![]() Rosa Matteucci, Costellazione familiare, Adelphi, 2016, pagine 167
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N a r r a t i v a |
Contrariamente ai modelli diffusi dalla
vulgata televisiva nazional-popolare, le
famiglie sono quasi sempre teatro di conflitti,
di sentimenti ambivalenti, di oppressioni con
susseguenti tentativi di liberazione. In
Costellazione familiare, Rosa Matteucci
disegna una famiglia costituita da una madre
rigida e incapace di mostrare i propri
sentimenti, “una figura materna molto diversa
dall’archetipo socialmente accettato”, un padre
amorevole, ma irresponsabilmente dedito al gioco
e alle cambiali e una figlia che cerca
rabbiosamente di affermare la propria identità e
la propria autonomia. Per la verità c'è anche
una sorella, "Fran la bella", astrofisica, che se
ne è andata presto di casa e conduce una, almeno
in apparenza, appagata vita borghese. “Provavo una pena indicibile nel vedere il corpo di mia madre corrompersi”.Ci narra di susseguirsi straziante di ricoveri, ospedali, corsie, case di cure, trasferimenti, terapie, medici e infermieri non sempre competenti e sensibili, intralci burocratici, obblighi da espletare, L’ambivalenza dei sentimenti umani e familiari emerge drammaticamente in questo frangente. Il calvario della malattia di un congiunto getta nella disperazione e impone una riflessione sulla nostra vulnerabilità e sulla nostra condizione, transeunte, di uomini e di donne. L’agonia e la morte di un genitore acuiscono il senso di colpa e di inadeguatezza. La malattia inasprisce i lati negativi del carattere di chi sta male e di chi lo assiste. Al capezzale del malato terminale si vivono scontri, incomprensioni, egoismi, colpevolizzazioni, richieste contraddittorie, accuse, esigenze da soddisfare, visite quotidiane stancanti, situazioni imbarazzanti, voglia di fuggire, sentimenti di solitudine, di impotenza e di abbandono. Assistere il proprio genitore morente si trasforma presto in una discesa agli inferi. E, a morte avvenuta, riaffiorano i rimpianti, le cose che non si sono dette mentre il familiare era ancora in vita, ma soprattutto i ricordi, spesso accompagnati da una straziante dolcezza. Questo ci racconta la Matteucci nella parte emotivamente più toccante del suo romanzo. Per rivivere le proprie relazioni familiari, la protagonista, insieme a uno scalcagnato gruppo di potenziali pazienti, partecipa pure ad uno psicodramma, organizzato da un improbabile psicologo new age. Lo scopo dello psicodramma è proprio quello di mettere in scena le “Costellazioni familiari”, che danno il titolo al libro, lo aprono e lo chiudono In conclusione, Costellazione familiare è un’opera narrativa che, con uno stile fatto di humour corrosivo misto a commozione, di comicità mescolata a pietas, coinvolge il lettore fino all’ultima pagina e lo stimola a riflettere su alcuni degli aspetti solitamente rimossi, ma molto importanti, della vita.
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Pagina aggiornata il 27.06.16 |