(titolo originale: Animal Farm, 1945)
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N a r r a t i v a |
"Tutti gli uomini sono nemici. Tutti gli animali sono compagni... nessun animale divenga tiranno ai suoi simili. Deboli o forti intelligenti o sciocchi, siamo tutti fratelli. Mai un animale uccida un altro animale. Tutti gli animali sono uguali".Tre giorni dopo il Vecchio Maggiore muore "pacificamente nel sonno". Tuttavia la rivoluzione va preparata. Si incaricano di continuare l'opera del Vecchio Maggiore, gli animali più intelligenti: i maiali. In particolare due di loro: il feroce Napoleon e il vivace e comunicativo Palla di Neve. I due, insieme al vivace propagandista Clarinetto, traggono dagli insegnamenti del Vecchio Maggiore un sistema che chiamano Animalismo. Il giorno della Rivoluzione avviene prima del previsto. Il signor Jones per intercorsi problemi personali, indulge al bere, trascura il lavoro e dimentica di dar da mangiare agli animali. Questi perciò insorgono, cacciano dalla fattoria Mr Jones, la moglie e gli altri lavoranti e dopo aver devastato un po' in giro, prendono pieno possesso della proprietà, che rinominano "Fattoria degli Animali ".
Viene il momento di compiere i lavori usuali
nella fattoria: raccogliere
il fieno, mungere il latte, raccogliere le mele.
Quasi tutti lavorano alacremente e con
soddisfazione. Soltanto "i
maiali non
lavoravano, ma dirigevano e sorvegliavano gli
altri".
Al momento
però di spartirsi i
frutti della terra (e del lavoro), i maiali li
tengono per loro.
Intanto il verbo della rivoluzione viene
diffuso tra gli animali delle fattorie vicine.
Un giorno di ottobre il signor Jones, radunato
un gruppo di uomini, fa un tentavo di
riprendersi la fattoria, ma gli animali,
comandati da quell'abile stratega che è Palla di
Neve, respingono valorosamente gli uomini. Nel frattempo, tra gli animali si hanno le
prime defezioni. La vanesia
cavalla Mollie sparisce dalla fattoria e
ritorna tra gli uomini. Napoleon e Palla di Neve
sono in perpetuo disaccordo su qualsiasi
progetto da discutere in assemblea. Un po' alla volta il gruppo dei maiali
comincia a tradire alcuni dei Sette
Comandamenti, le regole dell'Animalismo che
ognuno era chiamato ad osservare. I maiali si
riservano dei privilegi, tipo prendere dimora
nella casa colonica e dormire nei letti, vietato
fino ad allora a tutti gli animali. Il mulino a vento,
causa di discordie, viene
finalmente, con
grande fatica, costruito, ma a novembre la
violenza del vento fa crollare l'intera
costruzione. Napoleon ne approfitta per
attribuire a Palla di Neve la responsabilità del
disastro. Palla di Neve viene considerato un
traditore e un compenso verrà dato a chi lo
catturerà. Con l'arrivo dell'inverno, il cibo alla
Fattoria scarseggia. Gli animali hanno fame. Le
galline accennano a una ribellione, ma
prontamente Napoleon, che gira sempre scortato
da una torma di cani dall'aspetto feroce, seda
la rivolta, che lascia alcune galline morte sul
terreno. Di tutto quello che andava male alla
fattoria, Napoleon incolpava Palla di Neve, che
era diventato "una specie di potenza invisibile
che riempiva tutta l'aria attorno e li
minacciava di ogni genere di pericoli".
Palla di Neve, che aveva guidato la battaglia
vittoriosa contro gli uomini, viene
definito "agente segreto di Jones".
Da ora,
chi osa contraddire Napoleon o anche soltanto
manifestare un timido dissenso, viene
giustiziato. Confessioni ed esecuzioni si
succedono alla fattoria. Il regime di terrore instaurato da Napoleon spaventa e inquieta gli animali della fattoria. Non era questo il nuovo tipo di società cui aspiravano, dopo aver espulso gli uomini. Uomini che intanto sferrano un nuovo attacco alla fattoria. Riescono a distruggere il mulino, ma vengono respinti. La propaganda, orchestrata da Clarinetto, vuol far credere agli animali che mai in passato avevano goduto di una qualità della vita così elevata. "Gli animali credevano a ogni parola" . Eppure "sapevano che la loro vita presente era aspra e misera, che spesso avevano fame e freddo e che quando non dormivano erano sempre al lavoro".I maiali si accordano sempre maggiori privilegi. Napoleon poi gode di un vero e proprio culto della personalità. Sorretto dalla propaganda di Clarinetto, che distorce e mistifica ogni parvenza di verità, Napoleon diventa Presidente della Repubblica vincendo le elezioni, in cui è l'unico candidato. Il cinismo di Napoleon arriva al punto di mandare al macello il vecchio e laborioso cavallo Gondrano, che un grave incidente sul lavoro ha reso invalido. Coi proventi della vendita di Gondrano i maiali acquistano una cassa di whisky e si ubriacano. Passano gli anni, nuove generazioni di animali, che nulla sanno della Rivoluzione, sostituiscono quella vecchia. Pochi sono sopravvissuti. Sembrava che "la fattoria fosse diventata in realtà più ricca, senza per questo far più ricchi gli animali, salvo naturalmente i maiali e i cani".E porci e cani sono gli unici a non produrre lavoro utile. Per tutti gli altri animali le condizioni di vita erano rimaste durissime, prossime alla schiavitù. Col tempo i maiali prendono sempre più le sembianze degli uomini oppressori: ora hanno preso persino a camminare su due zampe. I vecchi Comandamenti dell'Animalismo vengono stravolti viepiù:, anzi vengono sostituiti da un unico comandamento: "Tutti gli animali sono eguali. Ma alcuni animali sono più eguali degli altri".Napoleon e i maiali stringono infine accordi di collaborazione e di amicizia con gli uomini e cambiano denominazione alla fattoria: non sarà più la "Fattoria degli Animali", ma la "Fattoria Padronale". "La creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due".Scritto tra il novembre del 1943 e il febbraio del 1944, La fattoria degli animali venne pubblicato soltanto nell'agosto del 1945, dopo essere stata rifiutato da vari editori. L'autore di questa favola satirica è Eric Arthur Blair, che firma con lo pseudonimo di George Orwell. Lo scrittore nasce nel 1903 a Motihari, nel Bengala e muore di tubercolosi a Londra nel 1950, a soli quarantasette anni. La fattoria degli animali è una parabola sul potere. Qui il bersaglio è modellato sulla Russia staliniana, ma il fine politico del libro è la denuncia dei totalitarismi, di tutti i totalitarismi, quello sovietico, ma anche la Germania di Hitler. "Scrivo perché c'è qualche menzogna che voglio denunciare", afferma Orwell. E La fattoria degli animali può essere considerato un romanzo di denuncia. Una sorta di fenomenologia della rivoluzione. Ogni rivoluzione riuscita finisce per tradire gli idealisti che l'avevano attuata. Fatalmente si impadroniscono delle leve del comando i sadici, i corrotti e i profittatori, gli individui animati dalla brama di potere e di denaro. Una volta insediatisi alle massime cariche, i tiranni riducono l'educazione del popolo a una catechizzazione passiva, a base di massime false e slogan demagogici e mistificanti. Soffocano la verità con la violenza e la propaganda. Instaurano uno stato di polizia. Orwell, paladino della libertà, non crede alle rivoluzioni, ma al prudente riformismo del socialismo democratico. Scrive infatti in un suo saggio: "forse un certo grado di sofferenza è connaturato alla vita umana; forse la scelta che abbiamo dinanzi a noi è sempre una scelta del male minore e forse lo scopo del socialismo non è tanto quello di rendere il mondo perfetto ma solo di migliorarlo... Tutte le rivoluzioni sono dei fallimenti, ma non sono lo stesso fallimento". La fattoria degli animali inizia con un tono leggero, ironico, con un registro comico, ma termina con un finale amaro, disperato. Si trasforma in satira acre, che precorre il pessimismo dell'altro famoso romanzo dello scrittore inglese, 1984. La prosa di Orwell è scarna, essenziale. D'altronde, scriverà: "una buona prosa è trasparente come il vetro di una finestra". |
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Pagina aggiornata il 05.07.13 |