Alessandro Baricco, Emmaus, Feltrinelli, 2009

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copertina libroCuori piccoli - li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli a Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo - fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l'avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo - perenne scoperta tardiva. (pagina 62)

Da una parte quattro bravi ragazzi della piccola borghesia: il narratore, Bobby, Luca e Il Santo, educati alla fede cristiana e al rispetto dei canoni della normalità. Dall'altra Andre (diminutivo di Andrea), una ragazza bella e affascinante che appartiene al mondo dei ricchi, dalla vita anticonvenzionale.

I ragazzi hanno "tutti sedici, diciassette anni". Quasi invisibili, appartengono a famiglie protettive, dedite a coltivare un dignitoso, austero, quasi gozzaniano decoro borghese:

"È un mondo in cui si spegne la luce, uscendo dalle stanze - le poltrone sono coperte dal cellophane, in sala. Gli ascensori hanno talvolta un meccanismo per cui solo introducendo una monetina si accede al privilegio della salita assistita.
[...] Nel frigorifero si conservano i bianchi d'uovo in un bicchiere, e al ristorante si va di rado, sempre la domenica". 

Nel lessico familiare "malattia" e "dolore" sono parole da rimuovere, di cui i ragazzi non conoscono il vero significato. Così come "infelicità" e "fallimento". Nell'"habitat assurdo" in cui vivono, "fatto di dolore represso e quotidiane censure", non c'è spazio per il male e la tragedia, tutt'al più per il dramma. I ragazzi vanno a scuola con poco entusiasmo e molto senso del dovere. La domenica suonano in chiesa una musica senza personalità. Nel tempo libero fanno volontariato, accudiscono dei vecchi malati ("le larve") all'ospedale dei poveri.

Andre è una ragazza fuori dagli schemi, con un forte e magnetico ascendente sugli altri, aristocraticamente avventurosa, eroticamente attiva e disinibita, ma anche un personaggio inquieto, lunare, sofferente, perverso, torbido. Arriva a tentare il suicidio e flirta pericolosamente con il male e l'anoressia.

Sullo sfondo di una città che allude, senza nominarla, alla Torino degli anni Settanta, grigia, fredda e nebbiosa, l'incontro con Andre è il catalizzatore che contribuisce a sgretolare le certezze e la fede dei quattro ragazzi, l'esperienza decisiva che cambierà le loro vite. Dopo il passaggio di Andre niente sarà più come prima.

La scandalosa Andre rappresenta per i quattro ragazzi il peccato, diventa l'Altro che viene accolto dentro di sé e con cui si dialoga e si scende a patti. Un incontro, quello con l'alterità, che ci trasforma e che talvolta ci confonde o ci distrugge, come succederà ai quattro adolescenti del racconto, di cui uno si suicida, un altro si droga e un terzo finisce in carcere per omicidio. Soprattutto un incontro che ci rende consapevoli di come gli opposti, bene e male, luce e ombra, convivano in noi.

Carico di riferimenti letterari e simbolici, oltre che di pregi stilistici, Emmaus racconta tuttavia una storia radicata nella contemporaneità e nella reale esperienza della giovinezza di ciascuno di noi.

Un tono mesto, sommesso, riflessivo caratterizza questo breve romanzo di formazione che, attraverso le vicende di un gruppo di ragazzi, parla dell'adolescenza, delle sue incertezze e delle sue scoperte, dei turbamenti e delle inquietudini che rendono questa età la più magica e significativa dell'esistenza. L'adolescenza che è per tutti noi la perdita dell'innocenza e dello sguardo ingenuo sul mondo, il passaggio obbligato verso la scoperta della propria contraddittoria identità e di quella "terra di nessuno" che è l'età adulta. Nella tragica consapevolezza, - come suggerisce Baricco -, "che non abbiamo nessuna possibilità di capire nulla, di niente, in nessun momento. Dei nostri genitori, dei nostri figli- forse di tutto".

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