foto di Ernest HemingwayErnest Hemingway nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park, Illinois. Il padre Clarence è un medico benestante che ama la natura. La madre, Grace Hall, coltiva aspirazioni di cantante d'opera. Il padre, cui è legato da un rapporto intenso, lo porta spesso con sé nel suo giro di visite e gli trasmette l'amore per la caccia, la pesca e l'avventura. A dieci anni Ernest riceve in regalo il suo primo fucile. Sempre in giro per i boschi, il piccolo Hemingway è solito dormire all'aria aperta e nuotare nudo nel lago. Impara anche a tirare di boxe. I rapporti in famiglia tra i due genitori e tra Ernest e la madre sono piuttosto conflittuali. La madre considera il figlio un perdigiorno e manterrà tale giudizio negativo anche di fronte ai suoi successi letterari.
Mentre frequenta il liceo, Ernest scrive racconti per il giornale della scuola, suona il violoncello ed è capitano della squadra di pallanuoto Finito il liceo, diserta l'università, preferendo seguire la sua vocazione giornalistica: comincia a scrivere per il "Kansas City Star", la sua prima vera palestra di scrittura.

Al momento dello scoppio della guerra mondiale Hemingway si arruola nella Sanità e viene destinato a guidare ambulanze sul fronte italiano, dove viene ferito mentre cerca di portare in salvo un commilitone. Per la sua eroica azione, gli viene conferita la medaglia d'argento. Ricoverato all'Ospedale  americano di Milano, conosce l'infermiera  Agnes Hannah von Kurowski, di cui ardentemente si innamora. La sua esperienza di guerra sarà la fonte di ispirazione per il romanzo Farewell to Arms (Addio alle armi). Tornato in America, sposa nel 1920 una pianista, Hadley Richardson. Lui ha 22 anni, lei 30. Nel 1922 Hemingway e la moglie si trasferiscono a Parigi. Lui fa l'inviato per il "Toronto Star" e nel frattempo frequenta il circolo letterario che si riunisce intorno a Gertrude Stein, che comprende Ezra Pound e Francis Scott Fitzgerald.

Non tralascia la sua attività giornalistica, ma decide di testare il suo talento componendo Torrents of Spring (Torrenti di primavera), ove ironizza, un po’ ingenerosamente, sulla visione dell'artista isolato dal mondo, tipica di Sherwood Anderson, e The Sun Also Rises (Il sole sorge ancora) nel quale prova a comunicare la sua concezione della vita e della letteratura. Pubblicato in Inghilterra su indicazione di T.S. Eliot con il titolo di Fiesta, racconta la storia di un giornalista americano che a causa di una ferita di guerra diventa impotente; l'allontanamento dalle passioni, dagli ideali e dai sogni del passato a cui l'impotenza porta il protagonista è la rappresentazione di quella stessa "generazione perduta" che incarna la disillusione di quegli anni. Intanto, si innamora delle corride, diventa padre e conosce Pauline Pfeiffer, figlia di un ricco latifondista. Con Pauline e la moglie Hadley, Hemingway ingaggia una sorta di ménage a trois, che dura un anno e che si interrompe quando la moglie chiede il divorzio.

Nel 1927 sposa Pauline Pfeiffer, diventa padre per la seconda volta, mentre il suo, di padre, si suicida dopo una lunga malattia. Hemingway ne rimane scioccato e il tema del suicidio ricorrerà ossessivamente in molte delle sue opere.

La risposta di Hemingway al fallimento dei sogni è l'esaltazione del piacere immediato e prepotente, delle sensazioni forti che saranno protagonisti delle sue opere insieme ai racconti di cacce, corride e ambienti esotici. Nel 1929, dopo la pubblicazione di Addio alle armi, Hemingway conosce un grande successo che però non lo consola delle delusioni e degli insuccessi della sua vita privata. Diventa un personaggio pubblico e inizia i suoi viaggi alla ricerca di emozioni forti. Si fa strada nel suo animo quel senso di morte che secondo lui accompagna inevitabilmente la vita di ogni uomo e che sarà d'ora in poi sullo sfondo di tutte le sue opere. "Quando un uomo è ancora in ribellione contro la morte, egli gode nell'attribuirsi una delle facoltà divine, quella di infliggerla", sono parole tratte dal suo Morte nel pomeriggio che suonano profetiche.

Pubblica numerosi racconti; la sua scelta di ambientare i suoi lavori in luoghi esotici come in The Green Hills of Africa (Le verdi colline dell'Africa) è molto apprezzata dai lettori mentre gli intellettuali la ritengono una dichiarazione di disimpegno e perciò lo criticano con asprezza . Hemingway reagisce prima scrivendo un romanzo, To Have and Have not (Avere e non avere), che non ha molto successo, poi recandosi come corrispondente in Spagna nel periodo della guerra civile per raccontarla più tardi con un impulso di partecipazione politica e civile in The Fifth Column (La quinta colonna) e in For Whom the Bell Tolls (Per chi suona la campana)). Quest'ultima opera, nata con l'intenzione di rappresentare il dramma sociale provocato dalla guerra, si abbandona alla descrizione del fallimento e delle sconfitte del singolo individuo attraverso i protagonisti troppo presi dalla propria disperazione interiore per sentirsi parte di un dramma collettivo. Questi due lavori sono messi in secondo piano dal successo della pubblicazione di The First ortyNine Stories (I quarantanove racconti)) dove l'autore raccoglie tutte le storie già pubblicate in altre raccolte o riviste. Molti sono i critici che considerano quest'ultima opera come la vetta più alta raggiunta dallo stile narrativo dello scrittore statunitense.

Nel 1940 Hemingway divorzia dalla seconda moglie e sposa Marta elhorn, scrittrice e giornalista molto ambiziosa e la moglie meno amata dallo scrittore. Si trasferisce con lei a Cuba, dove ha comprato una fattoria. sempre a Cuba, durante la seconda guerra mondiale, svolge attività di pattugliamento antisommergibile. Intanto comincia ad elaborare una sorta di delirio paranoico: si sente perseguitato e spiato dall'FBI. Nel 1944 si trasferisce in Europa come corrispondente di guerra. Nel 1946 divorzia e contrae un nuovo (e ultimo) matrimonio: sposa Mary Welsh, giornalista conosciuta a Londra durante la guerra. Per un lungo periodo vive in Italia (nel Veneto e a Venezia) dove ambienta il suo nuovo romanzo, Across the River and Into the Trees (Di là dal fiume e tra gli alberi). Nel 1953 ottiene il Premio Pulitzer e conosce in Spagna il giovane torero Antonio Ordonez, con cui stringe amicizia e che fungerà da modello per il personaggio del torero in Fiesta.

Con il suo peregrinare da Cuba agli Stati Uniti, dall'Europa all'Africa, Hemingway dà vita alla figura leggendaria di uno scrittore alla ricerca di esperienze e di emozioni sempre più forti con l'aiuto insostituibile dell'alcool. Nel 1952, quando sembra che la sua vena creativa sia esaurita per lasciare spazio solo al personaggio "maledetto", pubblica quello che taluni considerano il suo capolavoro, The ld Man and the Sea (Il vecchio e il mare)) che lo porta nel 1954 a vincere il premio Nobel per la letteratura. La storia di un pescatore che contende la sua preda ad uno squalo è la rappresentazione dell'inutilità della ricerca della felicità, il fallimento della lotta per il conseguimento del successo, ma allo stesso tempo è l'affermazione della necessità della lotta che renderà simbolicamente vittoriosa anche l'inevitabile sconfitta.

Questo successo non allontana Hemingway da quell'alone di morte che circonda sia i suoi racconti che la sua esistenza. Dopo essere fortunosamente scampato, nel 1954, ad un incidente aereo in Africa, continua un'esistenza di decadimento, di squilibrio mentale e di depressione alla ricerca di una distruzione che troverà la notte del 2 luglio 1961, appena dimesso dalla clinica in cui era ricoverato per problemi fisici e mentali, sparandosi un colpo di fucile.

Oltre che per il vitalismo che promana dalle sue opere, Hemingway viene ricordato per il suo stile inconfondibile: frasi brevi, assenza di subordinate, linguaggio quotidiano, ripetizione martellante di alcune parole. Uno stile che ha maturato facendo il giornalista. Quando giovanissimo lavora da cronista per lo “Star” di Kansas City gli vengono raccomandati la concisione e nessun fronzolo nella redazione degli articoli, nessun aggettivo, nessuna iperbole.
Hemingway riesce ad esprimere in modo semplice la complessità del reale. Questa è la sua cifra stilistica. Egli sa sempre trovare il mot juste, la parola giusta per esprimere quel che ha in mente di dire. È tuttavia “una scrittura musicale, divagante, colloquiale, piena di sprezzature”, come ebbe modo di sottolineare il poeta e critico Eugenio Montale.
Questo suo modo di scrivere, semplice e fresco, gli guadagna il consenso non soltanto dei colleghi scrittori, ma anche di un vasto pubblico di lettori comuni. Egli non è uno scrittore per le élite intellettuali, ma un autore di amati bestseller.

Antintellettuale che nascondeva gelosamente la propria cultura, Hemingway fu avversato da una parte consistente della critica che gli rimproverava di essere orientato a temi bassi e materiali (la corrida, la caccia) e di essere un personaggio finto, un autore e un uomo teso in modo fatuo alla celebrazione di se stesso. L'arroganza, il machismo, l'autoesaltazione, la caccia, i tori, il pugilato, la partecipazione attiva a tre guerre lo resero in effetti una sorta di mito che a molti intellettuali appariva (e in parte lo era) una posa.

Eppure nella sua produzione narrativa emergono nuclei tematici importanti, riguardanti la condizione umana. Per esempio l'inquietudine dell'uomo, il quale mai riesce ad afferrare la felicità. Oppure il concetto che l'esistenza è combattimento. E tuttavia la guerra incarna, secondo lo scrittore statunitense, il male perché può portare l'uomo all'eccitazione, al piacere di uccidere.

Hemingway sembra dare il meglio di se nei racconti piuttosto che nei romanzi. È più portato per la descrizione e l'azione anziché per la costruzione dei personaggi.

La critica più recente tende a rimproverargli la misoginia e la conseguente incapacità di costruire un personaggio femminile credibile. Nelle sue prose la donna oscilla tra la femmina castratrice e la figura femminile ubbidiente e sottomessa. Nella genesi della sua misoginia non sembra estraneo il difficile rapporto con la madre.

Riferimenti bibliografici:
Storia della letteratura americana (in Cd Rom), Roma, Gruppo Editoriale L'Espresso SpA, 2000
(a cura di N. Menniti-Ippolito), Conoscere i romanzi di Hemingway, Milano, Rusconi, 1997

I libri di Ernest Hemingway