Johan
Gregor Mendel era un monaco boemo che insegnava scienze in una scuola di Brno
in Cecoslovacchia.
Fu lui ad
affrontare il problema dell’ereditarietà piantando dei piselli e dei fiori per
fare esperimenti in un pezzo di giardino che era disponibile nel convento.
Mendel
usò piante di pisello odoroso che differivano per un solo carattere.
Incrociò
quindi artificialmente piante di fiori con lo stelo corto con piante di fiori
con lo stelo lungo, piante di fiori rossi con piante di fiori bianchi, e così
via.
Le piantine nate dal primo incrocio, denominato F1, uscirono tutte uguali, avevano cioè presentato il carattere di uno solo dei due genitori.
Sembrava
dunque che si salvasse un solo carattere e che l’altro scomparisse. Mendel
chiamò il carattere che restava manifesto DOMINANTE, mentre quello che
scompariva RECESSIVO.
Mendel
fece autoimpollinare le piantine della generazione F1 in modo da essere sicuro
che i genitori fossero identici. Nella nuova generazione, denominata F2;
comparvero piantine sia con il carattere di un solo genitore che piantine che
presentavano il carattere che si credeva scomparso. I caratteri recessivi non
si erano né persi né mescolati ad altri ma avevano mantenuto la loro identità.
Mendel calcolò anche che la presenza del carattere dominante risultava del 75%
dei casi mentre quella del carattere recessivo del 25%.
Tale
rapporto (3 a 1) rimaneva costante in tutti gli esperimenti nella quale si
poteva osservare la presenza del carattere dominante e recessivo.
Mendel ritenendo
che la costanza di questo rapporto non fosse casuale formulò due ipotesi:
1.Ogni
carattere doveva essere determinato dalla presenza di “fattori ereditari” (oggi
detti geni).
2.Nelle
cellule sessuali dei genitori ciascuna coppia di geni si separava in ogni
singolo componente: la cellula sessuale doveva quindi contenere un unico
fattore ereditario o gene. Indicò così ogni fattore ereditario con una lettera
dell’alfabeto: i caratteri dominanti con la lettera maiuscola, mentre quelli
recessivi con la lettera minuscola. Indicò quindi nei suoi esperimenti con “R”
il carattere dominante che determinava il colore dei fiori rossi e con “r” il
carattere recessivo che determinava il colore del fiore bianco. Individui che
ereditano da entrambi i genitori un fattore uguale sono detti omozigoti e sono
indicati con “RR” o con “r r ” a seconda del carattere ereditato.
Individui
che ereditano fattori diversi sono detti eterozigoti e vengono indicati con “r
R”. Due individui con una configurazione diversa, tipo “RR” e “R r”, possono
avere un aspetto uguale (in questo caso
il fiore sarà rosso).