“In ogni epoca esistono persone che decidono di accettare e rispettare un’interpretazione del mondo proposta da altri, siano essi i genitori, gli antenati, i sacerdoti, i professori, o le autorità che governano. Possiamo chiamarli, in senso lato, 'credenti', poiché credono a ciò che insegnano loro questi venerabili maestri. Il loro atteggiamento è simile a quello dei bambini, i quali, se vogliono imparare come va il mondo, non hanno altra scelta che credere a ciò che raccontano gli adulti. [...] Altre persone, al contrario, smettono di essere credenti quando cominciano a farsi adulte. Decidono di pensare per conto proprio e di mettere in discussione quello che hanno imparato invece di credere ciecamente a tutto. Studiano la realtà, si attengono a ciò che l’esperienza dimostra, confrontano opinioni diverse e magari anche opposte a quelle che hanno ascoltato dai propri genitori o maestri. Soprattutto, si fidano più dei propri ragionamenti che delle pur venerabili lezioni altrui. [...] Io li definirei semplicemente ‘pensanti’. La battaglia delle idee, dunque, si scatena tra ‘credenti’ e ‘pensanti’.
In alcune epoche prevalgono chiaramente i primi, ma a volte sono i secondi a imporsi”
La filosofia è un insegnamento ostico. O almeno a me così è sempre sembrata. Ricordo lo sforzo mentale necessario per assimilare i concetti delle prime letture scolastiche del manuale. La difficoltà di recepire i ragionamenti spiegati a lezione. Bisogna familiarizzare con un gergo e un modo di procedere piuttosto impervio. Per diversi anni la filosofia l’ho abbandonata. Non mi sembrava nemmeno così necessaria per vivere.
Oggi ho un ritrovato entusiasmo per questa disciplina, proprio nel momento storico in cui viene dileggiata a favore dello studio delle cosiddette scienze dure, più utili, sembra, per trovare un ben remunerato sbocco lavorativo. Ho capito quanto sia importante e utile, proprio per vivere, mettere in discussione tutti i luoghi comuni, i modi di pensare e di esistere della maggioranza della gente. Superare il conformismo e sottoporre tutto a un esame critico, in particolar modo i cliché della cultura dominante, mi fa star bene. Meditando sui pensieri dei filosofi, almeno di quelli per cui ho una maggiore, istintiva simpatia, mi dà l'impressione di allenare l'elasticità mentale e il pensiero creativo
Pertanto oggi leggo avidamente testi di filosofia, spesso capendoci ancora poco, testi di filosofi, ma anche manuali divulgativi come questo di Savater, che ho molto apprezzato. Lo studioso spagnolo ci squaderna una storia della filosofia scritta in modo semplice e chiaro, comprensibile anche a chi non abbia nessuna conoscenza preliminare della materia. Le idee dei filosofi sono esposte in modo sintetico, ma accattivante, e sono precedute da una breve biografia dell’autore trattato, che traccia un rapido schizzo del carattere e della personalità del filosofo esaminato, rendendolo un essere umano vivo e partecipe del proprio tempo. Così, alcuni particolari biografici fanno scattare in chi legge delle affinità impreviste, determinati concetti aprono mondi e riflessioni infinite.
Ne esce una galleria di ritratti e di idee che avvincono il lettore, a riprova che la storia della filosofia (oggi
si sbeffeggia l'insegnamento della storia della filosofia perché ritenuto
un metodo didattico noioso e sorpassato) può risultare in verità uno studio avvincente e capace di sollecitare riflessioni e suggestioni anche
presso un pubblico non specializzato. Per me il libro di Savater ha rappresentato, per esempio, un'occasione di ripasso e di chiarificazione di concetti che mi erano ancora parzialmente oscuri.
Una lettura, dunque, piacevole e rilassante, un manuale di filosofia
for dummies, che vi farà riconciliare definitivamente con la materia.