La società ipermoderrna si presenta orientata all’edonismo. Il sesso pervade vari ambiti della vita sociale ed economica. La ricerca del piacere tuttavia si sta trasformando in un imperativo. E l’attività sessuale in obiettivi da raggiungere, secondo una logica da performance lavorativa, in risultati da ottenere con tanto di statistiche sulla frequenza e durata dei rapporti. Anche nell’ambito del sesso il principio di prestazione sembra prevalere sulla ricerca del piacere. Professionisti di ogni tipo prosperano sulle défaillance vere o presunte di singoli e coppie: medici, psicoterapeuti, psichiatri, sessuologi, terapisti, consulenti e insegnanti. Mentre un’intera industria si regge sul sesso: la pornografia, la fabbricazione di sex-toys, l’editoria con produzione di testi di narrativa erotica o libri di auto-aiuto.
Il sesso è dunque argomento di una ponderosa pubblicistica specializzata.
Esther Perel (Anversa, 1958), terapeuta della coppia e della famiglia con uno studio a New York, è autrice di molti libri di successo che hanno per oggetto appunto la sessualità e la vita di coppia. E si deve riconoscere che i suoi libri sono tra i meno banali e scontati nel panorama editoriale internazionale dedicato all’argomento. Le idee e le riflessioni della Perel sulla sessualità sono oltremodo interessanti.
La Perel si prefigge, tramite la sua filosofia e terapia di coppia, di mantenere vivo il desiderio all’interno delle relazioni a lungo termine, di conciliare la passione e l'amore duraturo, l'intensità e la stabilità, la vitalità e la sicurezza. Non è l’intimità fusionale della coppia a generare il desiderio, bensì una certa distanza e l’autonomia dei due partner. Il sesso - sempre secondo la Perel - è un’attività che in qualche modo sospende le regole “democratiche” che vigono nello svolgimento della vita quotidiana. Il “politicamente corretto” spegne il desiderio, che richiede invece per svilupparsi un sano egoismo, una certa mancanza di scrupoli e una quota di aggressività.
Importanti sono anche, al fine di ottenere una soddisfacente attività sessuale, le fantasie, il cosiddetto immaginario erotico. Le fantasie conferiscono vivacità al nostro erotismo e lo rendono unico. Hanno le proprie radici nella nostra storia personale e nei nostri vissuti. Esplorarle porta a una maggiore autoconsapevolezza.
“Quello che le persone non vedono è che la piattezza e la noia delle loro relazioni sessuali è spesso la conseguenza dell’esclusione dell’immaginazione. La nostra fantasia erotica è l’esuberante espressione della nostra vitalità, e uno degli strumenti più potenti che abbiamo per tenere vivo il desiderio. Dare voce alle nostre fantasie può liberarci dai molti ostacoli che si frappongono tra noi e il piacere, siano essi imposti personalmente o dalla società."
La psicoterapeuta belga-americana invita infine a ripensare il matrimonio, la monogamia e l’infedeltà:
“Ci viene insegnato che il matrimonio significa impegno, sicurezza, conforto e famiglia. È un affare serio, un’impresa responsabile e risoluta; è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, e tutto ciò che dobbiamo fare. Il gioco e i suoi compagni (rischio, seduzione, indecenza, trasgressione) vengono lasciati ad arrangiarsi fuori dalla solida architettura delle nostre case. [...] Ciò che ci resta è un rapporto forte sul piano della cooperazione e della comunicazione ma debole su quello della complicità e del gioco. L’amicizia spassionata è un terreno difficile per coltivare l’erotismo.”
Tutti - sottolinea la Perel - avvertiamo il bisogno di sicurezza, ma altrettanto desideriamo l’avventura e l’eccitazione. La liberazione sessuale, iniziata negli anni Settanta, sembra averci condotto, al contrario, a un calo generalizzato del desiderio. Di più: le coppie scoppiano, i matrimoni si frantumano, separazioni e divorzi aumentano ogni anno. Le Perel ci suggerisce i possibili rimedi per liberare la forza dell’eros dalle pastoie che gli vengono imposte dalla cultura e dal modo di vivere occidentale.