di grande chiarezza ed efficacia e riportando con precisione fatti, documenti desecretati, statistiche e dichiarazioni. Un libro corposo (oltre 600 pagine), sconvolgente e intenso, una lettura illuminante e rivelatrice da cui si emerge con il riflesso condizionato di portare la mano alla pistola ogni volta che si sente la parola "privatizzazione".
|
| home | | recensioni | |
Pagina aggiornata il 08.07.12 |