copertina libroL'Odissea di Omero, I Vangeli, Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern, La nausea e L'idiota della famiglia di Jean Paul Sartre, gli Scritti di Lacan, Essere e tempo di Martin Heidegger, Al di là del principio del piacere di Freud,  La strada di Cormac McCarthy. Sono questi i libri che hanno segnato la formazione intellettuale, ma prima ancora umana di Massimo Recalcati, lo psicoanalista milanese che si è guadagnato i favori di un pubblico numeroso in virtù di uno stile comunicativo diretto, accessibile, lontano dall'incomprensibile gergo specialistico adottato da molti suoi colleghi. Naturalmente i suoi numi tutelari sono più numerosi e vanno dall'Agostino delle Confessioni al Montaigne dei Saggi, da Pascal a Kierkegaard, da Schopenhauer a Nietzsche, tutti autori citati nel volume, accomunati dalla ricerca interiore di una verità che fosse nello stesso tempo soggettiva e universale.

Ma il libro di Recalcati, intimo e autobiografico, si fa apprezzare soprattutto per l'elogio della lettura che contiene. In un'epoca storica che predilige il fare all'interno di una cornice ideologica ben definita e conformista, un fare spesso cieco e distruttivo, il libro viene emarginato e usato, nella migliore delle ipotesi, come mero strumento di avanzamento professionale. Recalcati ci richiama ad una funzione più nobile del libro: quello di nutrimento dell'anima, dialogo con l'altro da sé, tramite insostituibile e inesauribile di riflessione e di crescita personale.

Siamo anche i libri che abbiamo letto, quei libri che si sono mischiati con la nostra carne e con il nostro sangue, quei testi di cui non abbiamo assorbito soltanto la lettera, ma lo spirito. Non siamo noi che leggiamo i libri, ma sono i libri che leggono noi e ciascuno avrà i suoi libri prediletti, quelli con cui sente maggiore affinità, quelli che suscitano nella propria interiorità maggiori consonanze affettive, emozionali, prima ancora che razionali. "Ciascuno trova nel libro pezzi di se stesso che aveva dimenticato o che ancora non conosceva".

Il libro, almeno quello che contribuisce a modificarci, a cambiarci la vita, è un incontro autentico e come tutti gli incontri autentici ci trasforma, poco o tanto che sia. Un testo "vero" ci aiuta a liberarci dai condizionamenti sociali e familiari e a trovare la nostra voce, la nostra strada personale nel mondo, ad evadere da quel "piano familiare" concepito per noi, e a realizzare quell'essere unico e irripetibile che ognuno di noi è.
La lettura è un gesto sovversivo; le dittature detestano i libri, arrivano a bruciarli, perché i libri mettono in discussione il dogma e l'autorità mentre diffondono il pensiero critico e originale.

Leggendo i libri noi li interpretiamo e quindi li ricreiamo. Il libro letto non è mai il nudo testo iniziale ma il frutto della collaborazione dell'autore con il lettore. Lo stesso libro è letto da lettori diversi in maniera diversa e spesso le interpretazioni aggiungono valore al testo iniziale, lo modificano, aprono spiragli nuovi e creativi, sconosciuti all'autore stesso.

Compito precipuo della scuola è di accompagnare i ragazzi all'incontro con i libri e con una cultura che dialoghi fecondamente con la vita. La scuola non dovrebbe essere altro che questo cammino tra i libri. "Il cammino di una formazione avviene sempre attraverso i libri". E gli insegnanti dovrebbero saper comunicare la passione per la lettura, stimolare nei propri allievi la sete di sapere.

Leggere consente a giovani e meno giovani di riflettere e dare un senso alle proprie esperienze. Non solo: permette di apprendere attraverso la narrazione viva delle esperienze altrui. Leggere dilata la nostra vita. La lettura, inoltre, arricchisce il linguaggio e un linguaggio ricco allarga i confini delle nostre esperienze, le raffina e moltiplica.

Posiamo quindi qualche volta lo smartphone e apriamo un libro, concediamoci nell'arco della giornata qualche intervello di benefica solitudine che ci rimetta in contatto, attraverso le parole di un "libro vero", con le fonti più profonde della nostra personalità.

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I libri di Massimo Recalcati