PADRI |
Ogni suo atto, ogni suo discorso aveva una fatalità
drammatica per me. Infatti, lui era l'immagine della certezza, e tutto
ciò che lui diceva o faceva era il responso di una legge universale dalla
quale io dedussi i primi comandamenti della mia vita. (E. Morante, L'isola di Arturo) "[...] È una grande trasformazione quando si diventa
padri; il mondo, la nostra vita, non ci appaiono più quelli. Fino
allora tutto finiva in noi, dopo tutto prosegue; entriamo noi
stessi nell'infinito misterioso delle generazioni. I nostri vizi, le
nostre virtù dureranno in altri, dopo che saremo morti; si
riprodurranno forse anche i nostri gesti. Solamente colla paternità
l'uomo entra nel possesso pieno della vita. [...]". Il bello dell'essere padri è che lo standard qualitativo è da
sempre penosamente basso. Papà con me è stato un padre tenerissimo: nessun genitore
impegnato con un lavoro ministeriale, anche part-time, avrebbe potuto essere
più affettuoso. C'era e contemporaneamente non c'era; in questo è stato
simile a tutti gli altri padri. Non ho dubbi sul fatto che l'impulso maschile a minimizzare la
propria inadeguatezza, a rifiutarsi di riconoscere la propria incapacità o
mancanza di preparazione, sia stata e continui ad essere causa di una parte
consistente dei mali del mondo, in forma di incidenti, errori e calamità
[...]. C'è poi il danno più sottile perpetrato sui ragazzi, i quali crescono
imparando dai padri e dagli uomini che li circondano la tragica lezione per
cui il fallimento non sarebbe una costante umana, bensì una sorta di
aberrazione legata al genere, una pecca che, nel maschio, va occultata. |
| home |
| zibaldone | |
Pagina aggiornata il 26.06.16 Copyright 2000-2016 Valentino Sossella |