immagine ProustMarcel Proust nasce a Auteuil il 10 luglio 1871. Il suo è un ambiente privilegiato. In particolare la madre, Jeanne Weil, appartiene all'aristocrazia ricca e colta. Il padre Adrien, di quindici anni più anziano della moglie, è un medico affermato, specializzato in Igiene, che ricopre incarichi importanti in università e a livello amministrativo. Adrien è un uomo di vasta cultura, imbevuto dello spirito positivista dell'epoca.
Nel 1873 nasce il fratello Robert, che seguirà le orme del padre nel campo della medicina, esercitando con grande successo la professione di chirurgo.

Marcel manifesta già in tenera età problemi di salute - soffre d'asma - che non gli impediscono tuttavia di seguire un ciclo di studi abbastanza regolare. Già dal tempo del liceo, il futuro genio della letteratura prende consapevolezza delle proprie inclinazioni omosessuali. Poco portato per la matematica, la sua formazione è decisamente filosofico-letteraria. Presto si accosta alla pittura e alla musica.

Finito il liceo, Proust compie il servizio militare. Pur non adatto al mestiere delle armi, Marcel conserva di quel periodo della vita un buon ricordo. Nel 1890 muore Adele Weil, la nonna, cui il futuro scrittore è molto legato. Marcel è nel frattempo all'università, anche se nessuna carriera tradizionale sembra attirarlo. Frequenta i salotti mondani più esclusivi. Scrive su riviste letterarie. I suoi primi lavori anticipano già i temi della sua monumentale Recherche. Dopo I piaceri e i giorni, pubblicato nel 1896, Proust scrive un romanzo di formazione, Jean Santeuil, rimasto incompleto e ricco di materiale autobiografico. Verrà pubblicato postumo nel 1952. Nel 1905 muore la madre dello scrittore: si recide così un legame affettivo profondo, che lascerà Proust nella disperazione.

Gli autori che sembrano maggiormente influenzare Proust sono George Eliot, Anatole France, Paul Bourget tra gli scrittori, Carlyle, Emerson e Bergson tra i pensatori e filosofi. La sua ammirazione va inoltre ai grandissimi della letteratura: Flaubert, Balzac e Dostoevskij. Dopo il 1900 studia in modo approfondito l'opera di John Ruskin, il grande estetologo.

La Recherche richiede una lunga elaborazione. È un'opera in perenne divenire. È il frutto di ripensamenti e di continue riscritture, di un io “debole”, fragile e indeterminato, soggettivo alla massima potenza, che concepisce l'arte come momento espressivo sganciato da qualsivoglia ideologia. La Recherche nasce dal raccoglimento interiore, dalla solitudine e dalla oscurità. Da un narratore che ha inteso liberarsi da tutti gli orpelli dell'io. Ciò consente a Proust di accedere a piene mani alle profondità dell'inconscio.

Uno strumento di cui fa largo uso Proust è la memoria involontaria, l'unica in grado di resuscitare ricordi autentici, vivi, con il loro corredo di emozioni e sensazioni. La madeleine inzuppata nel tè restituisce all'autore interi mondi in apparenza dimenticati. In contrapposizione a Sainte-Beuve, Proust elabora una nuova visione dell'io, del ricordo, del tempo. Il tempo dell'interiorità prevale sul tempo dell'esteriorità, ma non impedisce al narratore di aprirsi al mondo esterno, rappresentandolo in tutta la sua ricchezza e complessità. Non si tratta dunque in Proust di mero solipsismo, ma attraverso la memoria involontaria egli recupera e racconta tutto un mondo dimenticato, esterno, che rischiava di essere soffocato dall'oblio, dal silenzio e dall'ombra.

Suoi numi tutelari in questa "discesa agli inferi" sono, per il mondo interiore, Gerard de Nerval, mentre per la rappresentazione oggettiva del mondo esteriore, in tutta la sua vastità e complessità, il Balzac della Commedia umana.

La Recherche venne respinta da vari editori, che restituiscono il manoscritto inviato loro dall'autore. È rimasto nella storia della letteratura il rifiuto che oppose all'opera maggiore di Proust un grande scrittore del Novecento come André Gide. Gide si ricredette in un secondo momento e si dichiarò entusiasta dell'opera.

Alla fine i primi volumi della Recherche furono pubblicati da Grasset, ma le spese di stampa se le accollò Proust. Più tardi Gide convinse Proust a pubblicare i successivi volumi presso la casa editrice che rappresentava, la NRF, di cui divenne proprio allora direttore Gaston Gallimard. Nel 1919 avviene il riconoscimento ufficiale: a Proust viene assegnato il premio Goncourt.

Ammalato di polmonite, Proust muore il 18 novembre 1922, mentre sta ancora lavorando alla sua opera.

Temi

La Recherche è una cattedrale letteraria complessa. Consta di sette parti, legate tra loro. Fuori dalla Francia, l'opera incontra l'apprezzamento subitaneo ed entusiasta di Rilke, Katherine Mansfield e Virginia Woolf. I temi affrontati, sfiorati o dibattuti sono infiniti. Tra i principali possiamo enucleare l'amore come sofferenza; l'arte che può sconfiggere la morte e la caducità. Ogni personaggio della Recherche è costruito come un mosaico di personalità diverse, che si sveleranno e muteranno negli anni, man mano che la vicenda si dipana. Si tratta della cosiddetta  "psicologia nel tempo", che così spiega Proust: "Sapete che c'è una geometria piana e una geometria nello spazio. Ebbene, per me il romanzo non è fatto solo di psicologia piana, ma anche di psicologia nel tempo". I personaggi si manifestano ed evolvono nel tempo. La morte infine trionfa sui corpi deformati dal tempo. Il tempo come distruttore. Soltanto l'arte può riscattarci dalla morte.
Lo studio della vita interiore avvicina Proust ai moderni analizzatori dell'inconscio. La vocazione dello scrittore è la decifrazione di se stesso e degli altri. Nel mentre, Proust ci restituisce l'affresco di un'intera società e non di rado lo scrittore lascia il posto al critico sociale.

Pensiero e forma si compenetrano nello stile proustiano, caratterizzato da lunghi periodi, pieni di subordinate.

Riferimenti bibliografici:
Bongiovanni Bertini, M. Introduzione a Proust, Roma-Bari, Laterza, 1991

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