Giuseppe Culicchia, Ameni inganni, Mondadori, 2012
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N a r r a t i v a |
![]() Alberto Bianco è un quarantenne che, dopo la morte dei genitori, eredita la loro casa e un discreto gruzzoletto e vive da solo senza fare assolutamente niente, se non amministrando con oculatezza l'eredità ricevuta. Brillante studente di liceo, promosso all'esame di maturità col massimo dei voti, Alberto, una volta iscritto alla facoltà di Fisica, falsifica gli esami sul libretto, per non deludere le aspettative dei genitori e si dedica totalmente alle sue passioni: il collezionismo di riviste erotiche e di modellini di astronavi. Tutt'altro che sciocco, dotato invece di una brillante mente analitica e riflessiva, Alberto conosce e si appassiona alle teorie di Einstein, di Bohr e di Heisenberg e alle loro implicazioni teologiche. E tuttavia sembra inetto a vivere. Il nostro protagonista sembra spaventato dall'opacità, inaffidabilità e minacciosità della realtà esterna, anche nelle sue dimensioni più quotidiane, dal mondo del lavoro, caratterizzato dalla noia e dall'alienazione ("non ho ritenuto di dover sottostare alle imposizioni assurde cui volevano sottomettermi in quel posto che mi aveva trovato presso la ditta di un suo amico"), dal rapporto con le donne in carne ed ossa, un pianeta troppo sconosciuto, imprevedibile e contraddittorio, tanto da fargli preferire le pin up di carta, più rassicuranti perché idealizzate e mantenute a distanza di sicurezza, su cui riversa il suo ingenuo bisogno d'amore .Quando finalmente e fortuitamente ritrova dopo vent'anni l'ex fidanzata, Letizia Righi, con cui aveva vissuto, diciottenne, una appassionata storia sentimentale, l'unica della sua vita, durata un paio di anni, la situazione precipita. È passato tanto tempo e le aspettative di ciascuno dei due sono diventate troppo diverse. Il rapporto di coppia non decolla. Alberto equivoca e si ostina a rincorrere la ragazza, che non ne vuole più sapere di lui, tanto da rimediare una condanna per stalking.Letizia stessa, pur mantenendo un contatto con la realtà e una concretezza superiori a quelli di Alberto, ha bisogno, per sentirsi viva e realizzata, della frequentazione ossessiva dei social network. Twitter e Facebook svolgono nel romanzo la funzione di tramite e nello stesso tempo, di schermo protettivo tra i protagonisti e la realtà, che si dà loro, distorta, soltanto attraverso la mediazione dei nuovi strumenti informatici.
Con questo romanzo-manifesto della generazione dei "bamboccioni", Culicchia rappresenta col consueto registro ilarotragico il mondo contemporaneo, connotato dalla solitudine, dalla falsa rappresentazione di se stessi, dall'angoscia e dalla disumanità di una società ostile e incapace di rispondere in maniera adeguata ai bisogni di libertà e di felicità degli individui. |
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Pagina aggiornata il 21.07.13 |