Amos Oz, Michael mio, Feltrinelli, 2001
(titolo originale: My Michael, 1968)
N a r r a t i v a |
Sembrerebbero esserci tutte le premesse per un amore coniugale felice e invece a poco a poco, Michael e Hannah si allontanano fino a lasciarsi. È principalmente l'inquietudine e l'insoddisfazione della donna a decretare la fine dell'unione matrimoniale. Michael tratta bene Hannah, ha per lei molte attenzioni, è affidabile ed equilibrato, ma sembra difettare di carica vitale, è prevedibile, abitudinario, privo di senso dell'umorismo, noioso. Un rapporto coniugale il loro, che si usura lentamente, attraverso la monotonia dei giorni, l'incompatibilità dei caratteri e delle aspirazioni e le impercettibili, ma progressive disillusioni quotidiane. Michael è un brav'uomo, ma nemmeno con la sospirata nascita del figlio Yair riesce a tenere legata a sé Hannah, più impetuosa, vivace e sognatrice.
Oz ci descrive, in un bel romanzo ricco di personaggi ben caratterizzati, la complessità dell'animo femminile con i suoi arabeschi e le sue complicazioni estranee al logos maschile. Ma soprattutto il libro ci racconta l'irriducibilità di due personalità diverse e testimonia il cambiamento della vita quotidiana e del rapporto uomo-donna, in un Israele sospeso fra il rispetto della tradizione e i nuovi influssi modernizzatori provenienti dall'Occidente. |
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Pagina aggiornata il 28.11.10 |