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Matteo Rampin, Farida Monduzzi, Come non farsi bocciare a scuola. Trucchi e astuzie per studenti, genitori e insegnanti, Salani, 2012

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copertina libroScritto da uno psichiatra e da un'insegnante, Come non farsi bocciare a scuola è un manuale di sopravvivenza scolastica leggero e spiritoso, che dispensa agli studenti eccellenti consigli, ricavati dalle esperienze professionali degli autori (neuroscienze e insegnamento), ma soprattutto suggeriti da un solido buon senso. Ne facciamo qui, a beneficio di tutti i nostri lettori, una breve e schematica sintesi.

La scuola non è necessariamente quell'esperienza sgradevole e noiosa che viene di solito descritta da chi la frequenta. Anzi, imparare e divertirsi (o meglio imparare divertendosi) è possibile, a patto di rispettare alcuni principi

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1. Preparare il terreno: gli errori da non commettere prima

  •  la scuola da frequentare non deve essere scelta dai parenti, (genitori, nonni, zii, ecc.), ma dallo studente, in sintonia con i propri interessi e le proprie inclinazioni;
  •  non si sceglie una scuola per seguire un amico;
  • se si seguono con attenzione le lezioni in classe, poi a casa si fatica meno sui libri;
  • l'apprendimento non è un'esperienza da confinare all'aula scolastica. Ci si deve disporre ad apprendere anche fuori dalla scuola, nella vita di tutti i giorni, dalle esperienze più disparate. Soprattutto si deve imparare ad imparare

2. Il decalogo dello studente strategico

  1. eviterai le scorciatoie (non copiare, non ricorrere a sotterfugi, che possono metterti in cattiva luce presso l'insegnante e farti soltanto perdere tempo, ma studia e impara);
  2.  punterai a 10 per ottenere 7 (puntare al massimo per ottenere il minimo);
  3.  spegnerai il cellulare, internet & C. (i nuovi media, così come la tv, possono diventare fattori distraenti, che impediscono l'attenzione e la concentrazione necessarie allo studio)
  4. ti costringerai ad avere poco tempo (chi ha tempo, non aspetti tempo);
  5. ti eserciterai a scrivere (scrivere, ovunque, provoca una serie eventi positivi e trasformativi. E' importante tanto per la scuola, quanto nella vita; aiuta ad esprimersi correttamente e a conoscere se stessi);
  6. carpirai il più possibile in aula per risparmiare fatica a casa( tutto ciò che non si fa in aula lo si dovrà fare a casa);
  7. mangerai e dormirai "con testa" (una dieta corretta, per esempio fare una prima colazione ricca, di tipo quasi anglosassone, che preveda carboidrati a lento rilascio e coricarsi la sera presto, non oltre le ventitre, e dormire in media otto ore per notte costituiscono le precondizioni fisiche e mentali che facilitano l'apprendimento);
  8. eviterai i manuali di tecniche di apprendimento miracolose. Lo studio è un procedimento lento e faticoso, ma la fatica dello studio può essere gioiosa);
  9. se non va, non va: quando interrompere e dedicarsi ad altro (quando si sente di non farcela più, è necessario prendersi qualche pausa salutare dallo studio)
  10.  inizia adesso! (non rimandare a domani quello che potresti fare oggi)

3. In aula: come far fruttare il tempo che si trascorre a scuola

Spesso l'avversione di uno studente verso una materia non ha a che fare veramente con i contenuti della materia stessa, ma con l'atteggiamento negativo dello studente verso di essa. Saper mettere a frutto il tempo che si trascorre in aula è uno dei segreti più importanti del successo scolastico. In aula, bisogna che studenti e insegnanti tengano conto anche del rapido decadimento dell'attenzione: dopo tre quarti d'ora nessuno riesce più a seguire una spiegazione ed è necessario chiedere/concedere una pausa.

Prendere appunti in classe è un'arte nobile e difficile, ma che è bene imparare al più presto. Gli appunti non sono la trascrizione integrale della lezione del professore, ma richiedono una rielaborazione personale della spiegazione dell'insegnante, e una trascrizione limitata soltanto ai concetti e alle informazioni salienti.

Lo studente, in classe, non deve aver timore di fare domande e di dire "non ho capito". Ha il diritto di spremere dall'insegnante tutta la scienza e la dottrina, di cui dispone.

4. A casa: come studiare

"Studiare, oggi, è quella cosa che si fa di malavoglia negli intervalli tra un divertimento e l'altro". Non deve essere così. Perciò:

Programmare. Programmare significa stabilire quando fare le varie cose. La pianificazione delle cose nel tempo è la facoltà che veramente distingue l'uomo dalla scimmia. Se non programmate lo studio, rischierete di ritrovarvi all'improvviso con una mole esorbitante di lavoro da svolgere. L'unico segreto per studiare bene è organizzarsi in funzione del tempo.

Nello studio è importante capire, ma anche memorizzare le nozioni apprese, immagazzinarle nella mente. Esistono varie tecniche, perfezionate nei secoli, per facilitare il processo di memorizzazione. Per esempio, usare tutti e cinque i sensi, servirsi di acronimi, storielle, rime, post-it. Associare le nozioni a delle immagini. Condensare quanto imparato in schemi (se ne astengano coloro che aborrono gli schemi!). Soprattutto, per imprimere nella memoria quanto appreso è necessario ripeterlo.

Importante è anche stabilire, durante lo studio, dei collegamenti tra una nozione e un altra, tra una materia e un'latra. La capacità di stabilire collegamenti tra concetti e disciplini anche molto distanti tra loro è indice di creatività, una dimensione dell'intelligenza molto, una brillantezza dello spirito molto apprezzata dagli insegnanti odierni e dalla società contemporanea in generale.

Da non sottovalutare l'importanza della sottolineatura dei testi di studio, ai fini dell'apprendimento. Importante è inoltre, imparare a sintetizzare (riassumere) quanto studiato e organizzare attività di ripasso.

Importantissimo, sottolineano gli autori, è battere il ferro finché è caldo, cioè cercare di approfondire e fissare al più presto nella memoria quanto si è appreso a lezione, elaborando gli appunti presi e ripetendo i concetti fondamentali.

Lavoro e riposo sono poi due facce della stessa medaglia: occorrerà perciò ritagliarsi degli intervalli di tempo in cui staccare dallo studio (un giorno alla settimana, un'ora al giorno, dieci minuti all'ora.

Fare una ricerca. Non significa fare copia-incolla da Wikipedia, ma consultare più testi e sintetizzarli ed elaborarli con parole proprie.

Nello studio, poi, come nella vita, è importantissimo cercare di cavarsela da soli, senza aiuti consistenti da parte di genitori, parenti ed amici. L'aiuto protratto crea dipendenza. Alle lezioni private si ricorre soltanto come rimedio estremo

5. Verifiche, interrogazioni, esami

Qui i problemi più importanti, a parte la preparazione carente, sono quelli legati alla sfera emotiva: il timore del giudizio degli altri e l'ansia da interrogazione. Si tratta di manifestazioni del tutto naturali e anche in qualche modo positive, tranne quando diventano paralizzanti e danneggiano pesantemente le prestazioni dello studente. Si tratta di angosce che si possono superare con successo, accettando il margine di rischio che ogni situazione di vita comporta.

6. Imparare a stare assieme agli altri

A scuola non si assimilano soltanto i contenuti delle diverse discipline, ma si socializza, si impara cioè a stare assieme agli altri. Si impara così a riconoscere gli insegnanti come persone fallibili, ma spesso animate da buone intenzioni, ad aiutare i compagni in difficoltà, a contrastare i prepotenti (bulli) e a mantenere una certa indipendenza dai diktat, dai comportamenti stereotipati e dai pregiudizi del gregge (o gruppo dei pari).

7. Reagire alla sconfitta

Importantissimo è poi imparare, di fronte ad un voto insufficiente o a un insuccesso scolastico, a non addossare le colpe agli altri o alle circostanze sfavorevoli, ma a prendersi le proprie responsabilità e a reagire cercando di impegnarsi di più nello studio. Fermo restando che una bocciatura non è un dramma irrimediabile, ma può persino trasformarsi in una opportunità per conoscere meglio se stessi e affrontare la propria vita su basi più solide. Perché "ricordate che la scuola non è la cosa più importante della vita, e che essere bocciati o promossi non conta niente, se non fa parte di un progetto più ampio, più alto, più nobile, più bello [...]. Meglio essere bocciati a scuola che nella vita".

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