![]() Giusi Marchetta, Lettori si cresce, Einaudi, 2015
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L e t t e r a t u r a |
In particolar modo preme all’autrice indagare, dal suo osservatorio privilegiato che è l'universo della scuola, il rapporto dei ragazzi, dei giovanissimi con i libri. Con rammarico ci racconta storie di disaffezione se non addirittura di odio verso i libri e i testi scritti, della fatica che un'insegnante deve fare per invogliare gli studenti alla lettura. Attività che, invece, potrebbe costituire proprio per loro, particolarmente per quelli che la società sembra già avere messo all’angolo, uno strumento di salvezza. Al contrario, i ragazzi sembrano preferire lo stordimento delle chat, dei social network, dei reality e dei talent show televisivi. Nella migliore delle ipotesi ripiegano su facili best seller. Presi nella rete dall’ideologia del consumo, del denaro e del successo facili, la lettura appare loro come un’attività sorpassata, polverosa, totalmente inutile. Un’attività lenta, faticosa e impegnativa, contraria al disimpegno, all’indifferenza, all’iperprotezione e alla fragilità che sembrano caratterizzare una significativa frazione della gioventù contemporanea. In parte, Marchetta polemizza col principio, enunciato da Pennac in Come un romanzo, secondo il quale “leggere non sopporta l’imperativo”. Al contrario, l’autrice è convinta che alla scuola spetti il dovere e il difficile compito di proporre ai ragazzi dei testi e una cultura che si presentino alternativi ai valori dominanti nella società attuale. L’incanto del libro, oltre che nella affettuosa descrizione della neghittosa realtà giovanile, sta nell’evocazione delle letture della propria infanzia e nei tanti titoli e accenni di trame che il testo della Marchetta contiene. Un entusiasmo, quello per la lettura, maturato presto nella coscienza dell’autrice, che si rivela, man mano che si sfogliano le pagine del suo libro, contagioso.
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Pagina aggiornata il 13.08.15 |