copertina libroTom e Louise costituiscono una coppia che si è amata per anni, mentre ora i due coniugi si trovano a un bivio nella loro relazione. Entrambi sentono che qualcosa non va e che la loro connessione sta vacillando. Tom è un ex critico musicale disoccupato, mentre Louise è una gerontologa. Tom non desidera più sessualmente la moglie, lei lo tradisce provocandogli rabbia e dolore, nascosti dall'uomo dietro un velo di sorridente indifferenza. La loro relazione procede sotto l’ombra incombente dell'incomprensione e del conflitto, mitigati dall’umorismo pieno di understatement britannico di entrambi. La loro intesa sembra più che altra guastata dall’usura e dalla noia prodotte dal passare del tempo e soprattutto, dalla routine quotidiana, come avviene nell’unione matrimoniale di quasi tutti.

Decidono di cercare aiuto rivolgendosi a una consulente matrimoniale, Canyon Long (“Ma chi potrebbe chiamarsi Canyon? Siamo seri”, ironizza Tom), nella speranza di trovare una soluzione per salvare il loro matrimonio. I due non si aggrediscono, hanno conservato un rapporto, almeno in apparenza, gentile e amichevole. Il loro approccio alla terapia è piuttosto scettico. Mentre aspettano il loro turno, osservano le altre coppie che si sottopongono alla terapia, con ironia, umorismo e compassione.

Prima di ogni seduta, si incontrano in un pub, seduti al solito tavolo, ordinano una birra e un bicchiere di vino, e iniziano a discutere apertamente del loro rapporto. Si scambiano battute divertenti e usano metafore insolite per descrivere la loro situazione. Tom paragona il matrimonio a un paziente moribondo, mentre Louise fa analogie sportive con la vita sessuale e le prestazioni di un centometrista. La conversazione è intensa ma anche divertente, e i due cercano di mettere a fuoco i problemi chiave che affliggono il loro legame. Parlano un po’ di tutto, con leggerezza: l’amore, il sesso, l’amicizia nel matrimonio, i figli.

Man mano che la discussione prosegue, si pongono una domanda fondamentale: "E se il matrimonio fosse come un computer?" Immaginano di aprire il "computer del matrimonio" per cercare di capirne il funzionamento. Tuttavia, a ogni smontaggio, ci si rende conto che i pezzi diventano sempre più piccoli e intricati, rendendo impossibile rimettere tutto insieme.
“Credo che dovremmo ammettere di avere un matrimonio difettoso. Viviamo sull’orlo del precipizio e la casa può crollare da un momento all’altro”

In questo romanzo, Hornby (Redhill, 1957) offre uno sguardo ironico e umoristico sulla fragilità e complessità delle relazioni nell'epoca postmoderna. La Brexit è solo lo sfondo di un'analisi più ampia della condizione umana e dell'amore nelle sue varie forme.

Tuttavia il libro non mi è particolarmente piaciuto. Sembra scritto per ricavarne un film o una serie tv. Un’operazione midcult che ricorda al lettore quelle sitcom divertenti e persino intelligenti, piene di battute brillanti, ma spesso alquanto superficiali. Un Hornby non particolarmente in palla, per usare un'espressione da gergo calcistico, che forse all’autore londinese non dispiacerebbe.

ordina