VIVERE
Altri si limitano a vivere, io vegeto. La mia incompetenza a vivere sfiora il sublime. La vera vita è riflessione su se stessa. Nulla è più stupefacente di un'esistenza comune, di un cuore
semplice... La vita è terribile come la morte. La vita è nel movimento. La vita non è che un'ombra che cammina; un povero
commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per
la sua ora, e poi non se ne parla più. Una favola raccontata da un
idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla. La strada dei più alti desideri passa
spesso per l'indesiderabile. La vita bene spesa lunga è. Amaro e noia / la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo. Ogni esperienza è un tentativo portato
senza riserve e lasciato in balia del pericolo della
propria mancanza di base e di certezze. Le grandi esperienze della vita sono
quelle che non vorremmo fare mai. Chi vive, quando vive, non si vede; vive... Se uno può vedere
la propria vita, è segno che non la vive più: la subisce, la
trascina. E' l'insicurezza che sprona gli uomini
alle grandi imprese, grazie ad essa uomini che in
realtà non erano fatti per nessuna cosa, sono
diventati capaci di tutto. Gli eroi sono il prodotto
dell'insicurezza. Vale a dire di uno stato d'ansia,
di paura, di disperazione. A questo punto, diventa straordinariamente
facile comprendere la nostra vita: comunque siamo,
non potevamo essere altrimenti. Niente rimpianti,
niente strade sbagliate, niente veri errori. L'occhio
della necessità svela che ciò che facciamo è
soltanto ciò che poteva essere. Io sono nato, per volere del cielo, nella
nostra età del ferro per riportare in vita l'età
dell'oro. Non ho la battuta pronta, purtroppo. Il mio istinto è di
soccorrere, non di colpire. L'inevitabile superficialità che si accompagna alla gente che
ha imparato ogni cosa per esperienza diretta. La vita è, di fatto, una lotta. Su questo punto pessimisti e
ottimisti si trovano d'accordo. Il male è insolente ed è forte; la
bellezza è stupenda, ma è rara; la bontà è spesso soggetta a
essere debole, la follia a essere arrogante e la malvagità ad avere
la meglio: gli imbecilli ai posti d'onore e i migliori in disparte;
e l'umanità, nel suo complesso, infelice. Una bella vita è un pensiero della giovinezza realizzato
nell'età matura. Il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a
noi. L'uomo ha perciò settant'anni di vita. I primi trent'anni
sono suoi, e passano presto... Arrivano poi quelli dell'asino,
durante i quali egli deve portare sulle sue spalle fardello su
fardello: è lui che fornisce al mulino il grano di cui gli altri si
nutrono... Poi vengono i dodici anni del cane, durante i quali non
fa altro che mugolare trascinandosi da un angolo all'altro, perché
non ha più i denti per mordere... passato questo tempo non gli
restano più che i dieci anni della scimmia. Non ha più del tutto
la testa a posto, diventa un po' buffo e fa strane cose che fanno
ridere i bambini, che lo prendono in giro. [Bisogna fare in fretta perché] gli anni passano per tutti e
si sono accumulate tante cose da fare. Se alla sera siamo in lacrime, al mattino ritorna la gioia. Nella vita dell'uomo Il tempo basta a tutto, se lo si gestisce con la parsimonia
necessaria. Per noi è breve la giornata di cui perdiamo la maggior
parte. Fino a oggi è stato ospite della figlia solo per brevi
periodi. Ora divide con lei la casa, partecipa alla sua esistenza.
Deve fare attenzione a impedire che le vecchie abitudini tornino di
soppiatto, le abitudini del genitore: mettere il rotolo di carta igienica
sul supporto, spegnere le luci, cacciare il gatto dal divano.
Allenati per la vecchiaia, si ammonisce David. Allenati alla
sopportazione. Allenati per la casa di riposo. Si fa l'abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di
ciò che già era ai limiti della sopportazione. In un mondo rovesciato, come è quello in cui viviamo e in cui
viveva Capote che ne era uno dei più grandi cronisti, il vero
scandalo, la cosa intollerabile e che nessuno ti perdona, è
l'innocenza, l'innocenza con cui fai qualsiasi cosa. Accade spesso che proprio chi arriva più lontano
all'improvviso abbandoni il campo. La condizione umana è piccolo cervello, grandi problemi. La nostra giornata è fatta, come tutta la vita, di misteriose
rispondenze, di sottili collegamenti. Quando ero giovane credevo che il nostro sviluppo si
interrompesse dopo i trent'anni. Invece le cose mi sembrano sempre
più interessanti. Man mano che si va avanti si acquista una
maggiore padronanza della vita - di quel che si vuole e di quel che
si può ottenere - e del materiale di lavoro, che dà un gran senso
di sicurezza e di potenza. Qualunque vita si guardi sembra infelice ma qualunque vita
vissuta è lieta, e qualunque cosa accada continua a esserlo. La vita è vita dappertutto, la vita è in noi stessi e non
fuori di noi. Accanto a me ci saranno degli esseri umani ed essere uomo
fra gli uomini e restarlo sempre, in qualsiasi sventura non
avvilirsi, non perdersi d'animo, ecco in che consiste la vita, ecco
il suo compito. [...] Guardando indietro penso quanto tempo è stato
speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in errori, futilità,
incapacità di vivere; per quanto lo apprezzassi qualche volta ho
peccato contro il mio cuore e il mio spirito, e il cuore mi
sanguina. La vita è un dono, la vita è felicità, ogni minuto
poteva essere un secolo di felicità. Si jeunesse savait! Adesso,
cambiando vita, rinasco in una nuova forma. [...] Rinascerò
migliore. Ecco la mia speranza, tutto il mio conforto. Amo la periferia più della città. Amo tutte le cose che
stanno ai margini. Il meglio e il peggio della vita vengono sempre da dentro, chi
vi racconta il contrario non sa di che parla. Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare
vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai
dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre
persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi
la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo
avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.
In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare.
Tutto il resto è secondario. Chi ha raccolto le sfide della vita sa che nei momenti
decisivi ha dovuto disattendere o disobbedire ai legami della
famiglia. La vita è ingiusta. Questo è uno dei maggiori sostegni dell'esistenza umana:
trovare risonanza emotiva in altri uomini ai quali si è affezionati
e la cui presenza suscita un caldo sentimento di appartenenza.
Questa reciproca conferma mediante i sentimenti, la risonanza
emotiva tra due o più persone, ha un ruolo centrale nel conferire
un significato e un senso di appagamento all'esistenza. Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali condizioni
della nostra vita. sono diventate finanche dei bisogni reali per
tante persone le cui menti non sono più nutrite [...] da
nient'altro che mutamenti repentini e sempre nuovi stimoli [...].
Non riusciamo più a sopportare nulla che duri. Non sappiamo più
come mettere a frutto la noia. [...] per quanto riguarda le altre persone che conosciamo, e
in particolare quelle persone così come le conosciamo viste da
lontano, [la loro] esistenza sembra possedere una coerenza e
un'unità che nella realtà non possono avere, ma che allo
spettatore appare evidente. Si tratta, ovviamente, di
un'illusione ottica. La distanza (vale a dire l'inadeguatezza della
nostra conoscenza) offusca i dettagli e oblitera tutto quanto mal si
adatta alla Gestalt. Illusione o meno che sia, tendiamo a
vedere la vita degli altri come un'opera d'arte. E una volta
guardata in tale ottica, ci sforziamo in tutti i modi di imitarla. Dopo tutto, il piacere è una guida più sicura del diritto o
del dovere. Comporre i nostri costumi è il nostro compito, non comporre
dei libri, e conquistare non battaglie e province, ma l'ordine e la
tranquillità alla nostra vita. Il nostro grande e glorioso
capolavoro è vivere come si deve. Tutte le altre cose, regnare,
ammassare tesori, costruire, non sono pere lo più che appendici e
ammennicoli. La nostra propria esistenza si svolge sotto le stelle
dell'incertezza, e in noi c'è costantemente il timore di non
riuscire a fare qualcosa dei nostri talenti e delle nostre
ambizioni. [...] Ma soltanto nei primi anni giovanili il caso ci appare
identificato col destino. Più tardi si capisce che la vera via
della vita è determinata dall'interno; per quanto il cammino sembri
deviare dai nostri desideri in modo bizzarro e assurdo, esso finisce
per condurci sempre alla nostra meta invisibile. Tanti sembrano dimenticarlo quando mi rimproverano errori.
Crescere non è mai facile e posso dire che solo a trent'anni, con
una prima maturità, ho letto i libri di Virginia Woolf e che, solo
quando superi i quaranta, senti di avere in mano la tua vita. Perché invece non godersi i momenti più belli della
vecchiaia? O i momenti più belli della vecchiaia erano proprio
questi, la nostalgia per i momenti più belli dell'infanzia, per il
sottile virgulto che il suo corpo era allora [...]. Le insidie che mi fanno inciampare e disperare, che ogni
giorno mi fanno quasi ammattire, perdono con me qualsiasi efficacia
purché io riesca a chiarirle in tutto e per tutto, e ugualmente non
c'è cosa che possa attaccarmi, né tanto meno farmi morire a poco a
poco, se io riesco a chiarirla dentro di me. Chiarire l'esistenza,
non solo comprenderla ma far luce in essa ogni giorno fino al
massimo grado è l'unica possibilità di venirne a capo. Ci sono la continua paura e il continuo pericolo di morte
violenta e la vita di un uomo è solitaria, povera, odiosa, brutale
e breve. Si comincia veramente a vivere quando si concepisce la vita
come una tragedia. La grande massa delle convinzioni sulle quali si fonda la
nostra vita di tutti i giorni non è altro che l'incarnazione del
desiderio, corretto qua e là, in punti isolati, dal brusco urto con
la realtà. Per mia esperienza, a un certo punto le cose si fanno sempre
imbarazzanti o pericolose. Finché si è inquieti si può stare tranquilli. Quando mi chiedo perché amo la letteratura, mi viene
spontaneo rispondere: perché mi aiuta a vivere. No. La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo
sempre più ricca, più desiderabile e più misteriosa - da quel
giorno in cui venne a me il grande liberatore, quel pensiero che la
vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza
- e non un dovere, non una fatalità, non una fede. [...] La vita
come mezzo di conoscenza. Con questo principio nel cuore si può non
soltanto valorosamente, ma anche gioiosamente vivere e gioiosamente
ridere. La vera realtà è fatta di bello e di laido, di opaco e di
brillante. Quanto a me, voglio continuare a vivere fino all'ultimo
respiro non con la certezza o l'obbligo di individuare altrove un
buon posto, ma perché la mia sola gioia consiste nel restare con i
miei nel cammino che sale. [...] l'innocente piacere di vivere per
vivere. Si passa l'infanzia aspettando di diventare grandi, e il resto
della vita a idealizzare l'infanzia. [...] l'unica cosa che volevo era riparare all'errore di aver
cercato di migliorare le cose e tornare a casa per riprendere a
vivere al meglio delle mie incapacità. La sorte di ognuno: l'instabilità. Le cose non vanno mai come ti aspetti. Ma che cosa offre, padre, questa città a chi non si sia
lasciato addormentare il cervello nei riti della famiglia e chiudere
nella sua gabbia? Non c'è che la sessualità per rianimare la
voglia di vivere. Da quando ho smesso di vivere una vita convenzionale, mi sento
meglio. Chi vive, resiste Posso farti notare una cosa? Tuo padre riteneva giusto,
logico, doveroso che tu, la figlia, ti occupassi della sua
vecchiaia; e diciamo che in lui, date le origini e l'età, può
risultare comprensibile. Ma tu, pur con altra età e altra cultura,
stai facendo la stessa identica cosa: un progetto sulla vita di tua
figlia; vorrei ricordarti che molti anni fa Paola ha fatto una
scelta che l'ha portata a vivere dove tu non c'eri. Non voglio dirti
una cattiveria, ma credo che il regalo più grande che si può fare
ai figli è di non buttargli sulle spalle la nostra vecchiaia. Non c'è nessun "consiglio" che possa davvero
servire nella vita. Le cose accadono, ecco tutto. Vi sono momenti, nei quali ovviamente nessuna spera di venirsi
a trovare, in cui soltanto chi è disposto a perdere la propria vita
la salva. Quando è il presente? La forma di vita più morale, la vita più perfetta, è un
puro vegetare. La vita, se è vita umana - la vita di un essere dotato
di volontà e libertà di scelta - non può non essere
un'opera d'arte. Volontà e scelta lasciano la propria impronta
sulla forma di vita, per quanto si tenti di negarne la presenza e/o
di nasconderne il potere attribuendo il ruolo di causa alla presunta
presenza schiacciante di forze esterne che impongono l'"io
devo" dove avrebbe dovuto esserci l'"io voglio" e
restringono in tal modo il ventaglio delle scelte plausibili. Noi dimentichiamo spesso quest'amore della familiarità
quotidiana, la capacità di sentirsi appagati e felici della
ripetizione sempre nuova, di ciò che rende incantevole lo scorrere
del tempo: guardare, passeggiare, costruire, leggere, mettersi a
tavola fra volti cari, parlare, incontrarsi, amare, essere
amici. Chi ha tutto questo è un privilegiato e deve sapere di
esserlo, dev'essere consapevole che la sua felicità è questo
fluire, consueto e normale ma sempre nuovo, delle ore d'ogni giorno. La vita si vive nell'incertezza, per quanto ci si sforzi del
contrario. Ogni decisione è condannata a essere arbitraria; nessuna
sarà esente da rischi e assicurata contro insuccesso e rimpianti
tardivi. Per ogni argomento a favore di una scelta si trova un
argomento contrario non meno pesante. A vent'anni tutti mi dicevano: "Vedrai quando avrai
cinquant'anni!" Ora ho cinquant'anni e non ho visto un bel
nulla. La vita non fa regali. La vita che vuoi non la determina quello che fai ma quello che
sei. "Ribolle tutto. Finché si è vivi ribolle tutto". Ho sempre sospettato che tutte le soluzioni si trovassero da
qualche parte fra la vita che vivo e un'altra vita. La vita si trascina di ventisette in ventisette, quando vado a
prendere quel coro di voci che, sommate, formano lo stipendio. Questa vita è un caso dall'inizio alla fine. La vita, essi lo sapevano, non era fatta di grandi passioni,
di gesti clamorosi, di sentimenti ormai ben classificati (retorica
buona per gli ingenui); la vita era un'altra cosa. La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati in
altri progetti. Nella vita perlopiù ci sentiamo smarriti. Che cos'è la vita? Il viaggio di uno zoppo e infermo che con
un gravissimo carico in sul dosso per montagne ertissime e luoghi
sommamente aspri, faticosi e difficili, alla neve, al gelo, alla
pioggia, al vento, all'ardore del sole, cammina senza mai riposarsi
dì e notte uno spazio di molte giornate per arrivare a un cotal
precipizio o fosso, e quivi inevitabilmente cadere. L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere
perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca
questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità, – si
vorrebbe morire. "Sai, anche i miei clienti si lamentano spesso della
stessa cosa, dicono cioè che la vita ha preso una piega diversa
dalle loro aspettative, e via di seguito. Sai cosa gli rispondo,
allora? Gli rispondo che la vita è sofferenza e disillusione e li
consiglio di accettarla così, con le complicazioni che a volte
riesci a superare e che altre volte ti travolgono, è normale." Sana stanchezza: già di per sé il ristoro. un
certo stanco, quale secondo Orfeo; attorno a lui si radunano le
bestie più feroci e finalmente possono condividerne la stanchezza.
La stanchezza dà il ritmo ai singoli sparsi. Philip Marlowe - l'altro
detective privato - nel risolvere i suoi casi diventava sempre più
bravo e perspicace, quante più notti passava in bianco. Lo stanco
Ulisse conquistò l'amore di Nausicaa. La stanchezza rende giovane,
come tu non lo sei mai stato. La stanchezza come plus del minus di
Io. Tutto nelle quiete della stanchezza diventa meraviglioso. Carmina non dant panem! Ma anche l'uggioso pane della
compressione e della rinuncia non fa bene né al corpo né all'anima.
È meglio giocare una volta un
gioco disperato che vivere inutilmente la tragica, inutile vita. La vita non conclude. [Siamo] uomini che ci tormentiamo per sofferenze per metà
reali e per metà immaginarie, provocate da motivi inconsistenti, da
sottili incomprensioni, da paure senza senso, da immaginazioni
sbagliate. La vita può toglierti gli entusiasmi. In un modo o nell'altro, la vita è sempre un disastro.
Anche le vite fortunate sono un disastro. Anche se non è la tua vita ideale, puoi sempre
sceglierla. Quale che sia la tua vita, sceglierla cambia tutto. Certe cose non si fanno. [...] di lì in poi la mia vita è stata solo una forsennata corsa di cocomeri in salita.
Ogni tanto sospesa giusto il tempo di ricevere una bella palata di merda in faccia. La vita deve essere vissuta guardando avanti, ma la si
può capire solo guardando indietro. "Ma non mi piace nonno, non mi è mai piaciuta! Come te lo
devo dire che l'ho dovuta subire! E me l'hanno rimproverata come se
l'avessi scelta!" La vita che conduciamo non è mai granché, la vita che
sogniamo è invece la grande esistenza perché la continueremo dopo la
morte. La vita non è che un breve spiraglio di luce tra due
eternità fatte di tenebra. Tutte le cose che esistono sono nate senza una ragione,
continuano per debolezza e muoiono per errore [...] siamo nati senza
un senso e senza un senso moriamo. È veramente compassionevole il vedere come
quei legislatori francesi repubblicani, credevano di conservare, e
assicurar la durata, col ridur tutto alla pura ragione, e pretendere
per la prima volta ab orbe condito
di geometrizzare tutta la vita. Cosa non solamente lagrimevole in
tutti i casi se riuscisse, e perciò stolta a desiderare, ma
impossibile a riuscire anche in questi tempi matematici, perché
dirittamente contraria alla natura dell'uomo e del mondo. La vita è piena di dolore e finisce sempre
molto male. Un uomo non è mai felice, ma trascorre la
sua intera esistenza cercando di conquistare qualcosa che pensa lo
possa rendere tale; raramente ottiene il suo scopo e, quando lo fa,
è solo per essere deluso; alla fine è per lo più costretto al
naufragio, e giunge in porto con l'albero e le vele distrutte. E poi
è lo stesso se è stato felice o miserabile; perché la sua vita non
era mai stata nulla più di un momento presente che sempre svanisce,
e adesso è finita. Alla fine della vita nessun uomo, se è
sincero e in possesso delle proprie facoltà, potrà mai desiderare di
riviverla. Piuttosto preferirà scegliere una forma di completa non
esistenza. Concepisco la mia vita solo come una
catena di morti successive. Trascino dietro di me i cadaveri di
tutte le mie illusioni, di tutte le mie vocazioni perdute. L'uomo vuole sempre sperare. Anche quando
è convinto di essere disperato. Ogni vita ben riuscita, se una cosa del
genere esiste, sfugge alla logica del saldo positivo o negativo, non
essendo altro che una successione di sfide e disfatte superate, di
vergogne indicibili poste sull'altra faccia della medaglia. Penso sempre che la vita non sia un
problema da risolvere ma un rischio da correre e, di fronte a questo
rischio totale, le sole competenze che conosco sono l'amore e la
santità. [...] la Vita, è sempre insicura e se si
vuole ottenere un poco di sicurezza ed essere un po’ padroni di sé
stessi è necessario prima di tutto accettare l’incertezza di fondo
dell’esistenza. Chi intende insegnare la sicurezza assoluta, sia con
il sapere sia con provvedimenti governativi, crea solo miti e
siccome i miti sono falsi e bugiardi ottiene il contrario di quanto
cerca: l’insicurezza assoluta. Mi ci sono voluti anni per metterlo a
fuoco, ma a quanto pare se non sono impegnata a creare qualcosa, è
probabile che io sia impegnata a distruggere qualcosa (me stessa,
una relazione, il mio equilibrio interiore). |
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