copertina libroCharles Darwin nasce a Shrewsbury il 12 febbraio 1809. Perde la madre quando ha appena otto anni e così la sua educazione viene affidata inizialmente alle sorelle. Già da piccolo manifesta l'inclinazione a collezionare ogni tipo di oggetto: conchiglie, monete, minerali, francobolli. Dal comportamento molto vivace, Charles da bambino non era altrettanto pronto nell'apprendere. Frequenta le scuole vicino a casa, ma per lo più ama correre e camminare ed è spesso così assorto nei suoi pensieri che una volta cade dalle mura di cinta della città. Gli piace la pesca con l'amo e nutre un profondo rispetto per ogni specie animale.

Nell'autobiografia si lamenta della scarsa qualità della sua educazione scolastica, di stampo classico. Di piacevole ricorda soltanto qualche ode di Orazio. Lo studio nella scuola che frequenta é imperniato principalmente sulla ripetizione mnemonica delle lezioni del giorno prima. Charles, in  questo, è agevolato da una memoria tenace. Il padre, tuttavia, non è soddisfatto del figliolo e lo considera un ragazzo mediocre. Un giorno arriva a dirgli: “Non fai altro che andare a caccia, occuparti di cani, e catturare i topi, e sarai perciò una disgrazia per te stesso e per tutta la famiglia”.

Charles considera comunque il padre “l'uomo più gentile che io abbia mai conosciuto”. Medico affermato, anche se aveva abbracciato la professione controvoglia, Robert Darwin era un uomo corpulento, generoso, dotato di straordinaria comprensione per il prossimo e di uno spiccato spirito di osservazione. Possedeva un grande intuito clinico, che gli permetteva di indovinare quasi sempre il decorso delle malattie che era chiamato a curare. Ispirava nei propri pazienti una totale fiducia, al punto che arrivavano a confessargli ogni loro pena. Egli riconosceva  i problemi morali e psicologici come causa rilevante di malattia e di sofferenza.

Charles ama leggere e durante la giovinezza non si limita alla lettura di testi scientifici, ma ama la poesia, Shakespeare e Byron, una passione che si affievolirà durante l'età più avanzata. Nutre un profondo interesse per la caccia. È affascinato dallo studio di insetti e uccelli. Inoltre conduce con il fratello, nella rimessa degli attrezzi, degli esperimenti di chimica, accostandosi in tal modo alla scienza sperimentale.

Il padre, nel 1825, lo manda all'Università di Edimburgo, insieme al fratello, a studiare medicina. Forse perché consapevole di non doversi guadagnare il pane per vivere, Charles è tutt'altro che uno studente motivato. Rimane inoltre deluso dalla monotonia delle lezioni, cui preferisce lo studio diretto sui libri di testo. Il padre cerca di incoraggiarlo nello studio della medicina, riconoscendogli del talento e predicendogli un futuro ricco di soddisfazioni, ma Charles è attratto dalle scienze naturali. Entra perciò in contatto con altre persone, studenti e accademici, appassionati come lui di scienza.

Falliti gli studi di medicina, il padre indirizza Charles allo studio della teologia. Lo vuole pastore protestante. Charles studia a Cambridge e manifesta insofferenza per la matematica. Anche teologia si rivela ben presto una falsa pista. Si interessa allora di geologia. Intanto il capitano Fitz-Roy si dichiara disposto a dividere la sua cabina sul brigantino Beagle con un giovane naturalista che, senza stipendio, lo accompagni nel viaggio. Charles è allettato dalla proposta, ma suo padre si oppone. Intercede per lui lo zio Josiash e Charles si imbarca sul Beagle il 27 dicembre 1831 e resterà a bordo fino al 2 ottobre 1836.

Per Darwin il viaggio sul Beagle risulta essere l'avvenimento più importante della sua vita, quello determinante per la sua carriera. Un allenamento dell'intelligenza e “la mia prima istruzione”. Sul Beagle Darwin perfeziona la sua capacità di osservazione. Studia in modo approfondito i Principi di geologia di Lyell e raccoglie animali di tutte le classi. Tiene anche un diario dettagliato delle proprie giornate. Acquisisce l'abitudine,e che non lo abbandonerà mai, di occuparsi con energia, attenzione e concentrazione delle cose che fa.

Il viaggio dura cinque anni. L'amore per la scienza prende il sopravvento su qualsiasi altro interesse. Abbandona il vecchio piacere per la caccia. Eppure prima di partire Darwin è malinconico. È triste all'idea di lasciare la famiglia e gli amici. Teme persino di avere una malattia cardiaca. Durante il viaggio rimane incantato dallo splendore della vegetazione tropicale. L'incontro con le popolazioni autoctone risulta per lui  indimenticabile. Si sente animato “dal puro e semplice piacere della ricerca e da un forte desiderio di poter aggiungere alcuni fatti nuovi ai tanti già noti delle scienze naturali”. L'idea di poter scrivere un libro di geologia sui territori visitati gli procura “un brivido di piacere”. Comincia a prendere coscienza di stare diventando uno scienziato importante.

Nonostante la grande ambizione, Darwin non si preoccupa molto dell'opinione pubblica. Ritorna in Inghilterra nell'ottobre del 1836. Intrattiene rapporti profondi e significativi, fatti di intense conversazioni, con diversi illustri scienziati: con il geologo Lyell e con il botanico Robert Brown. La filosofia gli si rivela ostica, mentre trae diletto dalla poesia, in particolare da quella di Wordsworth e di Coleridge, mentre quando si trova sul Beagle il suo libro preferito è Il Paradiso perduto di Milton. Il suo atteggiamento scientifico lo allontana progressivamente dai dogmi della fede. Matura la convinzione che la vita sia molto più basata sul piacere che sulla sofferenza. Afferma: ”Io credo che la felicità prevalga decisamente”. Per lui, le sensazioni piacevoli guidano gli esseri viventi: mangiare, bere, riprodursi, la vita familiare e sociale, l'attività fisica e psichica collaborano con la selezione naturale a creare un mondo armonioso. Pur tra mille dubbi si dichiara agnostico.

Il 29 gennaio 1939 sposa Emma Wedgwood. Darwin si lamenta spesso della sua "salute malferma", delle sue “cattive condizioni di salute”, di “malattie frequenti” che gli impediscono di lavorare come vorrebbe e gli rallentano la stesura dei suoi manoscritti. Descrive la propria vita coniugale così come quella familiare con i figli come armoniosa e fonte di sostegno morale nei momenti difficili. Ha modo d'incontrare negli anni scienziati e umanisti eminenti, tra cui Carlyle, Spencer, Humboldt, Babbage.

Nell'autobiografia Darwin si manifesta un acuto osservatore di uomini. Sa tracciare una sintesi convincente del carattere di ogni personalità che incontra. Così come rivela notevoli capacità di auto osservazione e di introspezione. Sembra essere molto lucido nel descrivere il modo in cui lavora la sua mente, i limiti e le qualità che possiede.

Nel settembre del 1842 Darwin lascia Londra, incapace di reggere la gravosità degli incarichi che deve assolvere presso varie società scientifiche e si trasferisce definitivamente in campagna, di cui apprezza la vita calma e genuina. Riceve frequenti visite dai figli. Conduce un'esistenza ritirata che lo appaga completamente. Vedere persone gli causa ormai un'eccitazione tale da provocargli tremori e vomito, che lo lasciano in uno stato di prostrazione prolungata. Soltanto il lavoro scientifico gli fornisce un completo godimento, che gli permette di dimenticare gli affanni quotidiani.

“ Non ho altro da ricordare che la pubblicazione dei miei libri”, scrive. Nel 1859 pubblica il suo libro più importante: L'origine delle specie. Nonostante le sue idee sulla variabilità degli esseri viventi, sull'adattamento e sulla selezione naturale siano state all'inizio ignorate e poi avversate, L'origine delle specie ebbe un grande successo. I libri che Darwin pubblica sono sempre concepiti e portati a termine con meditata lentezza. Sono incubati ed elaborati a lungo e risultano il frutto di studi approfonditi e di ampie letture. Oltre a L'origine delle specie, che gli procura una fama mondiale, Darwin scrisse: Diario delle ricerche (pubblicato per la prima volta nel 1839), Osservazioni geologiche sull'America meridionale (1846), Scogliere coralline, La variazione degli animali e delle piante allo stato domestico (1860), La fecondazione delle orchidee (1862), L'origine dell'uomo (1871), Espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali (1872), Piante insettivore (1875), Effetti della fecondazione incrociata e dell'autofecondazione nel regno vegetale (1876), Le forme diverse di fiori ecc. (1877), Vita di Erasmus Darwin (1879), La capacità di movimento delle piante (1880), Piante rampicanti, La formazione dell'humus per mezzo dell'azione dei vermi (1881).

Darwin dispone di una biblioteca personale ricca e scheda con regolarità i libri che non gli appartengono, facendone un riassunto. Tiene una catalogazione precisa delle sue letture, di cui si serve nella compilazione dei suoi saggi. “Quando rivedo la lista dei libri d'ogni genere che ho letto e riassunto, ivi comprese serie complete di periodici e atti accademici, mi stupisco della mia attività”.

Un posto di rilievo nello sviluppo mentale di Darwin lo occupa la figura del nonno Erasmus (1731-1802), un medico con propensioni naturalistiche, autore egli pure di una teoria evoluzionista.

Charles Darwin conclude la sua autobiografia lasciandoci una sorta di testamento spirituale:

Il mio successo come uomo di scienza, qualunque esso sia stato, è dovuto, mi sembra, a diverse e complesse qualità e condizioni intellettuali. Le più importanti sono state: l'amore per la scienza, un'infinita pazienza nel riflettere lungamente su ogni argomento, gran diligenza nell'osservare e raccogliere dati di fatto, e una certa dose d'immaginazione e di buon senso. È davvero sorprendente che con doti così modeste io sia stato capace d'influire in modo tanto notevole sulle opinioni degli scienziati su alcuni importanti problemi.
L'autobiografia fu composta da Darwin  fra il maggio e l'agosto del 1876. Dedicò alla stesura del testo un'ora quasi tutti i pomeriggi. Durante i suoi ultimi sei anni di vita ampliò quanto aveva già scritto, inserendo nuove pagine di ricordi. Come sottolinea Giuseppe Montalenti nella premessa al libro, L'Autobiografia rappresenta un'opera fondamentale per comprendere Darwin e il darwinismo, oltre che - aggiungiamo noi - la testimonianza di piacevole lettura di una delle personalità più valorose dell'Inghilterra vittoriana .

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