L'articolo di giornale è un testo
che trasmette informazioni su un argomento specifico e mira a convincere
il lettore della giustezza delle tesi esposte dall'autore. Lo stile
giornalistico è caratterizzato da vivacità, brevità e precisione
circostanziata nel comunicare notizie e fatti. Adotta un
linguaggio"medio", comprensibile alla maggioranza dei lettori,
ma non disdegna l'innovazione linguistica e l'uso di neologismi
Le opinioni espresse nel tentativo di persuadere il lettore saranno
formulate sulla base dei fatti e delle notizie riportate nell'articolo o
in altra parte del giornale. La coerenza delle argomentazioni dovrà essere
incalzante e rigorosa. La scrittura lascerà trasparire passione e impegno
civile, brillantezza. talvolta ironia e umorismo. Le I periodi saranno
composti di preferenza da frasi coordinate (paratassi); Il tempo usato
sarà preferibilmente il presente; Il testo scritto sarà suddiviso a
blocchi per facilitarne la lettura.
L'articolo di giornale su argomenti di attualità
Lo studente che si accinge a scrivere un articolo di giornale potrà
prendere a modello gli articoli di fondo o editoriali che compaiono sulle
prime pagine dei quotidiani nazionali più diffusi, a firma di prestigiosi
giornalisti e professori universitari.
Ai fini didattici, un importante modello è costituito anche dal
cosiddetto "articolo di Terza Pagina", che si chiama così da
quando la terza pagina dei quotidiani era riservata all'informazione
culturale e ospitava gli interventi di scrittori e letterati, i quali di
frequente si producevano in scritti, come gli elzeviri, che erano veri e
propri esercizi di prosa d'arte.
Nel mondo i migliori giornali seguono il modello diffuso dal grande
giornalismo inglese, per cui l'articolo ben scritto deve rispettare la
regola delle cinque W:
- Who? (Chi?)
- What? (Cosa?)
- When? (Quando?)
- Where? (Dove?)
- Why? (Perché?)
Per calare lo studente nell'atmosfera della redazione di un giornale e
aiutarlo a capire quali regole deve rispettare la scrittura giornalistica,
riportiamo, a titolo esemplificativo, il decalogo che il direttore Arrigo Benedetti,
uno dei protagonisti più innovativi della storia del giornalismo
italiano, impose ai suoi
giornalisti
Il decalogo del giornalista
Paese Sera
Il direttore
Roma, 17 settembre 1970
A tutti redattori
Alcune delle norme stabilite per la stesura degli originali sono spesso
dimenticate. Ne ricordiamo alcune.
(…)
Nei titoli si dovranno evitare le virgole e i punti interrogativi ed
esclamativi; dopo i due punti segue la minuscola (…)
Le virgolette non devono essere usate per alludere a un significato
diverso da quello proprio della parola; si useranno, invece, per le frasi
tratte da lingue straniere, per i titoli dei giornali, libri, riviste,
raccolte, per i termini tecnici di qualsiasi lingua.
Le parole straniere entrate nell’uso vanno sempre tra virgolette e
sempre al singolare (…)
Se si citano frasi tra virgolette, queste vanno poste all’inizio
della citazione, all’inizio di ogni capoverso successivo e alla fine
della citazione.
Nel discorso diretto, dopo i due punti e le virgolette, segue la
maiuscola.
Le sigle vanno tutte in maiuscole (ad esempio PCI e non Pci) e senza
punti intermedi (ad esempio ANSA e non A.N.S.A.).
Nell’enumerare in un testo più argomenti non si scrive 1) 2) 3) ma
1. 2. 3. Seguiti dalla minuscola e concludendo i singoli paragrafi con
punto e virgola.
Po’ per poco si scrive con l’apostrofo, non con l’accento.
Si scrive se stesso e non sé stesso.
(…)
Le maiuscole vanno usate in modo parsimonioso (nome, cognome, città,
nazioni). Sono sempre da evitare quelle referenziali sia per gli enti
pubblici che per i loro titolari. Uniche eccezioni la parola Repubblica,
quando ci riferiamo alla repubblica italiana, Papa e Presidente quando non
sono seguiti dal nome.
(…)
Le congiunzioni ed e ad possono essere usate solo se collegate con
parole che cominciano rispettivamente per e o per a;
Non si usano i verbi inventati come evidenziare; potenziare;
disattendere; presenziare; o superflui come effettuare per fare, iniziare
per cominciare; i francesismi come “a mio avviso”; le frasi fatte come
madre snaturata, folle omicida, agghiacciante episodio, in preda ai fumi
dell’alcool, i nodi da affrontare, nell’occhio del ciclone, l’apposita
commissione; gli aggettivi che servono a caricare di infamia chi non ne ha
bisogna, come il criminale fascista, l’infame dittatore.
Con preghiera di fare più giornalismo e meno ideologia.
Arrigo Benedetti
(Il decalogo è stato tratto dal giornaledibarganews)
Riferimenti bibliografici:
AA.VV. Tutto su la prova scritta d'italiano dell'esame di stato,
Firenze, Sandron, 1999
Laparelli, G.F., Ludovici, M. L'articolo
di giornale all'esame di maturità. Vademecum per l'insegnante e lo
studente, Roma, Donzelli, 1999
Materazzi, M., Presutti, G. Nonsolotema. Guida alle nuove prove scritte
di italiano per la maturità, Torino, Loescher, 1999
Ottone, P. Storia del giornalismo italiano. Preghiera o bordello, Milano,
TEA, 1998
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