![]() DOLORE
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Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in
modo nuovo. Avidamente allargo la mia mano: / dammi dolore cibo cotidiano. Io non sono amico di certe mollezze sentimentali moderne; io
credo che è molto bene per l'uomo di ripassare ogni tanto le
lezioni e i precetti ch'egli ha avuto, direttamente o
indirettamente, dalla sventura, e di non lasciarne estinguere, di
rinnovarne il dolore, perché è il dolore che li conserva. E poi il
dolore è un gran ricostituente dell'uomo, credete; e in certi casi
è un confortante indizio di vitalità morale, perché dove non vi
è dolore, vi è cancrena. Era il male oscuro di cui le storie e le
leggi e le universe discipline delle gran cattedre
persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si
porta dentro di sé per tutto il fulgurato
scoscendere d'una vita, più greve ogni giorno,
immedicato. Anche ricordare il male può essere un
piacere quando il male è mescolato non dico al bene
ma al vario, al mutevole, al movimentato, insomma a
quello che posso pure chiamare il bene e che è il
piacere di vedere le cose a distanza e di raccontarle
come ciò che è passato. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza
anche più dolorosa. Un evento morboso, specie se grave, è
un'esperienza che comunque arricchisce la
personalità del malato: le lunghe ore passate a
riflettere, il ridimensionamento di tante questioni
che prima sembravano di importanza vitale, la diversa
disposizione di spirito nei confronti del mondo, la
sperimentazione della sofferenza contribuiscono a
modificare la persona rendendola più matura e
consapevole. La sofferenza: questa è infatti l'unica
causa della consapevolezza. Io non sono un turista perdigiorno in vena
di buone azioni: semplicemente non so resistere alla
voce del dolore. È una reazione fisica, prima che
morale. Se un essere sofferente chiama io rispondo.
Lo faccio per me - è evidente - ma non lo lascio
morire da solo. Tutto qui. I beni e i mali estremi non toccano gli
animi mediocri. Tutti abbiamo forza sufficiente per
sopportare i mali altrui. Più si è raffinati, più si soffre. Il dolore del poeta è di così mirabile natura che anche
quando il suono ne è triste, l'eco ne è dolce. Non c'è mai stato un filosofo che potesse
sopportare pazientemente il mal di denti. La maggioranza dell'umanità vive
un'esistenza di tranquilla disperazione. La mia allegrezza è la malinconia. Si guarisce da una sofferenza solo a
condizione di sperimentarla pienamente. C’è la bellezza e ci sono gli
umiliati. Qualunque difficoltà presenti
l’impresa, non vorrei mai essere infedele né ai
secondi né alla prima. Onor s'acquista con soffrire affanni. Colui il quale molto ha sofferto è men sapiente di colui il
quale molto ha gioito. L'uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno
di soffrire più degli altri. Chi aumenta sapienza, aumenta dolore. Ah! veramente non so cosa / più triste che non più essere
triste! Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici. In quanto ai guai personali di ciascuno di noi, essi fanno
impallidire quelli di qualsiasi romanzo. In dieci anni di studi, ho imparato a tastare, manipolare,
incidere, suturare, bendare, ingessare, togliere corpi estranei con
la pinza, mettere il dito o infilare tubi in tutti gli orifizi
possibili, iniettare, perfondere, esplorare tramite percussione,
scuotere fare una "buona diagnosi", dare ordini alle
infermiere, redigere un referto a regola d'arte e fare qualche
prescrizione, ma in tutti questi anni, non mi è stato mai insegnato
ad alleviare il dolore, o a evitare che compaia. Non mi è mai stato
detto che potevo sedermi al capezzale di un morente e tenergli la
mano, e parlargli. L'omissione del sollievo del dolore è moralmente ed
eticamente inaccettabile. Inno al dolore fisico. Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una
storia, o se si può raccontare una storia su di essi. Non devi avere rimorsi. Certo, hai causato dolore. Ma chi può
dire di avere attraversato la vita senza avere inflitto sofferenza?
E tu hai dato anche gioia. Uomo non educato dal dolore rimane sempre bambino. Spesso chi pensa non è sicuro di pensare, il suo pensiero
ondeggia fra l'accorgersi e il sognare, gli sfugge di tra le mani,
rifiuta di lasciarsi afferrare e configgere sulla carta in forma di
parole. Ma invece chi soffre sì, chi soffre è ahimè sicuro
sempre, sicuro di soffrire ed ergo di esistere. La sofferenza e il dolore sono sempre doverosi per una
coscienza vasta e per un cuore profondo. Dobbiamo imparare a non perdere tempo a piangere sulle nostre
ferite, come un bambino appena caduto, ma abituarci a scacciare il
dolore curandoci le ferite ed emendando i nostri errori il prima
possibile. Si incide a fuoco qualcosa affinché resti nella memoria;
soltanto quel che non cessa di dolorare resta nella memoria. " [...] A volte le brutte esperienze aiutano, servono a
chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo
ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle
esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e
magari a modo loro anche felici, ma non sono molto profonde. Ora la
tua ti può sembrare una sciagura che ti complica la vita, ma sai...
godersi i momenti felici è facile. Non che la felicità sia
necessariamente semplice. Io non credo, però, che la tua vita sarà
così, e sono convinta che proprio per questo tu sarai una persona
migliore. Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti
brutti. Devi considerarli un dono - un dono crudele, ma pur sempre
un dono. I momenti di crisi raddoppiano la vitalità negli uomini. O
forse, più in soldoni: gli uomini cominciano a vivere appieno solo
quando si trovano con le spalle al muro. Ogni cosa è dura fino a un certo punto. "Creare!" diceva Zarathustra. "ecco l'atto che
affranca dal dolore e fa men grave il peso della vita. Ma, perché
esista colui che crea, è necessario l'aiuto dei patimenti e di
quali metamorfosi!" E Giorgio Aurispa aveva pensato più d'una
volta, d'innanzi alla vastità della sua conscienza dolorosa:
"A furia di soffrire essendo io riuscito a moltiplicar senza
fine i fenomeni del mio mondo interno, perché sia completa la mia
vita io non debbo se non cercare il mezzo di rendere attivo
il mio dolore. La scienza del necessario deve avere per suo natural
termine l'azione, la creazione". Che io non possa mai vedere il malato, creatura sofferente,
soltanto come il ricettacolo impotente e rassegnato della sua sofferenza. La natura umana è predisposta ad accettare il dolore come
stato, appunto di natura, ma rifiuta come insensato il dolore senza
necessità, il cosiddetto dolore gratuito, o dolore innocente. Ogni
azione che generi dolore e morte da parte dell'uomo, o di un dio di
sua invenzione, è un'azione gratuita e quindi insensata. Sapere è soffrire, e soffrire dà sapere. [Il
dolore umano ha tre origini :] La supremazia della Natura, la caducità
del nostro corpo e l'insufficienza dei nostri metodi per regolare i
rapporti umani in seno alla famiglia, allo Stato e alla società. Penso che non ci sia letteratura se non c'è la vita e che
non c'è la vita se non c'è l'esperienza della sofferenza e del
dolore. Mi torna alla memoria la vecchia frase: "Quanto infinita
è la possibilità di soffrire data all'uomo, e quanto minuscola
quella di godere!" Tutti soffriamo, è così che va il mondo. Ma il punto è
che le cose che ci fanno male hanno anche una funzione positiva.
Quando il nostro cuore soffre, in quel momento è aperto. Cresciamo
attraverso il dolore, attraverso le situazioni difficili. Per questo
devi accettare ogni difficoltà che ti capita nella vita. Mi dispiace
molto per le persone che non hanno problemi, che non devono mai
affrontare momenti brutti. Si perdono un grande dono. Si perdono la
magia. Il dolore costruisce e piega, ma può arricchire la mente
e la sensibilità. L'avere sofferto non solo non passa mai ma accresce la
sensibilità, e la disposizione a comprendere il dolore degli altri,
e a trovare le parole che possano essere loro di aiuto. Quando appare una grande personalità, chiedetevi
anzitutto dov'è il suo dolore. Ho avuto una vita intera per esplorare, analizzare e
ricostruire il mio passato, ma adesso mi sto rendendo conto che in
me c'è una valle di lacrime e di dolore, con i quali non verrò mai a
patti.
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Pagina aggiornata
il 29.07.20 |