copertina libroDifficile esprimere un giudizio sul nuovo romanzo di Erica Jong.
L’intreccio è presto detto: Vanessa, un’attrice avanti negli anni, insoddisfatta della vita sessuale col coniuge, ormai messo fuori combattimento dall’età e dai conseguenti acciacchi, un coniuge che pure lei dice di stimare ed amare, cerca nei siti di incontri su internet l’occasione per procurarsi con estranei dei rapporti sessuali. Va incontro a una serie di delusioni, procuratele da partner che le propongono discutibili e comunque sgradite pratiche erotiche. Nel contempo si deve misurare con una grave malattia acuta del marito, con la mamma che è giunta al termine della propria esistenza in una condizione di totale declino fisico e cognitivo, con la morte del padre e perfino con la dipartita dell’amatissimo cane. In più diventa nonna di un bel nipotino.

Una parte del romanzo, dunque, contiene le solite prediche della Jong sul sesso, l'insistenza, ormai stucchevole, dell'autrice a trattare questo tema alla stregua di un’esperienza mistica, soprattutto raggiunta un’età in cui forse sono altri i vissuti che si accordano con la saggezza e conferiscono significato all'esistenza.
Uno scrittore, a mio avviso, dovrebbe essere capace di rinnovarsi e proporre contenuti adeguati alla propria evoluzione personale e consoni alla propria stagione della vita. Il romanzo della Jong sembra invece una pallida copia delle sue precedenti prove.

Senza alcun falso moralismo, sarebbe inoltre interessante valutare quanto la rivoluzione sessuale, di cui la scrittrice americana è stata paladina, abbia reso più felici le persone, o non si sia trasformata col passare degli anni in un pernicioso, noioso e talvolta opprimente nuovo conformismo. Non a caso il sesso zipless, cercato dalla protagonista sessantenne del libro, si rivela nella totalità dei casi deprimente e frustrante, toccando esilaranti vette di grottesco.

Piace molto di più la Jong, invece, quando affronta i temi del rapporto dei figli con i genitori anziani e quando si misura con l’esperienza della morte. Il titolo originale del libro è significativamente Paura di morire, stravolto, non si sa per quale motivo (ragioni di cassetta?) nell’edizione italiana. Ma la parte migliore del racconto è appunto quella dove emerge la dimensione tragica dell’esistenza. L'angoscia e la difficoltà di vivere che traspaiono in queste pagine conferiscono alla scrittura un carattere di autenticità e rendono la lettura del romanzo quasi un’esperienza significativa.

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