Medico, psichiatra e psicoterapeuta, nonché consulente personale di atleti, allenatori, manager e artisti di livello internazionale, Matteo Rampin
(Venezia, 1966) propone un
metodo di studio a grandi linee così strutturato:
- leggere il testo di studio con attenzione;
- rileggere lentamente e, con una matita in mano, sottolineare i
passaggi importanti, escludendo il resto;
- dopo questa opera di prosciugamento del testo, rileggere la
parte sottolineata, trovando per ogni paragrafo il
concetto più
importante e, per ogni pagina, il paragrafo più importante;
- evidenziare quindi ciò che si è trovato;
- provare a ripetere i concetti evidenziati: essi costituiscono
il riassunto del testo.
Questo è, grosso modo, lo scheletro del metodo di studio proposto. Ma, accanto a questa tecnica di base, ci sta tutto un corollario di considerazioni estremamente importanti, una sorta di filosofia che accompagna l'intera attività di studio.
Studiare esige una pianificazione accurata delle proprie attività. Se si vogliono raggiungere gli obiettivi non ci si deve abbandonare al caso, alle emozioni o all'estro del momento. Imparare richiede una strategia, ovvero l'arte e la scienza di ottenere dei risultati. "Lo studio mette alla prova non solo l'intelligenza ma anche molte altre facoltà come l'autocontrollo, la forza d'animo, la costanza".
Fondamentale è chiarire a se stessi la motivazione
che ci spinge a studiare, quali obiettivi di vita
intendiamo raggiungere. La motivazione ci induce a generare l'energia
necessaria ad affrontare le fatiche dell'apprendimento.
La gestione del tempo da dedicare allo studio è
importantissima. Bisogna saper sviluppare la pazienza
necessaria per rinunciare al piacere immediato in vista di una
gratificazione futura.
Studiare con profitto implica lo sviluppo di una abilità
essenziale: sapersi organizzare: dare una
forma alle nostre giornate, stabilire un ordine
e vincere il caos.
L'apprendimento abbisogna di un'attenzione concentrata, focalizzata, che eviti il multitasking. Per fissare i contenuti nella memoria a lungo termine è necessario ripetere quanto studiato. Il sonno favorisce "la rielaborazione e la fissazione dei ricordi", per cui sarebbe bene ripetere i contenuti la sera prima di addormentarsi e la mattina, appena svegli. Lo studente dovrebbe conoscere i propri bioritmi e studiare nelle ore della giornata che gli sono più favorevoli.
Rampin raccomanda una serie di sessioni di studio da 45 minuti ciascuna, intervallate da brevi pause di riposo. Difficilmente la nostra concentrazione supera i 45 minuti. D'altronde anche nei tempi apparentemente di riposo, più o meno lunghi, il cervello continua a lavorare di sottofondo e ad elaborare le informazioni incamerate. Il riposo è necessario per recuperare le energie e a tal fine si dovrebbe evitare di passare l'intera giornata sui libri. La stanchezza, prodromo dell'esaurimento, va riconosciuta e prevenuta.
"Conosci te stesso" è un motto ancora importante. Lo studio richiede la capacità di autovalutarsi con onestà: saper individuare per tempo le eventuali lacune nella propria preparazione. Assumere un atteggiamento sportivo di sfida verso la fatica di imparare materie ostiche aiuta nel mantenere alta la motivazione e a ottenere splendidi risultati.
Lo studente eccellente andrà oltre la preparazione standard, ma cercherà durante l'apprendimento di collegare concetti apparentemente distanti tra loro, di aprire nuove vie. Studierà in maniera attiva e creativamente. Una buona tecnica per imparare è fingersi insegnante, cercare cioè di insegnare ad altri, che sono completamente digiuni della materia, quanto abbiamo imparato, nel modo più semplice possibile. Se ci riusciremo, sarà la cartina al tornasole della validità della nostra comprensione degli argomenti e della nostra preparazione.
Esiste, infine, una sfera psicologica, emotiva, legata alla vita dello studente. Esiste lo stress e l'ansia degli esami, il timore di deludere le proprie aspettative e quelle delle persone per noi significative. Può esistere la paura di fallire e di essere giudicati negativamente dagli altri. Un antidoto alle angosce dello studente può essere la meditazione. Non ultimo, il possesso di un valido metodo di studio può costituire un magnifico strumento per arginare le proprie insicurezze.
Parafrasando Montaigne, Rampin sottolinea che il fine dello
studio non è tanto quello, pur importante, di ottenere delle credenziali, quanto
di diventare migliori e più saggi.
"Chi impara a studiare con metodo" -
conclude l'autore - "impara l'arte di vivere".
Ottimo libro quello di Rampin, ricco di buon senso e di consigli interessanti e condivisibili, ma che si concentra soltanto sull'apprendimento scolastico, facendo forse appello a quell'Io forte e quasi invulnerabile, criticato da più di un filosofo contemporaneo.