
Francis Scott Fitzgerald nasce il 24 settembre 1896 a St. Paul, nello stato del Minnesota. Suo padre Edward apparteneva alla borghesia sudista di squisite maniere e poca efficienza e la madre, Mary McQuillan, ad una famiglia di immigrati irlandesi arricchitisi con il commercio. Proprio nella sua famiglia egli vide lo specchio della mobilità e dell'evidente trasformazione della nuova società americana dell'epoca, in cui personaggi intraprendenti e senza scrupoli finivano con il soppiantare le famiglie di antica ricchezza, che continuavano a condurre un'esistenza sofisticata e dispendiosa, senza accorgersi che il mondo stava cambiando.
Per il fallimento della ditta paterna, la sua famiglia fu costretta a trasferirsi, ma il padre perse anche il nuovo impiego da commesso viaggiatore, per cui la famiglia dovette far ritorno nel Minnesota. Da bambino, Francis è piuttosto cagionevole di salute. Nonostante le limitate possibilità economiche, Fitzgerald compì comunque studi regolari fino all'università. Non fu uno studente particolarmente brillante, subendo varie bocciature nelle materie d'esame. E risentì profondamente dell'atteggiamento di sufficienza con cui era considerata la sua situazione patrimoniale, cosa che lo spingerà, una volta ricco e famoso, a cercare ossessivamente il successo e l'approvazione all'interno della sua cerchia di amici.
All'università di Princeton si dedicò all'attività letteraria che lo spinse a innumerevoli letture. All'epoca dell'intervento degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, Fitzgerald si arruolò con la speranza di essere inviato in Europa, ma la sua aspettativa rimase frustrata ed egli svolse il suo servizio militare in patria. Nel 1920 venne pubblicato il suo primo romanzo con il titolo This Side of Paradise (Di qua dal Paradiso) e nello stesso anno sposò Zelda Sayre, la figlia ventenne di un magistrato, dalla quale era stato respinto prima della sua notorietà. Da ora in poi essa sarà la Musa ispiratrice e la protagonista di quasi tutti i suoi romanzi. Nello stesso anno venne pubblicata una raccolta di racconti con il titolo di Flappers and Philosophers (Maschiette e filosofi) e nel 1922, dopo la nascita della figlia Frances, The Beautiful and Damned (Belli e dannati) e Tales of the Jazz Age (Racconti dell'età del jazz)).
Il grande successo di pubblico e di critica avevano reso Fitzgerald ricco, famoso e protagonista, insieme alla moglie, di una vita mondana brillante e lussuosa,
traboccante di feste e di viaggi in Europa. Proprio in Francia Fitzgerald concluse il suo grande lavoro
The Great Gatsby (Il grande Gatsby) e cominciò a lavorare a
Tender is the Night (Tenera è la notte). In
Francia conobbe Hemingway.
L'insoddisfazione e le ristrettezze economiche dovute alle spese folli indussero la coppia a rientrare in America dove Fitzgerald, tormentato da un tradimento della moglie, cominciò a bere e a condurre una vita dissoluta e senza
limiti. Il dispiacere per il ricovero di Zelda in una clinica per malattie mentali e la sua successiva morte
nel rogo della casa di cura in cui era degente, fecero
dell'ormai quarantenne Fitzgerald un uomo dalla salute precaria
e dalla situazione economica disastrata. Un uomo distrutto al
punto da tentare, nel 1935, il suicidio.
Tenta allora la fortuna a Hollywood, nel cinema. Scrive
sceneggiature per la Metro-Goldwin-Mayer, riesce persino ad
ottenere un lauto contratto che però, allo scadere dei sei mesi
pattuiti, non gli viene rinnovato. Le sue sceneggiature non
piacciono. Amareggiato racconta l'esperienza hollywoodiana in
The Last Tycoon (Gli ultimi Fuochi) rimasto incompiuto per la sua morte, avvenuta
il 21 dicembre 1940 a seguito di un attacco cardiaco. Il romanzo sarà completato nel 1941 dal suo amico,
il noto critico letterario Edmund Wilson.
Opere:
Di qua dal Paradiso; Maschiette e filosofi; Belli e
dannati; Racconti dell'età del jazz; Il grande Gatsby; Tenera è la notte; Gli ultimi Fuochi
Fitzgerald ci ha lasciato con le sue opere narrative ed il suo stile di vita un esempio della società americana dei suoi tempi, una società corrotta dalla ricchezza; egli stesso si nasconde dietro ogni protagonista dei suoi romanzi facendosi scudo di esso per operare una denuncia dell'isteria collettiva che si celava dietro la scintillante "età del jazz". Nonostante molti critici abbiano sminuito il suo talento e la qualità narrativa dei suoi racconti, nessuno può mettere in discussione l'influenza che Fitzgerald ebbe sulla letteratura americana. Il suo stile narrativo, che intreccia all'interno di uno stesso romanzo lo sviluppo di varie situazioni con un unico tema, sarà seguito da Dos Passos e allo stesso modo tante sue idee arricchiranno il metodo narrativo americano. Ma soprattutto rimarrà espressa nelle sue opere l'illusione di un'epoca, l'inafferrabilità di quel sogno perseguito già dai coloni più di due secoli prima e ai suoi tempi disperso a causa del cinismo della società.
Lo sfarzo ed il lusso descritti in ogni romanzo di Fitzgerald risalgono all'orgoglio provato dallo scrittore per la posizione sociale ricoperta inizialmente dalla sua famiglia grazie ai possedimenti materni, e poi ridimensionata a causa dell'incapacità del padre di gestire in modo proficuo il patrimonio della moglie. Il fallimento del padre costrinse la famiglia Fitzgerald a rinunciare ad abitudini dispendiose e condizionò lo scrittore nella scelta del college da frequentare. Nasce probabilmente da qui il patologico rapporto dello scrittore con il denaro che si tradusse nella dilapidazione sfarzosa di quanto guadagnato con la propria attività; certo è che la vita di Fitzgerald sfatava l'idea comune che il mestiere di scrittore potesse permettere a stento una dignitosa sopravvivenza. Lo scrittore amava la ricchezza poiché riteneva che fosse la condizione ideale per poter manifestare al meglio qualità che lui ammirava, come l'intelligenza, la bellezza, la forza ed il coraggio; i suoi personaggi, pur vivendo un'esistenza privilegiata, non vengono mai meno ad un codice morale. La vita condotta dallo scrittore e da sua moglie Zelda assunse il sapore di una leggenda per i guadagni consistenti e le spese astronomiche sostenute e fece fiorire una quantità considerevole di aneddoti circa i modi con cui Fitzgerald festeggiava il suo successo
Lo stesso desiderio di annullamento che si ritrova nei personaggi dei suoi libri sembra guidare l'esistenza dello scrittore che nonostante i lauti guadagni si trovava continuamente indebitato, vivendo nella tensione continua di dover scrivere a tutti i costi per poter guadagnare sufficiente denaro da ripianare i debiti. La consapevolezza di una vita condotta in modo disordinato, con l'aggravante del consumo di alcool, indusse Fitzgerald alla stesura di tre articoli in cui confessava il proprio decadimento fisico e morale, che furono pubblicati sull'"Esquire" nel 1935 e riscossero un grande successo per lo stile autobiografico trasformato in un racconto che raccoglieva le malinconiche considerazioni di un grande talento bruciato dall'intensità della propria voglia di vivere.
Riferimenti bibliografici:
Storia della letteratura americana (in Cd Rom), Roma,
Gruppo Editoriale L'Espresso SpA, 2000
I libri di Francis Scott Fitzgerald