Il romanzo è ambientato prevalentemente a Roma. Durante i primi due anni di matrimonio Riccardo Molteni - l’io narrante della vicenda - ed Emilia si amano al punto da ignorare i difetti l'uno dell'altra. Succede però che, terminata la luna di miele, Emilia sembri avvedersi degli aspetti sgradevoli della personalità del coniuge e smetta di amarlo.
Riccardo Molteni è un giornalista e critico cinematografico squattrinato. Ha l'ambizione di diventare un autore teatrale, ma per guadagnarsi da vivere, mantenere la moglie e pagare le rate della casa, fa di malavoglia lo sceneggiatore cinematografico.
Emilia è una dattilografa "incolta e semplice", con i pregiudizi legati alle sue umili origini. Il marito, invece, si considera un intellettuale.
Ad un certo punto della vicenda la ragazza, prima amorevole e premurosa verso il marito, si mostra improvvisamente fredda, distante, chiede di dormire in camere separate. Lui, non sentendosi più amato dalla moglie, perde energia e motivazione per il lavoro. Lavorare ormai gli ripugna. Fanno ancora sesso, ma lei si dimostra poco coinvolta. Emilia è sempre più fredda e indifferente.
Riccardo si sente profondamente infelice. Pensa alla separazione, ma nello stesso tempo non sa se troverà la forza di rinunciare a Emilia. Dotato di una mente analitica, l'uomo cerca di indagare meglio la sua incresciosa situazione. Giunge ad un confronto aperto con la moglie, che lo rassicura confermandogli il suo amore.
Molteni discute con il produttore Battista e con Rheingold, un regista tedesco, la sceneggiatura di un prossimo film tratto dall'Odissea. Molteni intuisce che al produttore interessa soltanto il lato volgarmente spettacolare e non recepisce la poesia insita nel poema omerico. Ha l’impressione che voglia realizzare il solito pacchiano kolossal.
Un giorno succede che Emilia sorprenda Riccardo mentre si bacia con una dattilografa. Lo perdona, pur con "qualche riluttanza". In seguito Emilia, pressata da Riccardo, gli conferma di non amarlo più, ma non vuole rivelarne il motivo. Di più. In un impeto di rabbia, Emilia comunica apertamente il suo disprezzo per il marito. Al disamore tra i due, si aggiunge un silenzio insopportabile, quando sono insieme, per esempio al ristorante.
Una mattina, al suo risveglio, Emilia dice a Riccardo di voler tornare da sua madre e di volerlo lasciare. Riccardo sente di impazzire. Molteni si ribella al solo pensiero della separazione, dell'abbandono, del distacco e della solitudine. Fortunatamente per lui, la madre si rifiuta di ospitare la figlia ed Emilia rimane nella casa con il marito.
Riccardo, Emilia, Rheingold e Battista si ritrovano a Capri, ospiti nella villa di quest'ultimo in preparazione del film, di cui Riccardo deve scrivere la sceneggiatura. Battista si rivela ancora una volta, come in altre occasioni, molto insistente nel volere accompagnare con la sua auto Emilia, che diversamente non sembra gradire la sua compagnia. Una sera Molteni dalla terrazza vede Battista baciare appassionatamente Emilia. Durante una cena Molteni scopre che la propria moglie, un tempo ostile a Battista, ora ascolta i suoi discorsi vanesi e lo guarda con ammirazione, già in parte soggiogata. Prima il bacio, ora lo sguardo di ammirazione: Molteni avverte un dolore pungente. L'infedeltà della moglie gli provoca un moto di disperazione.
Successivamente Molteni e Rheingold non si trovano d’accordo au come scrivere la sceneggiatura dell’Odissea, perché il regista tedesco propone una lettura del capolavoro omerico in chiave psicoanalitica (“ottusità psicanalitica”), con un Ulisse invischiato in un rapporto matrimoniale con Penelope, molto simile a quello di Riccardo con Emilia.
Riccardo decide di rinunciare alla sceneggiatura: non può accettare un lavoro da un produttore che gli seduce la moglie. Soprattutto egli ritiene che l’avere assecondato Battista sia la causa del disprezzo di Emilia per lui. Ma Emilia lo smentisce e gli dice che lo disprezza perché non è fatto come un uomo e non si comporta come un uomo. Riccardo comprende che:
“il sentimento di disprezzo era venuto prima, molto prima delle giustificazioni vere o immaginarie che io avevo potuto offrirle con la mia condotta. Il disprezzo era nato dal rapporto diuturno dei nostri due caratteri, fuori di ogni prova importante e riconoscibile.”L’epilogo del romanzo vede Emilia rimanere con Battista e morire poco dopo in un incidente automobilistico.
Anche ne Il Disprezzo compare nella costruzione del romanzo uno schema tipico di molte opere di Moravia: da una parte l’uomo, spesso un intellettuale (Riccardo), che incarna il logos: analitico, riflessivo, raziocinante in un rapporto parzialmente distaccato e “filosofico” con le proprie emozioni e col mondo. E dall'altro la donna che, nonostante appartenga alla borghesia, mantiene un contatto forte con la Natura, è fuori dalla Storia, accetta la realtà così come si presenta, è animata dall’eros. Nelle pagine di Moravia solo apparentemente la donna è un essere superiore. Più realisticamente sembra operare, sotterraneo nella coscienza dell’autore, un atavico pregiudizio verso il femminile.
Così Moravia descrive Emilia, che appare quasi un emblema delle donne della sua narrativa:
“[...] Emilia non aveva ricevuto una buona educazione: aveva frequentato soltanto le prime scuole elementari e qualche anno delle magistrali; poi aveva lasciato gli studi e aveva imparato a battere a macchina e a stenografare e a sedici anni era già impiegata nell’ufficio di un avvocato. Era è vero di buona famiglia [...]. Ma il nonno aveva dissipato il patrimonio in speculazioni commerciali senza successo [...]. Così ella era cresciuta in povertà, e per educazione e la maniera di pensare poteva definirsi quasi una popolana; e come certe popolane non pareva poter contare che sul buon senso, così solido da sembrare talvolta stupidità o per lo meno ristrettezza di idee. Ma con il solo strumento di questo buon senso, in maniera del tutto imprevista e per me oscura, riusciva talvolta a formulare riflessioni e apprezzamenti assai acuti; un po’ come succede, appunto, alle persone del popolo, più vicine delle altre alla natura, alle quali nessuna convenzione o pregiudizio offusca la coscienza. Ella diceva certe cose soltanto perché le aveva pensate con serietà, sincerità e schiettezza e, infatti, le sue parole avevano il suono inconfondibile della verità. Ma, non rendendosi conto di questa sua schiettezza, non se ne compiaceva; confermando in qualche modo con questa modestia il carattere di autenticità del proprio giudizio.”
Altro personaggio interessante del romanzo è Battista, il produttore, che incarna l’uomo pratico, animalesco, volgare, di successo, che le donne sembrano preferire al “debole” intellettuale, fiaccato nell’azione e reso meno spontaneo dalle sue continue ruminazioni mentali.
Lo stile di Moravia vede il ricorso a un registro medio, un tono colloquiale, una sintassi semplice, una scelta lessicale accurata che fa tuttavia un uso parsimonioso di lemmi desueti o letterari.
Il disprezzo uscì per la prima volta nel 1954. Nel 1963 Jean-Luc Godard ne fece una trsposizione cinematografica, interpreti Brigitte Bardot e Michel Piccoli