Costituisce davvero un prezioso documento il carteggio fra lo scrittore catanese Vitaliano Brancati (Pachino, 1907 - Torino, 1954) e l'attrice Anna Proclemer (Trento, 1923 - Roma, 2013), che hanno cominciato a frequentarsi nel 1942, quando lei ha 19 anni e lui 35. I due poi si sono sposati, ma la felicità coniugale è durata pochi anni: troppo incompatibili le loro personalità.
Così Brancati riassume i loro caratteri così diversi in una lettera indirizzata alla futura moglie:
“Tu hai bisogno del palcoscenico e dei teatri di posa, io di silenzio, tranquillità, finestre e scaffali e soprattutto, quando lavoro, di non mescolarmi a troupes volgari, rumorose e pretenziose, che parlano di arte, psicologia, soldi, fotografie, Shakespeare, coerenza del personaggio o pederastia con gergo che fa accapponare la pelle. [...] Quando io lavoro a una sceneggiatura riduco al minimo gli incontri con queste persone pratiche e mi rifugio in luoghi nei quali mi possano trovare il meno possibile”.
Per lei l’amore costituisce, da sempre “il problema più faticoso e assillante”, pieno di
“terribili responsabilità: la fedeltà, la dedizione, l’essere in due (e la solitudine), il vivere per un altro (e il diritto all’egoismo), il matrimonio, il problema sessuale, i figli, il lavoro (comune, e in pratica talvolta divergente) ecc. ecc.”
Le lettere sono molte belle, contengono liriche dichiarazioni d'amore, ma anche timori, espressi principalmente dallo scrittore, che non vede di buon occhio il lavoro di attrice della futura moglie temendo che, sottoposta a continue tentazioni, possa cedere e la loro relazione diventare instabile. Troppi esempi di questo genere Brancati ha visto nell'ambiente teatrale e cinematografico: attrici che si giostrano tra mariti e amanti o che cambiano marito con frequenza impressionante.
Tali preoccupazioni sembrano esprimere la gelosia tipica dell'uomo del Sud. Sia Brancati che la Proclemer ne sono coscienti.
Lui non vive soltanto di scrittura, ma insegna in un istituto scolastico siciliano. Lei comincia a mietere i primi successi nel mondo dello spettacolo. Brancati e' pieno di dubbi e tormenti circa la nuova relazione, ma ama profondamente la Proclemer.
I due si sposano il 22 luglio 1946. A settembre lei rimane incinta. Non ne è contenta, ci tiene alla propria autonomia, non vuole farsi mantenere dal marito. Per il resto la loro unione procede felice.
Il 6 maggio 1947 nasce la figlia Antonia:
"B. ed io ci illudemmo di essere riusciti miracolosamente ad evitarle di ereditare le nevrastenie, le ansie, le depressioni, le angosce che, sia pure in misura e aspetti diversi, erano sostanza dei nostri due caratteri".Poi però la figlia dimostra di aver ereditato i tratti caratteriali dei genitori. La Proclemer prima della gravidanza affronta estenuanti turni in sala di doppiaggio.
Qualche tempo dopo a Brancati viene rinvenuta una cisti al polmone. Sembra innocua, ma lo scrittore si preoccupa ed avverte un presagio di morte.
I due, per motivi di lavoro, vivono esistenze separate. Le lettere di Brancati sono numerosissime ed esprimono le emozioni e i sentimenti di un uomo innamorato. Nelle lettere finiscono per essere descritte le personalità più in vista della cultura italiana del tempo: Moravia, Papini, D’amico, Strehler, Grassi, Benedetti, Montale, Rossellini, Visconti. Poi gli intellettuali che si incontrano quotidianamente a Via Veneto, come De Feo, Ercole Patti, Pannunzio, Bartoli, Talarico e Flaiano.
Se Brancati vive la distanza dalla moglie come opprimente solitudine, per la Proclemer potersi dedicare al proprio lavoro le dona felicità e un profondo senso di libertà.
Brancati, per rimpinguare le entrate, fa lo sceneggiatore. Guadagna bene. Tuttavia è un lavoro che lo mortifica. Per rigenerare la mente legge i classici preferiti.
La Proclemer ha la sua prima relazione extraconiugale. Non un innamoramento, ma un'amicizia con Ronald Duncan, poeta e drammaturgo, allievo di Eliot. La Proclemer, in compagnia di Duncan, si sente finalmente libera, disinibita e allegra.
Più tardi l'attrice svilupperà un’amicizia profonda e colma di ammirazione, ma senza risvolti romantico-sentimentali per Vittorio Gassman. Brancati e la Proclemer, pur con mezzi economici limitati, comprano casa a Roma.
Lui ama ancora lei profondamente, ma l’attrice sente che la stagione del loro matrimonio è finita. “Avevo bisogno di libertà, di irresponsabilità, di indipendenza, per diventare finalmente responsabile e cosciente".
La Proclemer avverte che la ricerca di se stessa non può essere svolta senza troncare la relazione con Brancati. Nutre per il marito un profondissimo affetto, ma scarsa confidenza. Anna annuncia allo scrittore catanese di volersi separare. Per lui è un colpo fortissimo. Anna si sente invece “viva, ricettiva, felice”, pur essendo andata a vivere in una sorta di scantinato. I motivi della separazione? La Proclemer li spiega così:
“Fra noi l’affetto era profondissimo, ma la confidenza assai scarsa. Troppi riserbi, fra noi; troppa diplomazia, e civiltà, e delicatezza, e prudenza, e pudore. sono qualità, in sé, preziose. Pericolose in un rapporto.
In sette anni di matrimonio non ricordo di avere mai alzato al voce, o discusso con una certa vivacità, o sbattuto una porta, o detto ‘non mi seccare!’ [...] Vivevamo con estremo garbo in una sorta di astratta tolleranza, tenendo accuratamente in disparte ogni sia pur lieve accenno di passionalità e d’intemperanza [...] in ossequio a un ideale di compostezza e di razionalità. Con le più nobili intenzioni, con la più scrupolosa sincerità vivevamo nella menzogna”.
I due continuano a frequentarsi, con un leggero imbarazzo. A settembre del 1954, Brancati deve affrontare il problema di salute che lo affligge da tempo: la cisti al polmone. Purtroppo col tempo si è ingrandita e c'è il rischio che prema sul cuore. Il professor Dogliotti, un luminare della chirurgia, gli consiglia l’intervento. Accompagnato dalla ex moglie, Brancati, pur in apparenti ottime condizioni, viene operato a Torino il 25 settembre. Non uscirà vivo dall’intervento.
Una storia d’amore vissuta da due personalità straordinarie che tuttavia rappresenta in modo esemplare le dinamiche delle relazioni nell'epoca attuale.