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Denis Guedj , La matematica spiegata alle mie figlie, Longanesi, 2009
(titolo originale: Les mathématiques expliquées a mes filles, Editions du Seuil, 2008)

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copertina libroScritto sotto forma di un immaginario dialogo tra Ray e la figlia quindicenne Lola, il libro di Guedj si sforza di spiegare i concetti fondamentali della matematica. L'esposizione degli argomenti riproduce il tono di un’amabile conversazione, senza tuttavia trascurare la precisione e la chiarezza. Soprattutto il libro si propone di far cogliere al lettore e ai giovani studenti gli aspetti più affascinanti della matematica, quelli che potrebbero farcela addirittura amare.

Nato nel 1940 a Sétif, in Algeria e trasferitosi a Parigi nel 1957, dove è morto nel 2010, Denis Guedj è stato un intellettuale eclettico che, oltre all'insegnamento universitario, ha scritto saggi e romanzi, occupandosi inoltre di teatro e di cinema.

Per Guedj, la matematica è un linguaggio, “che permette di esprimere dei pensieri, di esporre delle idee, di stabilire dei concetti, di porre delle domande, di affermare, di rifiutare, di descrivere”.

Il segno più importante della matematica è il segno di uguaglianza =, introdotto nel 1557 da un medico inglese, Robert Recorde. Al 1500 circa risale pure l’origine dei segni + e -, utilizzati nel commercio, impressi sopra le casse di legno. Il simbolo x della moltiplicazione risale al 1600 e si deve a un inglese, Oughtred, mentre sempre a un altro inglese, Thomas Harriot, si devono i segni maggiore-minore, > <.

I numeri rispondono all’esigenza degli uomini di rispondere alla atavica domanda: “Quanti?”. Si cominciò con i numeri interi, per passare poi alle frazioni, allo zero e ai numeri negativi. I numeri sono composti da cifre, concetto apparso storicamente dopo quello di numeri. Lo zero è stato introdotto dai babilonesi nel V secolo a.C., mentre i numeri negativi rimangono sconosciuti per tutta l’antichità e fanno la loro comparsa col matematico indiano del VII secolo Brahmagupta. Ancora nel XV secolo il concetto di numero negativo faticava ad essere accettato in Occidente. I numeri negativi erano definiti numeri absurdi.

Passando alla geometria, Guedj spiega il concetto di retta , di parallela, di piano. Si sofferma su triangolo, il più stupefacente e misterioso dei poligoni. Con i triangoli si possono costruire tutti i poligoni. Passa in rassegna quadrati, rettangoli, rombi e trapezi, per indugiare quindi sul cerchio, con il misterioso pi greco che, in tutti i cerchi, rappresenta il rapporto costante tra circonferenza e diametro. Ci ragguaglia sul teorema di Pitagora, conosciuto anticamente sia dagli abitanti della Mesopotamia che dagli egizi.

Guedj sottolinea come un’equazione matematica assomigli ad un’indagine poliziesca, dove la x è il colpevole da scoprire. Passa poi a spiegare la sottile differenza, in algebra, tra uguaglianza, equazione ed espressione. Mentre l’aritmetica è lo studio dei numeri interi, l’algebra è quella branca della matematica che sviluppa la teoria delle equazioni. Ignota ai greci, esperti di geometria ed aritmetica, dobbiamo l’origine dell’algebra a Mohammed al-Khwarizmi, erudito persiano del IX secolo, autore del “Trattato sulla ricomposizione e sulla riduzione”, in originale Kitab al jabr i al muqabala. Il termine algebra deriva appunto da al jabr. Ad al-Khwarizmi, latinizzato in Algorimus, va fatta risalire anche la parola “algoritmo”, in informatica “la procedura sistematica per risolvere un problema”, o per eseguire un calcolo. L’algebra era utilizzata originariamente per regolare complicate questioni di eredità.

La matematica confina con la filosofia ed infatti molti grandi filosofi furono anche matematici: Cartesio, Leibniz. Pascal, Pitagora. A Cartesio va il merito di aver trattato gli oggetti geometrici utilizzando il linguaggio algebrico, fondando così la geometria analitica.

Molto deve la matematica alla cultura greca del V secolo a.C.. Al tempo, i greci inventano il demos, la democrazia, il governo del popolo e ciò comporta dei rivolgimenti non solo nel modo di governare, bensì ugualmente nei processi del pensiero e nel ragionamento matematico, introducendo la dimostrazione, ossia l’obbligo di fornire delle prove di quello che si afferma, l’obbligo di giustificare.

La matematica è in continua evoluzione, come tutti gli altri campi del sapere, la fisica, la biologia, la chimica, la geografia. Si affacciano di continuo nuovi problemi e nuove teorie; nascono nuove discipline, così come sono nate nei secoli precedenti la trigonometria, la teoria delle probabilità, la geometria analitica, la statistica. Guedj conclude affermando che è possibile amare intensamente la matematica per alcuni suoi aspetti peculiari: “la sottigliezza, il rigore, l’efficacia, l’eleganza del ragionamento, le sorprese che ti riserva e la bellezza”.

La matematica spiegata da Guedj cessa di essere quell’incubo freddo e razionale che quasi tutti abbiamo sperimentato da studenti per diventare avventura, gioco, fantasia, creatività e meraviglia. Ma soprattutto, concetto rimarcato dall'autore stesso, bellezza.

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Pagina aggiornata il 31.10.15
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